La Comunità slow food per la valorizzazione dell’Alto Belice ha centrato un altro degli obiettivi prefissati che era quello dell’alleanza Slow Food dei cuochi. In partica si tratta di stipulare un patto fra cuochi e piccoli produttori per promuovere i cibi buoni, giusti e puliti del territorio e per salvare la biodiversità. I cuochi dell’Alleanza impiegando ogni giorno nelle loro cucine i prodotti di contadini, allevatori, casari, pescatori, viticoltori, artigiani che producono con passione e rispetto per la terra e per i loro animali faranno si che nei propri menù si potranno trovare prodotti locali, Presìdi Slow Food, i prodotti dell’Arca del Gusto, dei Mercati della Terra e delle comunità di Slow Food.
I cuochi si impegnano a segnalare i nomi dei produttori dai quali si riforniscono, per dare rilievo e visibilità al loro lavoro. A battezzare questo progetto una cena che la portavoce della Comunità slow food per la valorizzazione dell’Alto Belice, la dottoressa Serafina Di Rosa, ha organizzato nei giorni scorsi presso il resort Momentum di Marinella di Selinunte con il gruppo degli ospiti americani di Global Volunteers. Si tratta dei volontari che da qualche mese, grazie all’impegno dell’ex assessore Giovanni Parrino e dell’amministrazione guidata da Enzo Alfano, si trovano in città e offrono gratuitamente le loro competenze linguistiche agli istituti scolastici castelvetranesi di ogni ordine e grado, fornendo un prezioso supporto agli studenti che possono crescere culturalmente con le lezioni tenute da madrelingua.
Ne abbiamo già parlato qui: https://www.primapaginacastelvetrano.it/convenzione-del-comune-con-volontari-madrelingua-per-linglese-nelle-scuole
il gruppo di stranieri ha apprezzato molto questo evento ed ha ringraziato la Comunità slow food per la valorizzazione dell’Alto Belice per averli resi partecipi di questa esperienza. All’incontro erano presenti anche il primo cittadino, e Filippo Drago, ormai noto in tutto il mondo per le sue farine e per la riscoperta dei grani antichi.
“I cuochi hanno un ruolo fondamentale perché sono gli interpreti di un territorio e lo valorizzano attraverso la loro creatività e perché hanno capito che non si può separare il piacere dalla responsabilità verso i produttori, senza i quali non esisterebbe una cucina di successo- ha dichiarato ai nostri microfoni Serafina Di Rosa- L'unicità e la qualità dei presidi slow food riducono la dipendenza dalle varietà standardizzate e favoriscono la diversità alimentare e la promozione di varietà storiche e dimenticate.”
