L’ELZEVIRO di Giacomo Bonagiuso: ​Il trionfo dell'ignoranza Talebani e Facebook

Sulle terribili immagini che arrivano dai media Bonagiuso dice la sua

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
19 Agosto 2021 09:30
L’ELZEVIRO di Giacomo Bonagiuso: ​Il trionfo dell'ignoranza Talebani e Facebook

Alla catastrofe umanitaria in Afghanistan corrisponde una catastrofe del senso su Facebook. Stamattina è dalle sei e mezza che, con pazienza, mi leggo una gran mole di commenti facebookiani.

Le analisi più argute passano da "una politica di merda", "la merda afghana", "ora se la sbrigano loro", "il petrolio è finito", "paraculi", "bidet"....

Un po' così, alla Di Maio, non si resiste a dire la propria nell'arena virtuale che quasi obbliga a fare il post sul caso del giorno, oggi i talebani, ieri i vaccini, ieri ancora il virus non isolato (proprio così!), e via via fino a Gino Strada. E pure se non si ha uno straccio di argomento, una prospettiva, una chiave di lettura, nulla, si deve scrivere, tifare, pollice retto o verso, e stare da una parte, insultare l'altra presunta parte. Anche questo l'altra parte non c'è, la si crea: "voi che siete filo-qualcosa"... "voi"... Blaterare un tweet, tra la birra (lo spero) e l'ignoranza, crassa.

Ecco, oggi quel che vedo con orrore è che abbiamo superato abbondantemente la soglia del pudore, della decenza, e trasformiamo in discorso da fast-food tutto. Tutto. Pure la morte, la sciagura, la prostrazione di popoli e donne.

Noi siamo l'altra faccia della catastrofe. Quelli che non vanno a teatro da anni e anni, che non ascoltano musica se non commerciale, che l'ultimo libro letto è del 1987 ed era una antologia. Quelli che seppure non abbiano idee devono per forza esprimerle... Nella grande Arena, mentre il gladiatore muore, ci sono individui che sbavando a destra e a sinistra, devono blaterare qualcosa.

A stare zitti, no? Prendersi del tempo per capire, no? Ecco, se i talebani sono un incubo dell'Occidente, anche l'Occidente degli ignoranti tecnologici può essere un incubo.

Perché ci ricorda che un ignorante non è in grado di percepire il proprio limite. Per questo crede di non averne. E di sapere già tutto. In geopolitica, come in medicina, come in etica. Un ignorante è pericoloso per sè stesso e per gli altri sempre.

PS

Mia nonna, terza elementare, voleva al mattino che mio padre comprasse sempre due quotidiani, uno isolano, uno milanese o romano, a turno. Era il suo modo per comprendere il mondo. Non disse mai "tutte cose so!". E morì a 98 anni con la voglia ancora di capire, comprendere e dubitare.

Giacomo Bonagiuso

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