3 domande a Patrick Cirrincione: Gli errori dell'Amministrazione Alfano e quelli del sindaco Lentini

Ospite di oggi l'avvocato castelvetranese , già presidente del consiglio comunale e referente provinciale del M5S

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
22 Novembre 2025 16:03
3 domande a Patrick Cirrincione: Gli errori dell'Amministrazione Alfano e quelli del sindaco Lentini

L'avvocato Patrick Cirrinicione, 52enne castelvetranese, rappresenta una  piacevole eccezione siciliana. In tempi nei quali le nostre migliori intelligenze lasciano la nostra terra, lui ha deciso di tornare ed oggi  rappresenta una delle figure di mediazione e di coerenza più alte che la nostra città possa vantare di avere.  Esperto in mediazione e conciliazione, civilista, ha lavorato In Spagna, e negli Emirati Arabi dove si è occupato dell' elaborazione di strategie e piani di investimento per aziende, e di assistenza ad imprese internazionali nei rapporti con gli enti istituzionali degli Emirati Arabi Uniti, è stato Junior Associate e Senior associate a Roma  e Milano presso prestigiosi studi, acquisendo esperienze e capacità che si sono rivelate preziose anche nel suo percorso politico che lo ha visto essere eletto in consiglio comunale nel 2019, dove ha poi svolto le funzioni di presidente del massimo consesso civico.

Oggi è nostro gradito ospite e non si sottrare alle nostre domande

A poco più di un anno e mezzo dall'insediamento del sindaco Lentini, come giudica il suo operato e l’impatto che ha avuto sulla città? Si aspettava di più?

L’amministrazione Lentini deve fare i conti con criticità strutturali radicate nel tempo: una macchina amministrativa affaticata, un sistema di servizi in sofferenza, un bilancio fragile, un tessuto sociale bisognoso di ascolto e aiuto. In questo contesto, l’impegno, dichiarato in campagna elettorale, di instaurare relazioni dirette con la Regione e con il Governo nazionale era apparso un segnale incoraggiante, perché Castelvetrano ha un bisogno estremo di interlocuzioni autorevoli per recuperare opportunità e progettualità.

Ad oggi, tuttavia, non si registra alcun risultato concreto in questa direzione. Le principali questioni che richiedono un intervento extra moenia restano tutte irrisolte: a Marinella il muraglione, il porto, il depuratore e la strada del Cantone; a Triscina l’apertura del Parco Archeologico; a Castelvetrano il serbatoio pensile di via Mascagni, la riapertura del canile, il rifacimento dell’impianto idrico e fognario, la deviazione dello scarico da piazza Amendola, il ripristino dell’offerta sanitaria dell’Ospedale. Sono questioni che, per la loro natura e complessità, richiedono per la loro risoluzione una capacità di interlocuzione che finora è mancata.

È evidente e non lo dico per spirito polemico che non mi appartiene, che l’amministrazione Lentini si stia limitando alla gestione ordinaria, senza imprimere quel salto di qualità che i 6.281 castelvetranesi che l’hanno eletta al primo turno si aspettavano. Alcune scelte, inoltre, appaiono politicamente poco ponderate: l’aumento delle indennità della giunta, la nomina di assessori che hanno diviso i rispettivi partiti, la candidatura alla Provincia, l’aumento “a macchia di leopardo” dell’orario ai dipendenti e, da ultimo, la costituzione di un ufficio di gabinetto potenzialmente composto da figure esterne al Comune.

Una nota positiva c’è ed è giusto riconoscerla: la buona organizzazione di fiere e sagre, che, seppur limitatamente alla durata dei singoli eventi, hanno restituito visibilità e centralità alla città.

La vittoria del 2019 del sindaco Alfano e del M5S è ormai passata alla storia e si può tranquillamente tracciare un bilancio. Quale è la cosa di cui va più orgoglioso e cosa invece non ha funzionato ed ha portato alla disaffezione dei cittadini che hanno poi sonoramente bocciato il sindaco uscente?

L’elemento di cui vado più orgoglioso della stagione amministrativa del 2019 è l’impostazione etica e istituzionale che abbiamo restituito alla città. Abbiamo reso Palazzo Pignatelli una casa di vetro, facendo della trasparenza il nostro tratto identitario e abbiamo restituito al Consiglio comunale il suo ruolo di rappresentanza piena, rendendo i lavori fruibili sui social e coinvolgendo attivamente la cittadinanza e gli studenti. Grande attenzione è stata riservata ai giovani, con l’istituzione della Consulta Giovanile, che ha rappresentato un laboratorio di partecipazione civica.

Venivamo da un periodo difficilissimo: scioglimento per mafia, commissariamento, dissesto economico e pandemia. In quel contesto, ridare dignità e centralità alle funzioni consiliari e ricostruire la credibilità amministrativa era una necessità urgente. Abbiamo posto fondamenta solide, basate sulla legalità e sulla trasparenza, su cui ogni amministrazione futura potrà costruire. Il nostro limite è stato comunicativo: il lavoro svolto non è stato raccontato con sufficiente forza e continuità e questo ha inciso profondamente sulla percezione della cittadinanza.

La sconfitta del 2024 non è stata una bocciatura dei valori che abbiamo incarnato ma un segnale chiaro della distanza tra ciò che è stato fatto e ciò che è stato comunicato alla cittadinanza, un deficit di comunicazione che ha indubbiamente influenzato il voto. Quella stagione ci ha però regalato una lezione preziosa: governare non significa solo essere corretti e rigorosi ma anche saper trasmettere una visione, coinvolgere i cittadini e dare loro una prospettiva in cui riconoscersi.

Nel frattempo Alfano è andato con La Vardera e lei è diventato il coordinatore provinciale del Movimento. Qual è lo stato dell'arte? State lavorando a consolidarvi sui territori, avete in programma di riproporvi alle prossime amministrative?

Il passaggio di Alfano verso La Vardera e la mia nomina a coordinatore provinciale rappresentano due dinamiche diverse, che però hanno avuto l’effetto di mettere in luce un dato politico fondamentale: il M5S non è un progetto legato a singole figure ma una comunità politica che continua a riorganizzarsi, rigenerarsi e crescere. Oggi stiamo portando avanti un lavoro metodico di ricostruzione territoriale: rilancio dei gruppi locali, formazione politica, partecipazione ai tavoli tematici regionali, elaborazione di proposte che nascono da analisi approfondite.

Un lavoro capillare, lontano dall’improvvisazione, che punta a restituire al territorio un Movimento credibile, competente e radicato. A Castelvetrano la recente elezione di Salvatore Di Benedetto come Rappresentante del Gruppo Territoriale del M5S locale ha portato un significativo rinnovamento: nuove iscrizioni, un clima di confronto vivo, un gruppo che ha ripreso vigore. È la prova che, quando il Movimento lavora dal basso con serietà, la partecipazione torna a crescere in modo naturale.

Per quanto riguarda le prossime elezioni amministrative, la risposta è chiara: sì, ci saremo! L’obiettivo ambizioso è contribuire a costruire un fronte progressista ampio, credibile e coerente; capace di unire forze politiche e civiche che condividano visione, valori, integrità e responsabilità. La fase che il M5S sta attraversando a Castelvetrano non è solo di riorganizzazione ma di ripartenza politica: un percorso che potrà restituire al territorio una proposta progressista solida e credibile; in grado di parlare alla comunità proponendo un’autorevole alternativa.

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