Assolti perchè il fatto non sussiste. Questa la sentenza emessa pochi minuti fa dal Tribunale di Marsala che ha prosciolto da ogni accusa i quattro imputati castelvetranesi che erano a giudizio nel processo denominato Musa Bet.
Gli imputati erano Carlo Cattaneo, che era difeso dagli avvocati Roberto Fabio Tricoli e Luigi Miceli, Angelo Centonze difeso dagli avvocati Roberto Fabio Tricoli e Luigi Miceli, Alessandro Ferraro difeso dall' Avvocato Francesco Aspanò e Vincenzo Titone , che era difeso dagli avvocati Massimiliano Miceli e Margherita Barraco.
Per loro l'accusa era di essersi associati al fine di promuovere sul territorio siti di gioco e scommesse illegali riconducibili all’associazione.
Il pubblico ministero della Procura di Marsala Paolo Bianchi aveva chiesto la condanna a 4 anni di Carlo Cattaneo, e l’assoluzione per Vincenzo Titone, Angelo Centonze e Alessandro Ferraro (in considerazione del fatto che non si era riusciti a provare la penale responsabilità degli imputati). Secondo l’accusa avrebbero utilizzato piattaforme online finalizzate al gioco, collocate su siti esteri, aggirando la normativa nazionale di settore, quella fiscale e quella antiriciclaggio e avrebbero aperto e gestito sale scommesse per la raccolta delle puntate da banco.
I legali sono riusciti a dimostrare l'infondatezza delle accuse ed il Collegio presieduto da dalla dottoressa Chiara Vicini e Giudici a latere Francesca Maniscalchi e Massimiliano Alagna ha emesso sentenza di assoluzione per tutti gli imputati perchè il fatto non sussiste.
L'Avvocato Francesco Aspanò, difensore di Ferraro hai nostri microfoni ha dichiarato : “C’è grande soddisfazione per l’assoluzione di tutti gli imputati, il merito va certamente a tutte le difese che sinergicamente con perizia ed efficienza hanno dimostrato l’insussistenza di un circuito di giochi e scommesse illecite nel nostro territorio. Rimaniamo comunque in attesa della motivazione fissata in giorni 90”
Non nasconde la sua soddisfazione anche l'avvocato Margherita Barraco che ha ricordato che gli imputati sono stati assolti ai sensi dell'articolo 530, comma 2 del Codice di Procedura Penale (c.p.p.), usata dal giudice per assolvere l'imputato quando la prova della condotta illecita è mancante, insufficiente o contraddittoria, stabilendo così che il fatto contestato non è mai esistito