Non c'era nesuna loggia massonica che operava all'interno del Comune di Castelverano, non c'erano episodi di corruzione, non è stato alterato alcun atto, la corruzione stava altrove e per alcuni degli indagati, infatti, sono arrivate le pesanti condanne. Questa la sintesi del lungo processo Artemisia , a seguito della medesima operazione nel marzo del 2019 che portò a decine di arresti.
Quattro anni di processo, 75 udienze, ore e ore di intercettazioni trascritte, decine di testimoni ascoltati. Oggi quasi dopo cinque ore di Camera di Consiglio, il Tribunale, presidente giudice Franco Messina, a latere i giudici Bandiera e Cantone, ha letto la sentenza di assoluzione per l'ex sindaco Felice Errante e per i politici castelvetranesi Vincenzo Chiofalo e Luciano Perricone. Nel processo le indagini spingevano sull'ipotesi dell’esistenza di una super loggia massonica segreta con a capo l’ex deputato Lo Sciuto. Ma i giudici hanno assolto da questa accusa l’ex parlamentare assieme agli imputati con la formula del fatto che non sussiste.
Pronuncia completamente assolutoria per Maria Luisa Mortillaro, Tommaso Geraci, nonchè coloro i quali erano stati ritenuti appartenente ad una loggia segreta (dichiarata però inesistente dai giudici) assieme a Lo Sciuto e al poliziotto Passanante come scritto sono stati assolti Gaspare Magro, Felice Errante jr, Vincenzo Chiofalo, Giuseppe Berlino e Luciano Perricone.
Condannati l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto a dodici anni, l’ex deus ex machina della formazione professionale, l’ex presidente Anfe Paolo Genco a otto anni, i poliziotti Passanante Salvatore, Salvatore Virgilio a sei anni ciascuno, il poliziotto Salvatore Giacobbe a sette anni,
l’ex dirigente Inps, il medico Rosario Orlando a sette anni, ed ancora Vincenzo Giammarinaro e Giuseppe Angileri a sei anni e l'autista dell'onorevole Lo sciuto Isidoro Calcara a quattro anni.