Pescatori e pescherecci in stato di fermo a Bengasi. “Presto processo per violazione ZEE libica”

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
17 Settembre 2020 13:30
Pescatori e pescherecci in stato di fermo a Bengasi. “Presto processo per violazione ZEE libica”

“Presto gli equipaggi dei due pescherecci italiani compariranno davanti a un tribunale che dovrà pronunciarsi sul reato da loro commesso”. A rispondere ad un corrispondente de La Stampa sulla vicenda del  sequestro dei motopesca mazaresi "Antartide" e "Medinea" e sullo stato di fermo dei 18 marittimi a Bengasi è il presidente della Commissione Affari Esteri di Tobruk, Yusuf Al-Agouri. “Come abbiamo detto alle autorità italiane i natanti -ha aggiunto Al-Agouri- sono stati fermati perché svolgevano attività di pesca nella zona economica esclusiva della Libia, secondo le segnalazioni ricevute, il fatto è considerato una violazione della legge libica.

Da parte nostra rinnoviamo la richiesta di rimpatrio dei calciatori libici arrestati in Italia che avevamo avanzato prima della vicenda dei pescherecci”. (In foto copertina in verde la ZEE libica che si estende 62 miglia oltre le 12 territoriali). Alla domanda sullo stato della trattativa relativa alla liberazione degli equipaggi italiani dei due pescherecci sequestrati, il presidente della Commissione Affari Esteri di Tobruk ha sottolineato: “Il parlamento segue con interesse la questione dei pescatori italiani, così come il Presidente del Consiglio, ciò è stato confermato anche ai funzionari italiani.

è evidente che il caso deve essere inquadrato in un percorso legale, in cui la magistratura dovrebbe avere l'ultima parola, con attenzione a provvedere un processo equo per questi pescatori commisurato al reato che hanno commesso”. In merito alla vicebda parallela relativa ai 4 libici detenuti in Italia perché accusati di essere stati fra gli scafisti di quella che è conosciuta come la "strage di Ferragosto", Al-Agouri ha chiarito: “la marina libica ha arrestato i pescatori italiani mentre pescavano nella zona economica esclusiva della Libia, secondo le segnalazioni ricevute; il fatto è considerato una violazione della legge libica.

Come ho detto, presto un tribunale esaminerà il caso. Per quanto riguarda la questione dei calciatori libici imprigionati in Italia, in qualità di Parlamento avevamo precedentemente chiesto ufficialmente alla parte italiana di approvare il trasferimento dei prigionieri dall'Italia alla Libia per trascorrere il resto della loro prigionia, pertanto continueremo i nostri sforzi per rivolgerci alla magistratura italiana attraverso il Pubblico Ministero per esortarli a farlo. Il parlamento non ha ricevuto nessuna richiesta ufficiale dalla parte italiana, seguiamo la faccenda in funzione della nostra autorità legislativa, di concerto con le altre istituzioni nazionali e per garantire una corretta applicazione delle leggi”.

In merito a tale questione ieri il Ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, aveva ribadito a Radio 24: “l'Italia non accetta ricatti, lo voglio dire molto chiaramente, i nostri concittadini devono tornare a casa”.   Francesco Mezzapelle

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza