Mandorlo, “l’albero che si sveglia presto”

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
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29 Gennaio 2018 09:11
Mandorlo, “l’albero che si sveglia presto”

Il Mandorlo è il simbolo della nascita e della resurrezione: infatti essendo il primo albero a sbocciare in primavera esso simboleggia la rinascita della Natura, il suo rinnovarsi dopo la morte invernale. Il mandorlo (Amygdalus communis) è un albero di altezza media (4-12 metri), che ha rami sparsi e foglie alterne, lucenti sulla parte superiore con margini seghettati. La pianta è originaria dell’Asia occidentale, sino ad arrivare alla Persia ed al Turkestan, da dove si è diffuso a tutte le regioni del Mediterraneo per opera dei Greci.

A partire dal V e Vi secolo. La forma domestica può maturare i frutti anche al nord delle Isole Britanniche. Il mandorlo selvatico cresce nel Mediterraneo orientale e nel Levante. Venne introdotto in Sicilia dai Fenici dalla Grecia (i Romani lo chiamavano "noce greca"), dopodiché si diffuse in Francia, Spagna e quasi tutti i paesi del Mediterraneo. Mentre in America vi giunse nel XVI secolo. A differenza del Mandorlo coltivato, quello selvatico presenta, nel frutto, una forte tossicità dato che contiene glucoside amigdalina che, in conseguenza di danni subiti al seme, si trasforma in acido cianidrico.

In seguito all’addomesticamento, il Mandorlo iniziò a produrre semi commestibili. I Mandorli furono uno dei primi alberi da frutto a essere coltivati grazie all’abilità dei frutticoltori a selezionare i frutti. Così a dispetto del fatto che questa pianta non si presta alla propagazione tramite pollone o talea, esso doveva essere stato addomesticato perfino prima dell’invenzione dell’innesto. La prima testimonianza del Mandorlo domestico è stata rinvenuta nella tomba di Tutankamon in Egitto risalente al 1325 a.C.

circa. I mandorli domestici appaiono nella prima parte dell'Età del bronzo (3000-2000 a.C.). La mandorla, il frutto, è  ricca di principi nutritivi, grazie al mix di vitamine A, B, E, emulsina, sali minerali, amidi, potassio, ferro, fosforo e calcio. Oltre ad avere proprietà emollienti e depurative, può contribuire a diminuire la depressione e il suo consumo, abbinato a cibi acidi, rafforza il sistema immunitario. Esistono la varietà dulcis D.C.(mandorle dolci) ed amara D.C. (mandorle amare), sono morfologicamente uguali, ma si differenziano perché la varietà amara è più vicina alla varietà selvatica.  Il mandorlo e' caratterizzato da una fecondazione che si affida al vento, per cui nel mandorleto si rende necessaria la presenza di un certo numero di arnie durante la fioritura.

Rappresentano anche la delicatezza e la fragilità per il loro sfiorire in un tempo molto breve. Il significato del fiore del mandorlo ha ispirato molti miti e leggende e ha promosso la nascita di tradizioni. Mitologia Nella mitologia greca, il mandorlo è collegato all'attesa del compimento di una speranza e della costanza. L'albero del Mandorlo è legato ad una nota leggenda. Diverse sono le versioni tramandate attorno alla vicenda della principessa Fillide (o Filli), figlia di Sitone, re della Tracia, trasformata in un mandorlo spoglio dalla dea Atena, per compassione, dopo essersi uccisa per il dolore temendo d'essere stata abbandonata da Demofonte (o Demofoonte, o suo fratello Acamante, o Acamante, figlio di Antenore e di Teano), figlio di Teseo e di Fedra, il quale non era ritornato da lei nel tempo stabilito per le nozze.

L'albero rimase spoglio e sterile fino a quando l'eroe non ritornò in Tracia e venne a conoscenza del tragico destino di Fillide. Allora egli andò ad abbracciare il mandorlo piangendo e le sue lacrime di pentimento si trasformarono in una nube di candidi petali che adornarono i rami della pianta, che così finalmente fiorirono, ma rimasero privi di foglie, come poi continuò a succedere all’annuncio di ogni primavera. Quest'antica epopea greca di Fillide venne ripresa da Ovidio nell’opera erotico-mitologica intitolata ‘Eroidi’ (Heroides), composta tra il 25 a.C.

e il 16 a.C., pubblicata tra l’8 a.C. e il 5 a.C. Si trattava di una raccolta di 21 lettere poetiche immaginarie, d'amore e di dolore, tra le quali 15 scritte da eroine abbandonate dai loro innamorati o mariti, tre da eroi con abbinate le tre risposte. Questa commemorazione  venne ripresa dal poeta  inglese Geoffrey Chaucer (circa 1343-1400) nel poema epico dal titolo ‘La Leggenda delle donne virtuose’ (The Legend of Good Women), nel quale narrò in forma onirica la tragica storia di Fillide, oltre a quella di altre protagoniste storiche e mitologiche rattristate per essere state lasciate dall’amato.

Nel 1882, Fillide e Demofonte vennero rappresentati nella loro speranza appagata, abbracciati e nudi, davanti a un albero di mandorlo fiorito, nell’olio su tela dal titolo 'L'albero del perdono' (The Tree of Forgiveness), dipinti dall’inglese Edward Coley Burne-Jones (1833-1898), uno dei migliori Preraffaelliti in Inghilterra. L’opera, di notevole potenza espressiva, fu anticipata da un acquerello nel 1870, nel cui retro comparivano citate le ‘Eroidi’ di Ovidio. I fiori di mandorlo ispirarono anche più di una decina di quadri al pittore olandese Vincent van Gogh (1853-1890).

Uno dei più famosi fu l’olio ‘Ramo di mandorlo in fiore’, dipinto a Saint Remy de Provence prima di morire, in occasione dell’annuncio della nascita del nipote Vincent Willem, figlio di suo fratello Theo. La posizione dei fiori e la precisione delle linee indicano che fonte di ispirazione per il pittore impressionista fu l’arte dell’incisione giapponese, mentre il soggetto simboleggia l’affacciarsi di una nuova vita. Feste e Sagre Ad Agrigento una tradizione popolare siciliana rinnova ogni anno, dal 1934 la Sagra del Mandorlo in fiore (quest'anno dal 3 all'11 marzo).

E' una festa popolare con l' obiettivo di festeggiare l'anticipo della primavera con il rifiorire dei mandorli e di gioire per il ritorno della vita. La festa si traduce in un'occasione di incontro tra i popoli che, senza linee di confine, si uniscono per ballare e cantare in nome della pace e della fratellanza. La manifestazione centrale di questa festa è, infatti, il Festival internazionale del folklore, in cui, la storia, la cultura e tradizione di tutti i popoli della terra si incontrano stringendosi attorno al millenario tempio della Concordia, accendendo insieme il Tripode dell'Amicizia.

In Germania sono numerose le iniziative popolari sulle piante di mandorlo. Nella regione del Palatinato, è famosa la ‘Sagra dei Fiori di Mandorlo’(Gimmeldingen Mandelblütenfest), organizzata a ricorrenza annuale dal 1935, tra la metà di marzo e l’inizio di aprile. Nel sud del Marocco, lo spettacolo effimero della bellezza naturale dello sbocciare dei fiori viene festeggiato ogni anno, nel mese di febbraio, con il ‘Festival del Fiore di Mandorlo’.

Musicisti, , ballerini e cantastorie allietano per l’occasione il villaggio di Tafraoute, tra le montagne Anti-Atlas, al centro della Valle Ameln, famosa per la produzione di mandorle. Alle tradizioni arcaiche folcloristiche della Spagna appartiene una leggenda araba secondo la quale il califfo musulmano Abd al-Rahman III fece piantare dei mandorli sul terreno collinare attorno al suo palazzo nel villaggio di Madinat-al-Zahra (Medina Azahara), nei pressi di Cordova. Egli voleva restituire il sorriso all’amata moglie Azahara, che soffriva di nostalgia, alla vista dei fiori bianchi assomiglianti al candido manto di neve della Sierra Nevada, che lei un tempo poteva ammirare dalla propria abitazione a Granada.

Fin da prima del XIV secolo nella città di Srinagar nel Nord dell'India è esistito un grande parco giardino ‘Badamwari’ (Alcova di mandorle) ricchissimo di questi alberi. Fin dagli anni 70 è stato meta di raduni spettacoli ed eventi, poi ha prevalso l'urbanizzazione selvaggia erodendo in gran parte il giardino. Dopo anni di abbandono e chiusura la Banca statale dello Jammu & Kashmir si è presa in carico i lavori di ripristino del parco rimasto mettendo a dimora 1.500 piante di mandorlo.

Finalmente nel 2008 il giardino veniva riaperto e riportato all'uso tradizionale. Proprietà del frutto Nel Tesoro della Sanità, scritto dal Medico Romano Castor Durante nel 1679, ai semi di mandorle dolci vengono attribuite le seguenti virtù: "nutriscono assai, ingrassano, aiutano la vista, moltiplicano lo sperma, facilitano lo sputo, purgano il petto, fanno dormire, aumentano la sostanza del cervello, purgano le vie dell'orina, ingrassano i magri, aprono l'opilazioni del fegato, della milza e di tutte le vene, leniscono dalla gola, il loro olio giova ai dolori colici, alle passini del petto.

Si mangiano al principio della primavera, sono appetitose, alle donne gravide levano la nausea. Si mangiano anche d'estate con poco zucchero, e quando il nocciolo è tenerello sono molli e delicate, le amare sono rimedio contro l'ubriacatezza, avanti pasto se ne mangiano sei o sette, ammazzano le volpi, in tutte le cose della medicina sono migliori di quelle dolci. Mangiandone quando sono secche sono di tarda digestione, dimorano molto nello stomaco, fanno dolere la testa". I nostri progenitori avevano selezionato i cibi più adatti allo sviluppo psicofisico, ed i cibi privilegiati erano la frutta, gli ortaggi, gli amidi, i cereali, le fecole, i cibi proteici, i grassi.

Gli antichi mangiavano essenzialmente, semi come noci, nocciole, olive, frutta, grani di cereali di ogni tipo, semole, pane, gallette, miele, olio, ossa di animali, lische di pesci, miglio, farro, mele, pere, uva, bacche, frutti selvatici . Negli scavi, sotto le tribune del Colosseo, sono stati ritrovati resti di gusci di noci, nocciole, semi di zucca, melone, mela, fichi, uva, more, olive, resti analoghi sono stati ritrovati anche nelle tombe Etrusche. Il Mandorlo nella religione Essendo uno dei primi alberi a fiorire, il mandorlo di solito ha il palco tutto per sé.

I suoi fiori bianchi e rosa abbelliscono la campagna invernale, rammentandoci le parole di Salomone: egli paragona i capelli bianchi della vecchiaia al ‘mandorlo che mette i fiori’. Poiché la sua fioritura è precoce, il significato letterale del termine ebraico per mandorlo è appropriatamente “uno che si sveglia”. Per questo motivo nella Bibbia viene usato in diverse illustrazioni vigorose. Per esempio il profeta Geremia vide in visione un germoglio, o ramo, di mandorlo. Secoli prima di Geremia, fu usata una verga di mandorlo fiorita per identificare colui che Geova aveva costituito sommo sacerdote.

Per ognuna delle dodici tribù d’Israele fu posta una verga al cospetto di Geova nella tenda di adunanza. Il mattino seguente la verga di mandorlo di Aaronne non solo era fiorita miracolosamente, ma aveva addirittura prodotto dei frutti! Questa verga fu custodita per un po’ di tempo all’interno dell’arca del patto per ricordare alla nazione di non mormorare mai più contro i rappresentanti costituiti da Geova. Fu desiderio di Geova che il candelabro d’oro a sette bracci che illuminava il luogo santo fosse adornato da raffigurazioni dei bei fiori di mandorlo.

In base alla descrizione di Mosè, “tre calici a forma di fiori di mandorlo erano su un gruppo di bracci, con pomi e fiori che si alternavano; e tre calici a forma di fiori di mandorlo erano sull’altro gruppo di bracci, con pomi e fiori che si alternavano. Così era per i sei bracci che si dipartivano dal candelabro. E sul candelabro c’erano quattro calici a forma di fiori di mandorlo, con i suoi pomi e i suoi fiori che si alternavano”. Le proprietà esoteriche del frutto: la mandorla La mandorla è il segreto che si svela rompendo il guscio, che protegge il seme.

Essendo nascosta, incarna l’essenza spirituale, la saggezza, la sapienza. Ecco perché alcuni riti sacri prescrivono di nutrirsene. Avendo una forma ovoidale , essa è collegata alla matrice, come simbolo di fecondità, di nascita primordiale dell’universo. Rappresenta un spazio chiuso, protetto, e delimita lo spazio sacro separandolo dallo spazio profano: protettrice che separa il puro, l’originario, dall’impuro. Mandorla mistica Con questo termine, conosciuto anche come VESICA PISCIS, si indica una figura simbolica importantissima che deriva geometricamente dall'intersezione di due cerchi aventi lo stesso raggio ed i cui centri giacciono l'uno sulla circonferenza dell'altro.

Il nome deriva dal latino e significa letteralmente "vescica di pesce". Il simbolo era già noto in India, nell'antica Mesopotamia, in Africa e nelle civiltà asiatiche, ma si diffuse ampiamente soprattutto nel contesto cristiano, mediante l'associazione della figura del pesce a Cristo (con la figura dell'”ichthys”, o anche “ictus”, parola greca per pesce, letta dai fedeli della religione nascente come un anagramma di "Iesous Christos Theou Uyios Soter" (Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore) Sucessivamente , la ‘vesica' viene associata all'immagine del Cristo e della Vergine in Maestà, in quanto la Mandorla Mistica anche come rappresentazione della vulva, e quindi della Magna Mater (Grande Madre).La mandorla essendo una figura geometrica formata da sole due linee curve, e dunque un disegno di massima semplicità ed essenzialità, ha fornito nel corso degli anni la base e la struttura di moltissime creazioni artistiche per le civiltà del mondo intero, e non solo: costituisce uno di quei tracciati di base su cui si fondano le complesse architetture realizzate dall'uomo (il gotico ad.

esempio), ma anche dell’universo e l’anatomia degli esseri viventi. Nel corpo umano, gli occhi, la bocca, e quasi tutti gli orifizi attraverso i quali l’interno dell’organismo comunica con l’esterno, sono strutturati geometricamente sulla base della Vescica Piscis. Ma perché questa apparentemente semplice figura geometrica ha avuto una così grande importanza nella raffigurazione dell’intelaiatura dell’Universo e dell’iconografia religiosa ed esoterica? La risposta è insita proprio nella sua origine geometrica: essa segna e rappresenta visivamente l’incontro e la compenetrazione di due mondi o dimensioni dell’essere.

Essa è il nucleo unitario preesistente alla separazione degli opposti (yin e yang), o la loro riunificazione. Rappresenta perciò una sintesi, e l’abbandono o il superamento di ogni dualismo. Così se abbinata al Cristo o ad altre figure messianiche dei culti religiosi fondati sul mistero, la Mandorla Mistica ne svela la duplice natura (divina e umana) riunita. Se associata alla vulva ne rappresenta la funzione di ponte fra il celato e il manifesto, fra ciò che ancora deve nascere e quel che è già venuto alla luce.

Il fatto che molti orifizi umani abbiano questa stessa forma, conferma anche a livello anatomico la funzione mediatrice della Vescica Piscis, ponte e porta fra la sfera interiore e quella esteriore. La Mandorla Mistica è anche simbolo delle fasi dinamiche che intercorrono fra l’inizio e la conclusione di un’eclissi solare, matrimonio per eccellenza delle sfere celesti, nel quale l’unificazione degli opposti risulta esemplificata, almeno visivamente, al suo massimo grado. È quindi metafora dell’opera, cosmica ma anche umana ed interiore, di creazione del paradosso costituito dall’unione di ciò che sembra inconciliabile: luce ed ombra, bene e male, maschile e femminile, alto e basso, spirito e materia, movimento e quiete...In ebraico mandorla si dice “luz” (da notare che secondo una tradizione ebraica, è proprio ai piedi di un mandorlo che si troverebbe la via che permette di accedere alla misteriosa città sotterranea di Luz, dimora dell'immortalità), ed esprime il nocciolo indistruttibile e divino dell'essere, ma anche la luce che manifesta la sua presenza.

Dunque il mandorlo, dal punto di vista simbolico, rappresenta l’essenziale celato sotto l'apparenza e quindi il cuore dell'essere, il divino nell'uomo. Ma importantissimo è anche il significato della Vesica Piscis legato al culto della fertilità. Infatti l'ovale è un simbolo universale del Femminino Sacro, e la forma della vescica richiama anche quella della vulva femminile, il 'passaggio della nascita' e l'origine della vita. In Irlanda e in Inghilterra alcune figure di Sheela-Na-Gig, che possono essere viste in alcune chiese di origini molto antiche e che sono chiari simboli di fertilità, vengono rappresentate nude e con le gambe allargate, apertamente mostrando i loro genitali simbolicamente molto sproporzionati rispetto alla figura.

Non sfugge a questa simbologia nemmeno Maria Maddalena, la stirpe merovingia e il santo Graal: se il Cristo-Pesce è simboleggiato dalla 'vesica piscis' in posizione orizzontale, la mandorla-grembo-vulva-coppa-Graal è la stessa 'vesica' in posizione verticale. Un notevole esemplare di vesica piscis è stato posto sul coperchio decorativo del pozzo del Graal a Glastonbury, all'interno del Giardino del Calice (Chalice Garden). A questo punto è chiaro come questo semplice ed in apparenza banale simbolo grafico racchiuda in sé, invece, una sapienza arcaica molto complessa.

  Elena Manzini

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