Legalità non sempre fa rima con giustizia

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
25 Agosto 2017 08:04
Legalità non sempre fa rima con giustizia

La civiltà di un popolo si giudica dalla sua immondizia. Se io fossi il sindaco di Castelvetrano, lascerei tutto al mio vice e andrei a incatenarmi davanti a Crocetta e farei uno sciopero della fame ad oltranza fino a morire se non adottassero i necessari provvedimenti (Nuove discariche? Inceneritori? Termovalorizzatori? Trattamento Bio-Meccanico? Facciano loro!) per togliere l'immondizia dalle strade.

Non si può? Allora non abbiamo alcuna speranza per il nostro territorio e per il suo sviluppo e i cittadini temo facciano benissimo a non pagare le tasse di fronte a questo immobilismo, a questa corruzione (che non è solo mafia), a questa pretesa che i cittadini siano corretti e puliti, tutti vestiti di bianco a sorseggiare un bloody mary, dopo aver pagato le tasse, seduti tra cumuli di rifiuti, in quella giungla morale e sociale che è già la Sicilia e che sta diventando anche una cloaca a cielo aperto. Questo dovrebbe essere il primo problema di fronte al quale qualsiasi cosa passa in secondo piano, anche le regole e le tasse, per non parlare poi dell'abbattimento delle case abusive a Triscina. Milioni di euro buttati al vento che non miglioreranno di "mancu 'n'anticchia" la vivibilità di quel posto, per altri versi, magnifico.

Si tratta anche della nostra salute non solo dei nostri naso e occhi.

Che il Dott. Caccamo si indigni contro chi paventa un tale pericolo con un "Inaccettabile!", non solo non ci rassicura neanche un po', ricordando Napoli, ma neanche ce lo rende più simpatico.

E invece, dai primissimi provvedimenti che hanno preso sembrano venire dalla Francia o dalla Germania questi commissari.

In Germania vige un sistema di welfare che noi in Italia (lasciamo stare la Sicilia) possiamo soltanto sognare per efficienza e efficacia, i cittadini ricevono servizi più che adeguati e, tutti, pagano le tasse, persino volentieri, a fronte di tanta funzionalità dello Stato. È comprensibile che lì non vengano fatti sconti ai cittadini che sgarrano. Suona, lì, come una punizione “giusta”.

Sembrano essere venuti con l'improbabile intenzione di trasformare Castelvetrano, una città economicamente e culturalmente depressa, più vicina alle città dell'altrettanto depresso Nord-Africa, in una Baden Baden.

Con l'idea, forse, che, minacciando, sanzionando, reprimendo, la nostra città possa diventare "zenith".

Eppure il dott. Caccamo viene da Palermo, il più grande suk d'Italia, non propriamente una Francoforte. Una città dove risultano 6.000 ambulanti di cui però non esiste alcun censimento. Del 40% si sono perse le tracce (sono andati via, hanno smesso, si sono dati all'ippica?), il resto non ha invece mai regolarizzato la propria posizione.

Ora io capisco che non si può, da parte di chi amministra, chiudere gli occhi di fronte a tanta illegalità diffusa.

Per districare i nodi serrati del problema ambulanti, però, ci vogliono buona volontà, idee chiare e tanta, tanta pazienza.

Non si può, per scioglierli, semplicemente tagliare sotto il nodo. Troppo drastico.

Come drastica e senza senso mi è sembrata la decisione di fermare gli ambulanti per speciose ragioni di igiene (igiene?!?!), e perché nel 2017 nessuno ha pagato la TOSAP.

Mai visto un medico, un ingegnere, un impiegato statale, un insegnante vedersi togliere il lavoro perché non paga le tasse. Se i cittadini non pagano le tasse non gli si toglie il lavoro rendendo, peraltro, impossibile che le paghino in futuro.

Se non le pagavano quando lavoravano perché ci si aspetta che le paghino quando non lavorano?

Non si scherza con la pentola dei lavoratori.

Mi sembra un approccio solo punitivo che non lascia speranza. Un approccio da ufficialetti appena usciti dall'accademia che non sanno contestualizzare i problemi.

Per risolvere il problema si fanno i passi necessari con pazienza. Ci si incontra con la parte sociale interessata, si discute di provvedimenti predisposti dagli amministratori, indispensabili per regolamentare una materia che è andata del tutto fuori controllo. E, piano piano, si cerca di risolvere il problema. Non si taglia l'albero alla radice se si possono curare i rami.

E tutto in nome di un malinteso senso della legalità, la quale da sola garantirebbe una migliore vivibilità.

Come se legalità facesse sempre rima con giustizia. Una cosa è la legge, tutt'un'altra cosa la giustizia. Anche quelle razziali del fascismo erano leggi.

Dice il prefetto Caccamo: "Il punto è che al di là della pulizia, non sono mercati regolari. Anche perché i luoghi dove si svolgono non hanno nulla di area mercatale. Non ci sono punti acqua, punti luce, servizi igienici per potere svolgere quel genere di attività. Diciamolo chiaramente: sono attività abusive." Dico io: non ho mai visto a Palermo, a Strasatti, a Marsala, a Mazara, ma neanche a Roma, forse a Milano, "aree mercatali" come le descrive il Dott. Caccamo con punti luce, punti acqua, servizi igienici. Mai. A Parigi e a Londra sì, li ho visti.

Non sarebbe auspicabile che i nostri mercatini, meta, persino, di turisti, fossero dotati di tutti questi servizi utili? Eccome!! Sarebbe una cosa, finalmente, da paese civile. Ma, dio mio, non è mai morto nessuno perché al mercatino non c'è un punto luce o un punto acqua. E in nome di regole non esattamente vitali non si chiude l'attività di centinaia di persone che, con grandi sacrifici, con quella riescono a portare il mangiare e non tanto altro a casa. Lasciateli lavorare come hanno fatto già per anni senza danni, e, nel frattempo, si faccia un progetto, si individuino i luoghi adatti, li si dotino di ciò che è necessario e poi, solo poi, si potranno pretendere le tasse.

Franco La Rocca

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza