La cultura riapre a fine marzo ,ma quando si potrà davvero tornare a fare didattica delle arti? Le riflessioni di Giacomo Bonagiuso

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
28 Febbraio 2021 08:55
La cultura riapre a fine marzo ,ma quando si potrà davvero tornare a fare didattica delle arti? Le riflessioni di Giacomo Bonagiuso

Dal prossimo 27 marzo i teatri e i cinema potranno riaprire, ma ancora una volta dimostrando un’assoluta ignoranza delle dinamiche di funzionamento delle produzioni teatrali o cinematografiche si riapre senza fornire gli adeguati strumenti per far si che queste aperture non siano solo di facciata. Vi proponiamo una interessante riflessione sull’argomento da parte del regista Giacomo Bonagiuso.   Io vorrei chiedere quando. I cinema, i teatri. Va bene. Fine marzo... Va bene. Ma io chiedo quando potremo tornare a fare didattica delle arti.

Quella cosa che precede la messa in scena, quella cosa che forma, che fa crescere, che crea attori, performer, ballerini. Sarò presuntuoso: che forma persone. Quando? Solo nei salotti di casa come clandestini?? Quando potremo vederci senza la paura di essere dei fuorilegge, degli untori, in un luogo sufficientemente grande, con poche persone per volta, sicuramente con quei meccanismi di aerazione, disinfezione, sanificazione che lo Stato ci ha "consigliato" di installare nelle nostre palestra/sale di danza/scuole di teatro/ginnasi, o all'aperto addirittura? Quando qualcuno unirà alla parola arte anche la parola didattica? Come se il teatro fosse una ripetizione del già fatto.

E il nuovo? Quello che urge da dire e nel modo che questo tempo ci consegna? Dimenticati? Di più. Obliati. Associati a generici "centri culturali", tra ludoteca e scuola di danza. Ma senza nome. Meno che palestra, forse. Che cosa siamo noi che osiamo condurre Scuole di teatro? Quelle che non puoi simulare con un video mangiasoldi? Perché il teatro non puoi farlo vivere a nessuno coi video mangiasoldi (di chi magari deve pure campare). Chi siamo noi? Esistiamo? Ci siamo? Associazioni culturali non riconosciute.

Sembra una nemesi. Nomen Omen. Sì, organizziamo cose, facciamo progettini. Anche progettoni. Coi denari. Campiamo. Galleggiamo. Siamo i draghi della resilienza. Ma. Ma la parte meno proficua economicamente del nostro fare, il laboratorio con i nostri bambini, i nostri giovani e le persone non più giovani che ci onorano della loro fiducia? Noi quello sappiamo fare. E bene. Cosa rispondere a quella cinquantina di persone? A noi stessi. Siamo chiusi? Non esistiamo? Ma c'è quello che fa il corso on line...

E quelli che si vedono lo stesso a casa per provare. Ma come on line? Ma cosa provano se prima non... Basito. Ammutolito. Noi nelle regole non ci siamo. Chiusi per analogia. Fantasmi. Questo siamo. I teatri grandi prendono un botto di denaro per star buoni e tacere. Quelli piccoli stanno morendo. E noi che siamo quelli che creiamo le basi d'arte per il teatro di ricerca? Noi che facciamo? Esistere? Questo il problema.   Giacomo Bonagiuso

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