In ricordo di Mirea donato uno strumento all’ospedale

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
20 Agosto 2017 21:01
In ricordo di Mirea donato uno strumento  all’ospedale

Il cuore di una madre è uno di quegli insondabili misteri che popolano le nostre vite. Il cuore di una madre è capace, seppur essendo finito in mille pezzi, di ritrovare nuova linfa e di ripartire per onorare la memoria di chi ha saputo lottare con le unghie e con i denti perché amava quella vita che con lei era stata così ingiusta.

Questa è la storia di una bimba coraggiosa ,che purtroppo ha perso la battaglia contro quel mostro che l'ha divorata, e di una madre che contro ogni convenzione sociale ha deciso di non piegarsi al dolore, di non cadere nel tunnel di un pur legittimo sconforto, ma di cercare in ogni modo di reagire al dolore più grande ed innaturale che un genitore possa subire, quello della perdita di un figlio. " Lo faccio per dare un senso alla forza incredibile che aveva una bambina di 11 anni che nonostante tutto non hai mai perso quel sorriso contagioso- a parlare è Anna Indiano la madre della piccola Mirea- lo scorso 5 giugno il cuore della mia piccola guerriera ha cessato di battere per sempre, di fronte a me c'erano due strade lasciarmi andare allo sconforto o provare a reagire perché era quello che avrebbe voluto mia figlia."

Allora superati i giorni terribili successivi al dramma questa giovane mamma, con il sostegno del marito e degli altri due figli, decide di fare qualcosa per quella struttura ospedaliera che per quattro lunghi anni è stata la seconda casa della dolce Mirea La Rosa, l'ospedale Giuseppe Di Cristina di Palermo. A dispetto di tutto quello che si dice sulla malasanità, il nosocomio palermitano è una struttura fatta di medici e paramedici che con grande umanità e passione seguono, pur con mezzi ridotti, i pazienti ivi ricoverati.

" Ho deciso di acquistare un presidio sanitario importante come lo sfigmomanometro portatile che sarà da oggi utilizzato per i piccoli pazienti in luogo del vecchio che ormai cadeva a pezzi- continua Anna- un piccolo modo per dire grazie al dr. Mario Vallone, al primario Giovanni Corsello ed alla dottoressa Francesca Cardella che per quattro anni si sono presi cura prima di tutto di mia figlia e poi hanno profuso tutto il loro impegno per curare la patologia che è talmente rara da contare pochi casi al mondo.

" E così nei giorni scorsi la mamma di Mirea si è recata in ospedale, dove ha si rinnovato il dolore ma al contempo ha potuto toccare con mano l'affetto di tutto il personale che aveva nella piccola una vera e propria mascotte e che di lei ammirava la straordinaria forza d'animo, nonostante le decine di interventi subiti, ed i lunghi mesi di ricovero. Ha consegnato l'importante apparecchio ed ha rinnovato la volontà a portare avanti qualche altra iniziativa per ricordare Mirea e per aiutare altri bambini.

A chi le chiede dove trovi la forza Anna risponde:" Viviamo in una società di stereotipi, pregiudizi e convenzioni, nella qualequando il tuo atteggiamento differisce dalla massa è strano e criticabile.Per quanto mi riguarda il ruolo della donna disperata è lacerata dal dolore, non è un personaggio da mettere in atto ogni qualvolta mi trovo al cospetto di chi chiede "Come stai!".... Il dolore non va recitato per convenzione, come rito in un lutto orribile.Il dolore è personale, privato e incomprensibile, quindi per chi volesse mettersi nei miei panni, non lo faccia e non aspetti il dramma, io vado avanti, mi sforzo di sorridere e di ricominciare per me, per chi amo e per chi vive nel mio cuore e riesce con il suo ricordo a darmi ancora la forza di reagire." Piccola Mirea il tuo percorso terreno è stato troppo breve ma il patrimonio di amore che hai lasciato è veramente inestimabile.

E nessuno muore realmente finché vive nel ricordo di chi lo ha amato.

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