Giornata del fiocchetto lilla, come riconoscere e curare i disturbi alimentari

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
14 Marzo 2021 23:14
Giornata del fiocchetto lilla, come riconoscere e curare i disturbi alimentari

È chiamata la giornata del fiocchetto lilla ed è stata istituita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Una giornata nazionale sui disturbi alimentari che, oggi, festeggia il decimo anniversario. Un giorno che mira a sensibilizzare e informare su un fenomeno in costante aumento. I disturbi del comportamento alimentare, infatti, sono in Italia la seconda causa di morte tra i giovani. «I disturbi più invalidanti e conosciuti – afferma Davide Norrito, psicologo psicoterapeuta specializzato in Disturbi Alimentari – sono l’anoressia nervosa e la bulimia.

L’anoressia consiste nel percepirsi e vedersi sempre troppo grassi nonostante il continuo dimagrimento. È la perdita stessa di peso che alimenta a livello psicologico l’ossessione per il cibo, che viene percepito come un nemico da combattere. Quando questo circolo vizioso viene mantenuto nel tempo, la persona riesce a giungere ad una sorta di “anestesia motiva”. Si distacca dalle sensazioni sgradevoli, costruisce un’armatura che la “difende” dalle emozioni, ma che al tempo stesso la imprigiona sempre di più fino a soffocarla.

In realtà il corpo, difendendosi dalla carenza di cibo, produce delle neurotossine eccitanti per cui chi ne soffre, pur mangiando poco, sente di avere delle energie instabili. Il problema viene quindi alimentato dai suoi stessi effetti. La bulimia, invece, è la totale perdita di controllo sul cibo. Ci si abbandona a pesanti abbuffate, oppure la perdita di controllo potrebbe essere costante, per cui agli effetti si mangia quasi in continuazione durante tutta la giornata». Ma tra i disturbi alimentari più diffusi tra i giovani si fa spazio, sempre di più, la sindrome da vomiting.

Secondo degli studi del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, questa problematica nasce dalla paura di ingrassare e, poi, si trasforma gradatamente nel piacere di mangiare e rigettare, diventando una vera e propria ossessione. «All’atto pratico – continua lo psicologo Norrito – la persona che restringe pesantemente il cibo, o anche la persona che mangia compulsivamente, può scoprire di poter mangiare a sazietà e poi andare a vomitare tutto. La persona sviluppa, successivamente, difficoltà nella sfera privata e sociale e difficoltà sessuali.

Tale fenomeno è molto più evidente al femminile che al maschile. L’anoressia e la bulimia, invece, sono presenti anche nella popolazione maschile e sempre più precocemente. Qualche mese fa, ad esempio, ho aiutato un ragazzino di dodici anni, e sostenuto la famiglia molto preoccupata, ad uscire da un problema invalidante di anoressia. Se si interviene nella maniera corretta, il cambiamento si dimostra efficace e stabile». Sì, perché i giovani muoiono di questi disturbi soprattutto per la mancanza di cure specifiche.

«La problematica – ha dichiarato Davide Norrito – richiede interventi specifici, mirati ed in alcuni casi assolutamente urgenti. Ritengo che bisogna stare molto attenti ai presunti specialisti. Posso dire con certezza, però, che il metodo riconosciuto a livello mondiale come Best Practise nell’ambito dei disturbi alimentari è proprio quello ideato e progettato dalla Psicoterapia Strategica Breve, della quale ci sono centinaia di professionisti in tutta Italia. Abbiamo un’eccellenza dentro casa e rischiamo di non esserne informati.

Questo approccio terapeutico ha formulato degli specifici protocolli di trattamento per ogni problematica alimentare con un grado di efficacia, dimostrata nel campo di oltre l’80 % con i disturbi più gravi e invalidanti». Parlare e farsi aiutare è il primo passo per combattere questi disturbi. Ed è proprio questo l’obiettivo della giornata del fiocchetto lilla. Perché i disturbi alimentari sono quasi un tabù e non vengono percepiti come un campanello d’allarme di un disagio. Altre volte, invece, è difficile capire come bisogna comportarsi.

«Il consiglio – conclude lo psicologo Davide Norrito – è quello che darei in generale per qualunque tipo di problema: nel momento in cui ci si rende conto che, dopo diversi tentativi, non riusciamo a cambiare la nostra situazione, o quella di un familiare o amico, bisogna rivolgersi senza indugio ad un professionista preparato e strettamente specializzato per quel tipo di problema. Mi sento di dare un altro consiglio: anche se avessi trovato il professionista sulla carta più preparato nel campo ma mi rendo conto che dopo qualche settimana il problema non migliora, è meglio cambiare terapeuta.

Sono del parere che, se una strategia funziona non bisogna aspettare tempi biblici per manifestare dei risultati concreti. In tal caso il problema non siamo noi ma è la strategia che, evidentemente, non funziona. Quindi è meglio cambiare il terapeuta». Chiara Conticello

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