Con questo appello accorato alla Pace, in una delle notti più buie dell' umanità, saluto i lettori di "Faro di Posizione" e li invito a restare aggrappati alle parole come 'Santuari di Pace' e non come 'Sudari di Guerra'. Ci rivediamo a settembre. A tutti voi Buone Vacanze.
Continuiamo a costruire 'Bellezza' che salva dalle macerie!Bia Cusumano
7 giugno 2025
Buonasera a tutti: “Sindaci della provincia di Trapani, Istituzioni presenti, Istituti Scolastici, Forze dell’Ordine, Don Undari, Don Giacomo, Associazioni coinvolte, uomini, donne e bambini, nessuno escluso. Buonasera e grazie per aver accolto il mio appello accorato. Grazie per il vostro sì. In questi giorni mi sono chiesta cosa potere dire in apertura di questo Flashmob per la pace e in che veste parlare, se da docente, da operatrice culturale, poeta, intellettuale di questa cittadina o se da Presidente del Palmosa Kore A.P.S.
Ho deciso di parlare semplicemente da donna. E da donna di rivolgermi a tutti voi come uomini e donne della provincia di Trapani. Tutti qui oggi presenti in questo momento siamo al servizio di una sola parola. Poche lettere la compongono eppure è la più ardua da realizzare: Pace. Mi rivolgo ai primi cittadini della provincia di Trapani, con umiltà estrema vi ricordo l’orgoglio che avete provato quando avete indossato la fascia che portate al petto con i colori della bandiera italiana.
Avete giurato sulla nostra Costituzione di essere al servizio dello Stato Italiano. Allora sempre con umiltà ricordo a tutti voi e tutti noi che è contenuto in un articolo della nostra Costituzione, l’articolo 11 una ferma e decisa presa di posizione: “L’ Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e promuove un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni.” Non è scritto rifiuta, ma ripudia e le parole hanno un peso specifico e un valore assoluto.
Ripudiare è condannare, aborrire, provare orrore. Ecco, è orrore quello che oggi proviamo noi tutti per quello che sta accadendo a Gaza sotto i nostri occhi. E non possiamo più tacere e volgere lo sguardo altrove. Nessuno di noi può farlo. Non è solo la mano che affonda il coltello, sgancia le bombe o scaglia i proiettili, la mano omicida e colpevole. Siamo tutti complici, collusi e colpevoli del dolore dell’altro se non facciamo nulla. Non può essere un nostro privilegio vivere da questa parte del pianeta terra, al sicuro da bombe che sventrano case, strade, palazzi, piazze, scuole, ospedali, corpi.
Non può essere un nostro privilegio essere occidentali al sicuro con abiti puliti, letti comodi, cibo per nutrirci, libri per studiare, strade in cui camminare protetti. Non può essere una colpa per i nostri fratelli che vivono dall’altra parte del suolo terrestre essere nati lì tra massacri e orrori, brutalità e violenze, tra stenti, fame, sete, schegge, bombe, soprusi, sevizie. Perciò vi prego Sindaci della provincia di Trapani, permetteteci ancora di essere orgogliosi di essere Italiani, permetteteci di tornare a chiamare fratelli i popoli che hanno altre storie, culture, tradizioni e che oggi sono minacciati nella dignità, integrità e nei diritti di esseri umani.
Ditemi come si può tollerare come nulla fosse il massacro di bambini innocenti che potrebbero essere vostri figli, vostri nipoti. Mi rivolgo a tutti noi qui riuniti oggi, come abbiamo potuto permettere che 20 mila bambini, numero noto ad oggi, siano stati uccisi sotto i nostri occhi di uomini e donne civili. Non ci può essere alcuna civiltà e nessuna umanità lì dove vengono violati i diritti fondamentali della vita umana. Da docente un giorno non vorrò spiegare ai vostri figli e ai vostri nipoti il perché di Gaza, il perché della cultura della morte e della violenza sadica e abominevole.
Vi prego Sindaci qui presenti, siate costruttori di pace, prima di tutto nelle vostre comunità e poi seduti ad un tavolo di trattative, cercate con gesti concreti di essere i protagonisti di un manifesto che possa assicurare e garantire a tutti il diritto alla vita e la possibilità di non invocare la morte a soli 5 anni, perché ci sono bimbi che lo continuano a fare e sì hanno soltanto 5 anni. Disperati chiedono di morire perché ridotti senza arti, senza cibo, senza acqua, senza vestiti, senza genitori, ridotti a carcasse umane.
Vi prego, la storia la si scrive insieme, non da soli. Vi ho chiamato ad uno ad uno, ho cercato le vostre voci, i vostri volti, i vostri sì, ci sono, ci sarò. Che questo flashmob non sia semplicemente un momento di incontro che si concluda rientrando nelle nostre comode case. Che questo flashmob sia l’inizio di un cammino di pace se pur arduo e minacciato da tante derive di morte e violenza. Io, Signori Sindaci vi ho chiamato per nome e con il mio nome mi rivolgo a voi. Sono una donna di pace e per la pace.
E la pace adesso va costruita con gesti concreti, con scelte autentiche, con il coraggio di dire basta alla barbarie, allo sterminio, al massacro. Che la provincia di Trapani sia un coro unanime concorde e solidale, in nome di una parola sola. Che la provincia di Trapani raccolta in questa piazza sia un esempio tangibile che insieme a grande voce, con fermezza e coraggio, la storia si può ancora cambiare. Che le parole oggi tornino ad essere santuari di pace e non più sudari di guerra.
Che io a vostri figli possa dire un giorno: noi c’eravamo, noi tutti, senza differenza di colore politico, bandiere di appartenenza, diversità di colore, credo religioso, ruolo e genere. Noi, il 7 giugno del 2025 eravamo a Castelvetrano, in piazza, insieme, sfidando il caldo torrido di questa giornata per alzare forte la nostra voce. Noi ci abbiamo provato a riconvertire la rotta scegliendo il dialogo, l’abbraccio, l’ascolto, la cura, la cultura della vita e dei diritti. Noi abbiamo avuto il coraggio di dire NO.
Grazie per aver accolto le mie parole che vi consegno come semi da portare nelle vostre comunità, paesi, città, presso i Palazzi delle Istituzioni, e che consegno ai miei concittadini per tessere e costruire la pace attraverso il dialogo, il confronto e la capacità di essere tutti dalla stessa parte, oltre ogni possibile conflitto e divergenza.”
Bia Cusumano