Elena Manzini ci racconta una storia di malagiustizia italiana: i beni sequestrati, “sempre nell’ultimo cassetto”

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
10 Giugno 2020 09:49
Elena Manzini ci  racconta una storia di malagiustizia italiana: i beni sequestrati, “sempre nell’ultimo cassetto”

E' una storia che ha dell'assurdo ma stramaledettamente vera. Ora tutti ad occuparsi dell'affaire Palamara & C., ma ci sono anche quegli "affaires" che colpiscono le persone "comuni", incappate in una pseudo giustizia che non rispetta nemmeno se stessa. Carlalberto Li Vizzini (nome di fantasia, ovvio documenti e prove sono in mio possesso) arrestato (sinceramente leggendo le carte non c'ho ancora ben capito per cosa) si vide sequestrare (cosa normale) anni fa, un i-Phone nero con relativa custodia ed un'agenda rossa.

A nulla in almeno una decina di anni sono valse le richieste a chi di competenza di poter rientrare in possesso dei propri beni, vista che la condanna era già stata scontata da un pezzo. Al Tribunale di Trapani: non si trovava nulla. Spariti! Saltai sulla sedia quando lo appresi!!!!! Ma com'è possibile che vadano persi dei beni sequestrati? Sequestrati non da un cittadino qualsiasi ma da un T R I B U N A L E. In questa assurda vicenda c'è un qualcosa che definisco di ritorno: il colore rosso.

Pure ig. Li Vizziniil s si è visto sequestrare (e per ora è data per (di)persa) un'agenda rossa. Colore non gradito nei tribunali? Evidentemente…Ora mi sovviene che anch’io ho un’agendina rossa dove ho scritto negli anni i miei pensieri, volendo posso farla pervenire a chi di competenza….E vabbè il colore rosso non piace, ma la Ferrari è rossa! Il pianeta Marte è rosso! Anche la televisione di Topolino è rossa! Posto che le agende rosse non sono ben viste…in questi giorni è accaduto un qualcosa di clamoroso.

Sarà per Mr. Covid-19 (gli uffici anche dei tribunali saran ben stati riarredati…), sta di fatto che “nell’ultimo cassetto” di una scrivania (quando si perdono le cose…sempre in fondo al cassetto stanno)…et voilà come per magia è stato rinvenuto l’i-Phone (oramai reperto di antiquariato) del sig. Carlalberto. In sostanza la Corte d’Appello di Palermo in esecuzione del provvedimento del 30 giugno 2017 (irrevocabile il 23 ottobre 2018) sentenziava” il dissequestro parziale e contestuale restituzione di un telefono cellulare di marca i-Phone nero e relativa custodia unitamente alla sim”.

Ohibò! Mi sovviene una domanda: qualcuno l’aveva mai cercato in questi anni? O magari nel tentativo di scoprire cosa potesse celarsi tra quei tasti, tra quella sim anteguerra, tra quella rubrica lo si è smontato e poi non si era più riusciti a rimettere assieme i pezzi? In tal caso sarebbe bastato chiamare un ragazzino del giorno d’oggi che in men che non si dica avrebbe scoperto persino luogo, data, ora e minuto di fabbricazione. Carlalberto Li Vizzini ha finalmente il suo i-Phone d’epoca.

Manca ancora l’agenda rossa….Non è che magari nel fare le “pulizie” nei vari tribunali della Sicilia Occidentale riescano a rinvenire pure quella? In essa non c’è nulla da svitare, collegare e scollegare…E’ un’agenda, ma rossa! Elena Manzini

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