Agricoltura e non solo: Nuovi finanziamenti con molti dubbi

Elena Manzini ci parla del decreto che dovrebbe aiutare i giovani in agricoltura, ma come al solito le cose sono diverse

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
31 Ottobre 2021 09:30
Agricoltura e non solo: Nuovi finanziamenti con molti dubbi

Premesso che in Italia come Ministri dell'Agricoltura ed Economia da parecchi anni abbiamo personaggi che non sanno nemmeno cosa vuol dire prendere n mano una vanga o una zappa e nemmeno come si manda avanti una famiglia con pochi soldi come la maggior parte degli italiani. Quel che è peggio, è che, più passa il tempo, più vanno a ricoprire il ruolo persone sempre più incapaci. Bravi, però, a sbandierare quel poco o nulla che fanno. Tutti o quasi laureati ma di lavoro vero e proprio in campagna zero.

Ora è la volta del Ministro Stefano Patuanelli (ingegnere specializzato nelle opere pubbliche…). Di concerto col Ministro dell’economia e delle finanze, Daniele Franco hanno messo a punto un decreto a favore dell’autoimprenditorialità in agricoltura e del ricambio generazionale. Hurrà, hurrà vorrebbe da esclamare. Nella realtà non c’è nulla di cui esaltarsi: un decreto che prospetta aiuti a chi ha già e non a chi vorrebbe costruire dal nulla. Un decreto che dovrebbe aiutare i giovani dai 18 ai 41 anni e le donne (di qualsiasi età) per operare nel mondo agricolo.

Tutto appare ottimale: mutuo agevolato a tasso zero per un importo pari al 60% delle spese ammissibili; un contributo a fondo perduto fino al 35% della spesa ammissibile. I requisiti per le imprese richiedenti le agevolazioni: a) essere attive ed esercitare esclusivamente attività agricola; b) avere sede operativa nel territorio nazionale c) essere amministrate e condotte da giovani di un’età tra i 18 e 41 o le donne (di qualsiasi età ) in possesso della qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale o Coltivatore diretto.

E’ al punto C che, come si suol dire, casca l’asino, o meglio gli asini.

Non è così semplice diventare Iap o Cd. La logica suggerirebbe che uno si iscriva all’inps, abbia una partita Iva agricola e possa da quel momento pagarsi i contributi, scegliere il regime Iva più appropriato. Logica. Ma i nostri politici non viaggiano per logica ma per complicazioni. Intanto per diventare Iap o Cd devi almeno avere già una determinata estensione in ettari (che varia da regione a regione). In Lombardia, ad ex, “bastano” 3ha (il che significa avere un gran bel capitale visti i prezzi dei suoli agricoli nella regione), in altre si arriva ai 5ha. Orbene, ditemi quale giovane (se non di famiglia di imprenditori agricoli con un bagaglio corposo di terreni) può permettersi l’acquisto di 3ha di terreno. Un Decreto che nella sostanza non aiuta chi vuole fare agricoltura, partendo da zero o dal basso, bensì chi ha già un’azienda consolidata.

Miei “cari” (costate un botto al Popolo italiano) Patuanelli e Franco, basterebbe togliere il vincolo degli ettari posseduti e si avrebbero più giovani e donne in Agricoltura con conseguente diminuzione della disoccupazione.

Elena Manzini

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