Si è spento Totò Schillaci, l'Italia del calcio piange un mito. Il nostro ricordo

Indimenticabili i suoi gol a Italia '90. Nelle ultime ore le sue condizioni sono fatalmente peggiorate

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
18 Settembre 2024 12:04
Si è spento Totò Schillaci, l'Italia del calcio piange un mito. Il nostro ricordo

Certamente la partita più importante della sua vita, la partita della vita, la partita contro un brutto tumore al colon per il quale era stato già operato due volte. Non ce l'ha fatta stavolta Totò Schillaci, l'eroe di Italia '90 si è spento all'Ospedale Civico di Palermo ove dal 7 settembre era stato ricoverato per le sue gravi condizioni nel reparto di pneumologia. Il bomber della Nazionale, della Juve e dell'Inter sembrava nei giorni scorsi rispondere alle cure del medici tanto che i bollettini segnalavano un leggero ma costante miglioramento. Nelle ultime ore le sue condizioni si sono però aggravate fino alla morte. La camera ardente potrebbe essere allestita nello stadio Renzo Barbera del Palermo.

Sarà difficile dimenticare per quanti amano il calcio e ne ha vissuto l'epoca d'oro degli anni '80 e '90 i suoi occhi spiritati dopo il gol segnato (dopo esser subentrato ad Andrea Carnevale nei minuti finali) all'Austria nella partita d'esordio del Mondiale 90 in Italia. Totò Schillaci era diventato il protagonista, insieme ad un giovane Roberto Baggio (insieme nella foto dopo il gol di Schillaci nella partita contro la Cecoslovacchia), di quel Mondiale segnando 6 reti e sfiorando l'impresa (arrestata dall'Argentina di Maradona nella semifinale disputata a Napoli) della vittoria della Coppa del Mondo.

Furono le famose "Notti Magiche" così denominate dal nome della canzone ufficiale del Mondiale scritta ed interpretata da Gianna Nannini e Edoardo Bennato, colonna sonora di un sogno coltivato da quella generazione e probabilmente la chiosa ad un decennio vissuto in chiaroscuro, quello illusorio degli anni '80. Il centravanti palermitano deve proprio alla maglia azzurra il suo momento di maggior gloria. Era originario del quartiere popolare del Cep, non nascondeva di aver trascorso un'infanzia ed una gioventù difficile, in un contesto bordeline, il talento e la passione calcistica lo avevano salvato da un altro tipo di cronaca.

Dopo una grande trafila fra squadre giovanili Totò si affermo a Messina dove fu capocannoniere nel 1989 in Serie B. Così passa alla Juventus, non la migliore di sempre, ma Totò si fa valere facendo mostra delle sue spiccate doti per il gol. Dopo qualche anno passa all'Inter senza per la verità mai più raggiungere quell'exploit del triennio 89-91, fino a concludere la carriera in Giappone, al Jubilo Iwata, pioniere dell'approdo dei calciatori italiani all'estero. Dopo il ritiro del calcio, forte della sua fama, era stato ospite in diverse trasmissioni, pure in qualche reality show.

Totò era però tornato nella sua Palermo ad insegnare calcio ai più piccoli, in quel quartiere che gli aveva dato i natali; consapevole che lo sport fosse uno strumento di riscatto umano, sociale, oltre che economico. Poi era arrivata la brutta malattia e gli occhi di Totò cominciarono a perdere quella luce magica... Grazie di tutto, vogliamo ricordarti con quanto scritto su uno striscione apposto sull'A29 Palermo-Mazara del Vallo dopo quel gol all'Austria: "Dio c'è ma Totò manco cugghiunia".

Francesco Mezzapelle         

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