Storie di violenza, Elena Manzini continua a raccontarci la storia di Alice

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
02 Dicembre 2019 12:18
Storie di violenza, Elena Manzini continua a raccontarci la storia di Alice

Il racconto delle angherie subite da Alice potrebbe diventare un libro, un tomo dove ogni riga di ogni pagina denota terrore, paura, violenza. Altrettanto si potrebbe fare con le vicende legate alla sorella Alessandra ed alla madre Virginia, di loro non ne scriverò in quanto non me lo hanno chiesto espressamente (così qualcuno che si è sentito "toccato" dalla vicenda potrà mettersi il cuore in pace). Una cosa che è completamente estranea al mio modo di vedere la vita, è girare la faccia dall'altra parte, indignarsi perché "certi affari di famiglia" sono resi pubblici, scrivere ad Alice o a me in privato anziché scrivere una nota alla redazione per smentire quello che ho scritto.

Veniamo però alla violenza subìta e che subisce questa donna (non ultima una lettera di minacce scritta dal padre nei suoi confronti, di cui ovviamente abbiamo copia). Alice si ritrovò in un certo senso "appioppato" un matrimonio. "Io conobbi il mio ex marito ad un matrimonio dove mi fu presentato da conoscenti. Mi era sembrato una brava persona anche se era molto chiuso, ermetico, ma tutti quelli che conoscevo mi dissero che era una persona bravissima". "Fatto sta che durante il fidanzamento, nonostante io gli facessi delle domande inerenti il matrimonio o i figli e tanti altri argomenti, lui continuava a non darmi risposte, tergiversare.

Anche intimamente sembrava bloccato, strano ma nonostante tutti i dubbi, decisi di sposarlo." In quello che sarebbe diventato suo marito, di cui credeva di essere innamorata al quale aveva iniziato a voler bene, all'inizio aveva visto colui che le avrebbe potuto far vivere il sogno di una famiglia felice, il sogno di fuggire da una casa di violenza. Matrimonio ben visto dal padre, che vedeva nel futuro genero un "buon partito". Ben presto, quello che per tante donne è la realizzazione di un sogno, si rivelerò una bolla di sapone.

Dopo i primi tempi in cui in genere tutto appare bellissimo, i difetti non si vedono, Alice si rese conto che il suo ruolo era quello della "bella statuina": la donna che aspetta il marito, lava, stira, prepara da mangiare, muta, non contesta, sorrisi prestampati durante i pranzi con i suoceri. Via via lei si rese conto di essere divenuta trasparente per quell'uomo che chiamava marito. "Durante il matrimonio ci furono vari litigi ed incomprensioni.

Diverse volte me ne andai per poi fare ritorno. In uno degli ultimi litigi lui tenne a precisare il fatto che, durante la sera del fidanzamento ufficiale, mio padre gli promise di lasciargli diversi beni di sua proprietà , ma però fino a quel momento, mio padre non gli aveva ancora intestato i beni promessi. Io ero all'oscuro di tutto ciò. Mi sentii come trasportata in un remoto paesino dove vige l’islam integralista". "Quella brava persona come descrivevano tutti, si rivelò un uomo arido, tirchio, con un rapporto quasi morboso con la sua famiglia, in special modo la madre e le sorelle (una in particolare, con la quale si recava a fare le visite urologiche a causa di un problema di salute, io non esistevo).

Un uomo che mi lasciava sempre sola in casa, mai una vacanza per noi, un uscita da soli anche solo per una passeggiata, un caffè". Da una parte la "fuga" dalla casa delle violenze dall'altra un matrimonio che si stava sfaldando, dove non è mancata la violenza. "Tante volte lui durante le discussioni mi afferrava per il collo e mi sbatteva contro il muro. Se chiedevo chiarimenti, mi ignorava e io rimanevo nottate intere a piangere. La nostra vita coniugale era fatta di silenzi, televisione, telefono cellulare, la parola dialogo era bandita.

Non aveva alcun rispetto anche per il lavoro che facevo in casa: dove io pulivo lui sporcava di proposito. Come accadeva in bagno dove lasciava tutto imbrattato dopo aver evacuato. Nei muri di casa faceva dei buchi e vi versava l'olio esausto che toglieva dal suo chiosco . Oltre alle varie bottiglie sparse per casa contenenti il suddetto olio. In casa aveva messo il riscaldamento a pavimento ed aveva fatto in modo di poterlo accendere solo lui, doveva decidere che temperatura avere in casa anche se io morivo di caldo o di freddo a lui non importava nulla".

Spesso Alice telefonava alla madre, la quale ogni volta si sfogava delle continue violenze psicologiche del marito. Un giorno, dopo aver sentito il grido disperato della madre perché il marito voleva buttarla dal balcone Alice corse subito in quell'abitazione.

"Ho chiamato subito i carabinieri e li ho attesi là. E' successo l'incredibile. Quell'uomo (ufficialmente mio padre) sbraitava la qualsiasi cosa. I carabinieri ci chiesero se volevamo fare denuncia. Mia madre era svenuta sul divano, io non capivo più nulla. Fare una denuncia significava non poter più recarmi in quella casa.” Visto e considerato che le "esternazioni" di quel padre erano ben note, mi nasce una domanda: possibile che per l'Arma non fosse stato possibile procedere d'ufficio? "Lui faceva il diavolo a quattro, uno dei carabinieri gli disse di stare calmo visto che mia madre era quasi svenuta.

Venne poi lo psichiatra a cui mia madre fu costretta a fare ricorso a causa della depressione dovuta a quella situazione invivibile. Il dottore visitò mia madre. Nel frattempo mio padre parlava, urlava, entrava ed usciva continuamente di casa." La paura ebbe però il sopravvento non fu fatta alcuna denuncia. Anche in quell'occasione Alice ritornò nella casa coniugale che le divenne sempre più stretta. Fino a quando prese la decisione di ascoltare quella voce che le veniva da dentro e che le diceva che era giunto il momento di riprendersi la sua vita, di non essere trasparente a nessuno.

Una separazione simile a tante altre, dove si stava per convenire ad una separazione consensuale (le fu persino chiesta la disponibilità a chiedere l'annullamento). Alice, non conoscendo la materia legale si consultò con chi ne sapeva più di lei (ora mi domando in realtà cosa ne sapesse quel qualcuno...). Sta di fatto che le fu consigliato di andare in giudiziale...E si sa, quando si rinuncia ad una separazione consensuale, aumentano le spese, e….. Elena Manzini Fine Quarta Parte (segue)

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