Siria, rifugiati: quindici scatti raccontano la normalità ritrovata a Palermo di una famiglia siriana dopo la fuga dai territori devastati dall’Isis

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
08 Novembre 2019 14:04
Siria, rifugiati: quindici scatti raccontano la normalità ritrovata a Palermo di una famiglia siriana dopo la fuga dai territori devastati dall’Isis

Sabato 9 novembre alle ore 10,30 presso Opificio delle idee ( via Danisinni 38) L’iniziativa è stata promossa dal Rotary club Palermo Ovest in collaborazione con Insieme per Danisinni onlus e con il patrocinio della Consulta delle culture e del Comune di Palermo. La mostra è stata  inserita nel programma della Biennale arcipelago mediterraneo Il reportage fotografico: “La mia Siria a Palermo” La guerra scoppiata in Siria nel 2011 ha generato migliaia di morti tra i civili e provocato la fuga oltreconfine di intere famiglie che sono state costrette a vivere nei campi profughi in Libano, Giordania e Turchia.

Alcune di queste famiglie sono riuscite per fortuna ad arrivare in Europa. Così è accaduto alla famiglia protagonista del reportage fotografico “La mia Siria a Palermo” della giornalista Tiziana Gulotta. Bushra e Naem, genitori di quattro bambini, sono scappati da un piccolo villaggio nella provincia di Hasakah, nella Siria Nord orientale, uno dei territori  devastati  dall’Isis e zona colpita di recente dall’offensiva militare turca. In Siria, Naem faceva il ristoratore e la sua vita scorreva tra il lavoro e la famiglia fino a quando la tragica realtà della guerra li ha costretti a scappare nel vicino Libano, in uno dei più affollati campi profughi dove scarseggiano i mezzi per fronteggiare un’emergenza che ormai è diventata la norma.

La storia di Bushra e Naem, è simile a quella di migliaia di connazionali che hanno perso tutto, casa, affetti, lavoro e sono fuggiti dalla loro terra in cerca di un posto sicuro. Nel 2016, la coppia e i quattro figli sono arrivati in Italia attraverso i corridoi umanitari, un progetto pilota della comunità di Sant’Egidio. Dopo una prima esperienza a Polizzi Generosa, la famigliola si è trasferita a Palermo in cerca di nuove e migliori opportunità. Quindici scatti a colori (formato 30x45) narrano la vita normale ritrovata in città anche se a migliaia di chilometri dalla casa di origine.

Per diversi mesi, l’autrice delle foto ha seguito la famiglia siriana in vari momenti della  vita quotidiana. Le immagini  ritraggono i rifugiati siriani a lavoro in una pizzeria della città ed anche nei momenti di relax a Mondello oppure in piscina, all’interno delle pareti domestiche o al mercato Ballarò per fare la spesa, durante le funzioni pasquali in città e così via. Le foto si aggiungono alle trenta foto del  repertorio vintage dal titolo  “Syria 99 reportage vintage kodak film” già presentata nel 2016, nell’ambito del progetto ‘Per non dimenticare la Siria ’, realizzate dalla giornalista ‘on the road’, durante il suo soggiorno di studio in Siria tra il 1994 e il 1999, sotto il regime di Hafez Hassad, prima dell’Isis e di Al Qaeda.

La guerra in Siria è in apparenza terminata ma numerose sono le cause irrisolte. Il ritorno a casa si fa per molti profughi siriani sempre più lontano. L’unica soluzione possibile sembra quella di rimboccarsi le maniche e cominciare  una nuova vita a partire da zero in Europa. La location della mostra: Opificio delle idee – via Danisinni 38 Un open space che ha l’aria di un loft industriale e che apre per la prima volta al pubblico. Un ex deposito, nel quartiere Danisinni, che era in stato di abbandono ma che è stato portato in salvo e sarà utilizzato per ospitare eventi culturali.

Il Danisinni è un rione di origine araba rimasto per decenni invisibile ma che da qualche anno ha intrapreso un percorso di riqualificazione grazie all’operosità di artisti, di un gruppo di volontari e frate Mauro Billetta alla guida della parrocchia di Sant’Agnese, impegnati nella lotta per il riscatto del quartiere. Tra i tasselli di questa rinascita oltre all’Opificio delle idee vi sono la fattoria didattica, l’orto sociale, il circo, il teatro, il museo e la biblioteca ed anche la street art che con il coordinamento dell’Accademia delle Belle Arti, sta creando una mostra cielo aperto trasformando i prospetti delle case in suggestivi murales.

Artisti locali e internazionali hanno trovato ispirazione per esprimersi proprio tra i vicoli di questo quartiere. Ente promotore della mostra :  Rotari  club Palermo ovest – Presidente Nicola La Manna Tra le azioni  del Rotary rientrano le iniziative che hanno l’obiettivo di  costruire ponti  tra le differenti culture a difesa della pace e del dialogo tra i popoli,  requisiti fondamentali per la civile convivenza. A tal scopo, numerose iniziative vengono messe in pratica dai volontari dei club service in collaborazione con partner locali che credono nei nostri progetti e li sponsorizzano.

Nel caso della mostra fotografica “La  mia Siria a Palermo” si è pensato di coinvolgere il quartiere Danisinni, con l’obiettivo di far riscoprire ai cittadini palermitani e agli studenti di alcune istituzioni scolastiche della città, questa periferia di Palermo che sta vivendo un periodo di rigenerazione urbana e al contempo per far riflettere sulla situazione attuale della Siria, un contesto estremamente vulnerabile, in particolare in alcune zone, ad esempio nel Nord Est, nella Siria curda, dove la popolazione è in fuga e  dove non arrivano acqua e medicinali.

Insieme per Danisinni onlus FRA MAURO BILLETTA- PARROCO DI DANISINNI Danisinni è un’intuizione, una finestra che si apre su un mondo indefinibile. Un intreccio di ambiente e vita del quale a ciascuno è dato cogliere solo uno scorcio, una flebile risonanza che lascia trasparire molto di più. Danisinni è stupore e passione, scoperta e co-costruzione quotidiana. Un’officina di pensiero semplice e di azione complessa, ricerca di equilibrio nella complessità. Ci troviamo in una periferia urbana, la più povera di Palermo, che per decenni è rimasta nell'oblìo dimenticata dalla Città e dalla politiche locali.

L'alto indice di dispersione scolastica pari al 60%, la totale assenza di un'attività economica, la mancanza di presidi sociali a parte la parrocchia Sant'Agnese, l'assenza di vie di transito, sono solo alcuni parametri che rivelano la grave marginalità in cui versa il territorio. Eppure malgrado i limiti contingenti il Rione ha deciso di ripartire dall'accoglienza e dalla condivisione, dalla storia e dall'arte, per aprirsi al mondo del lavoro e così proseguire il percorso di rigenerazione urbana avviato negli ultimi anni.

Danisinni è un piccolo  cerchio che fa parte di tanti cerchi sparsi nel mondo e che ci fa essere, tutti insieme, costruttori di Comunione.

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