Ridimensionamento ospedale Castelvetrano. La presa di posizione del sindaco Alfano

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
24 Settembre 2019 19:55
Ridimensionamento ospedale Castelvetrano. La presa di posizione del sindaco Alfano

Con riferimento all’Atto Aziendale proposto dalla Direzione Generale dell’ASP di Trapani, il Sindaco di Castelvetrano, nell’interesse dell’intera comunità belicina forte di oltre 100.000 abitanti che fanno naturale riferimento geografico nell’ospedale di Castelvetrano, intende dissentire dalle determinazioni dell’Atto Aziendale che intende penalizzare ingiustamente il Presidio ospedaliero “Vitt. Emanuele”. Nel merito dell’anzi indicata scelta aziendale a danno dell’Ospedale di Castelvetrano e quindi delle popolazioni comprese nel Distretto Socio Sanitario D54 (comuni di: Castelvetrano, Salaparuta, Poggioreale, Santa Ninfa, Partanna, Campobello di Mazara) sono stati violati i criteri di cui all’art.

97 comma secondo della Costituzione, cioè di buon andamento ed imparzialità della Pubblica amministrazione, nonché i principi di ragionevolezza, di efficienza ed economicità dell’azione amministrativa di cui alla l.r. 101991 e l. 2411990. L’Ospedale di Castelvetrano viene quasi del tutto annientato, smembrato, svuotato, declassato ed i suoi reparti più importanti trasferiti in altra struttura appena restaurata, quella mazarese, nell’intenzione di promuoverla DEA di primo livello a discapito della struttura ospedaliera di base a servizio della Valle del Belice.

In occasione dell’evento luttuoso del terremoto del Belice del 1968 un sisma di fortissima intensità colpì le popolazioni della Valle del Belice, mietendo oltre 350 vittime, causando 576 feriti e 100.000 senza tetto, distruggendo intere cittadine come Santa Ninfa (da cui chiara e forte si vibrò la voce di Don Antonio Riboldi), Gibellina (oggi ricoperta dal cretto di Alberto Burri), Montevago, Salaparuta, Poggioreale (rase al suolo), Santa Margherita Belice e Partanna, (quasi integralmente distrutte).

Ancora oggi Poggioreale è centro di esercitazioni internazionali di squadre specializzate di soccorso in caso di terremoti (R. Azzaro, INGV). Castelvetrano, colpita dal crollo di molti edifici adibiti a scuole, chiese e monasteri, rimase pesantemente lambita e ferita dal mostruoso sisma e diede aiuto alle popolazioni vicine allestendo una tendopoli d’emergenza, proprio nel luogo territorialmente più raggiungibile da tutti i paesi del Belice. I locali politici “illuminati” di quel tempo, sebbene appartenenti a schieramenti partitici diversi, ritennero necessario adoperarsi, oltre che per l’ottenimento degli opportuni risarcimenti economici alle popolazioni, anche per dotare il territorio di una struttura sanitaria in grado di poterle soccorrere in caso di un nuovo evento sismico, data anche la casistica di ulteriori eventi di meno grave intensità che caratterizzano il territorio che è stato catalogato come zona sismica di II grado.

(INGV Centro Nazionale Terremoti). Una struttura sanitaria costata oltre 75 miliardi delle vecchie lire per la sua prima installazione avvenuta nel corso di diversi anni, a cui si sono aggiunti nel 2013 costi di interventi per opere strutturali pari ad € 3.389.234,46, più 2 milioni di euro circa sostenuti per il restauro della vecchia struttura dell’ospedale, oggi viene pesantemente minacciata dall’intento distruttivo che promana dal piano di riordino sanitario e dall’Atto Aziendale dell’ASP di Trapani.

Il territorio della Valle del Belice, in cui insistono i Comuni di Castelvetrano, Partanna, Campobello di Mazara, Santa Ninfa, Gibellina, Salaparuta, Montevago, SantaMargherita Belice, Poggioreale, Salemi, Calatafimi Segesta, Vita, Menfi e Sambuca di Sicilia, con un’utenza totale di ben oltre 100.000 abitanti, si serve, da sempre, dell’Ospedale di Castelvetrano (classificato di base) per i suoi bisogni sanitari urgenti e non, che nell’attuale nuova rete ospedaliera viene fortemente penalizzato con una drastica riduzione dei posti letto (meno 44 nella proposta iniziale poi ridotti a meno 14) a favore dell’Ospedale di Mazara che, pur non avendo le caratteristiche dettate dal Decreto Balduzzi, viene addirittura promosso a DEA di 1° livello con appena 51.488 abitanti ed a una distanza di circa 20 Km da un secondo DEA di 1° livello, quello di Marsala, che a sua volta dista altri 20 km da quello di Trapani.

Tre DEA di primo livello equamente distanti fra loro in poco più di 40 km di percorrenza. A danno del P.O. di Castelvetrano vengono, inoltre, declassate ben sei su nove strutture complesse quali ad es. Chirurgia Generale, Ortopedia e Traumatologia, Ginecologia e Ostetricia che hanno da sempre avuto degli indici funzionali di tutto rispetto, il cui declassamento produce gravi ricadute negative sull’assistenza ai cittadini belicini. Ma che si voglia deliberatamente e drasticamente ridurre una struttura sanitaria avveniristica di cinque piani, costruita su un’area di ben 43.188 metri quadrati, posta all’interno del Comune di Castelvetrano che si trova geograficamente al centro della Valle del Belice, servita dall’autostrada A 29, appare evidente dalla semplice analisi del piano di riordino territoriale dell’assessore alla sanitàe dall’odierno Atto Aziendale dell’ASP di Trapani.

Nell’intera provincia di Trapani, il piano di riordino territoriale penalizza solo l’ospedale di Castelvetrano, unico presidio ospedaliero a cui toglie posti letto (portandoli dagli attuali 130 a 116) mentre a Trapani (da 257 a 306), Marsala (da 132 a 182), Mazara da 36 a 147), Salemi (da 38 a 78) e Alcamo (da 63 a 87), i posti letto vengono aumentati. Viene, altresì, eliminata la Terapia Intensiva (Rianimazione) irrinunciabile presidio per un adeguato trattamento dei pazienti in condizione di maggiori di criticità, di cui si prevede il trasferimento al P.O.

mazarese (necessario per la promozione “politica” a DEA), ciò a ulteriore danno dei circa 100.000 cittadini belicini. Il servizio di rianimazione dell’ospedale di Castelvetrano è, peraltro, l’unico in provincia di Trapani a essere collegato alla dialisi, con possibilità di eseguire i trattamenti dialitici del paziente ricoverato in rianimazione, nonché unico reparto in provincia che può assistere malati infettivi (es.:ebola). Sul reparto di terapia intensiva dell’ospedale castelvetranese, nell’anno 2013, si intervenne con lavori strutturali di ampliamento e aumento di ricettività da 4 a 6 posti, per il costo di cui si diceva di poco meno di 4 milioni di Euro a carico dell’Amministrazione sanitaria pubblica.

Questa ulteriore spesa di danaro pubblico, eseguita, solo pochi anni fa, viene così “polverizzata” e resa del tutto inutile per una struttura destinata dal piano Assessoriale a essere distrutta e trasferita a 20 km di distanza, con ulteriori enormi costi di trasferimento. Trasferimento che non potrà avvenire però prima della realizzazione di una nuova struttura che ospiti una sala di terapia intensiva che dovrà prima essere messa a regime – specie per i dializzati della provincia, con una stima da quattro a sei anni, per poi quindi procedere all’eutanasia del ricchissimo reparto castelvetranese che donerà l’organo vitale migliore solo per far si che l’ospedale mazarese vicino (a 20 km) sia promosso DEA di primo livello.

L’assoluta mancanza di congruità economica dell’Atto aziendale posto in esecuzione del piano sanitario di riordino regionale attinente ai due nosocomi appare ancora più eclatante a voler paragonare le due strutture sanitarie e volerne confrontare le caratteristiche tecniche, oltre a quelle del contesto ambientale in cui esse operano. Enormi differenze fra un’area ospedaliera come quella castelvetranese (molto più ampia, meglio strutturata e già efficiente) rispetto a quella più piccola del nosocomio di Mazara che non possiede all’interno dell’area ospedaliera neppure un parcheggio che sembra essere in fase di realizzazione da parte di un’entità privata lontana dall’ingresso del nosocomio, cosa che aumenta disagi e costi per l’utenza.

Anche riguardo la produttività dei nosocomi, le determinanti tabelle statistiche mettono a confronto la operatività dei Presidi Ospedalieri di Castelvetrano (Ospedale di base) e la DEA di I° livello di Marsala. Per il triennio 2015/2017, si evidenziano i dati relativi ai ricoveri ordinari in Day Hospital e in Day Service che a Castelvetrano sono stati nel 2015 n.5.609, nel 2016 n. 5.406 e nel 2017 n. 4.772. A Marsala nel 2015 n. 5.323, nel 2016 n. 5.441 e nel 2017 n.5.155 (elaborazione dati RSSALUTE).

Eppure il P.O. di Marsala è un DEA di primo livello che ospita nella propria struttura ospedaliera ben 15 Unità Operative, ivi compresa quella di Chirurgia plastica che prima era all’ospedale di Castelvetrano che, invece, possiede solo 10 Unità operative, eppure in termini di produttività si ritrova sullo stesso piano della più grande realtà ospedaliera di Marsala. Persino in termini di fatturato, in una situazione di naturale maggiore capacità per l’appena riferito maggior numero di U.O., i 14.000.000 di euro di Marsala sfigurano rispetto ai 12.000.000 di euro dell’ospedale di Castelvetrano; persino sui tassi di occupazione dei posti letto la maggiore percentuale spetta all’ospedale di Castelvetrano rispetto a quello di Marsala.

Un’attività svolta nel corso degli anni con numeri di accesso al P.S. (circa 33.000 a Castelvetrano) che eguagliano addirittura quelli del P.O. di Trapani e con U.O. che si sono distinte nel raggiungere gli obiettivi richiesti dall’Azienda sanitaria, soprattutto quelli del Piano Nazionale Esiti (ad esempio il trattamento chirurgico entro le 48 ore dall’arrivo in ospedale dei pazienti con frattura di anca). In termini quindi di produttività statistica, appare illogico penalizzare una struttura ospedaliera così efficiente e già operativa come quella di Castelvetrano che l’odierno Atto aziendale dell’ASP di Trapani intende definitivamente penalizzare.

Così come appare assurdo che DEA di primo livello venga decretata una più piccola struttura sanitaria allocata in un area urbana di 11.237 mq. priva di servizi, rispetto a quella in piena efficienza di Castelvetrano che si estende su un’area ospedaliera di ben 43.188 mq. con annessi servizi e pista di elisoccorso, anche notturno. Il P.O. di Castelvetrano può contare su una edificazione moderna di cinque piani per circa 20.000 mq, ma anche di edifici ristrutturati a disposizione del Distretto sanitario, come la vecchia sede ospedaliera che ha ospitato la RSA con 30 posti letto, un servizio di fisiatria e fisiochinesi terapia allocato in altro edificio, nonché dei servizi amministrativi del Distretto sanitario allocati in altri edifici all’interno dell’area ospedaliera, il tutto contenuto in una sorta di cittadella sanitaria.

Qualcosa non funziona anche alla luce del fatto che il Presidio Ospedaliero di Castelvetrano è una struttura ancora nuova, costruita con criteri moderni, avendo disponibile anche un eliporto abilitato all’operatività notturna (importante risorsa strutturale per un’efficace risposta sanitaria in situazioni di emergenza/urgenza). Peraltro il P.O. di Castelvetrano si trova al centro della Valle del Belice costruito e progettato per servire un vasto territorio ad alto rischio sismico e si trova altresì al confine con il territorio della Provincia di Agrigento servendo tanti comuni viciniori quali Montevago, Santa Margherita Belice, Menfi e molte località turistiche come Porto Palo di Menfi, Terme Acqua Pia di Montevago, Marinella di Selinunte, Triscina di Selinunte, Tre Fontane, Torretta Granitola.

I termini numerici del Piano regionale e dell’Atto aziendale, dimostrano la deliberata intenzione di brutale declassificazione, infatti da 9 reparti a struttura complessa che possiede attualmente l’ospedale di Castelvetrano per circa 130 posti letto, passano a strutture semplici: -  Chirurgia generale passa a semplice dipartimentale; - Ortopedia, semplice; - Ostetricia e ginecologia, semplice; - Pediatria, semplice; - Neurologia, semplice; -  Oculistica, semplice; - Geriatria, semplice; - Reumatologia, semplice; - Terapia intensiva (rianimazione), il piano assessoriale prevede il trasferimento al P.O.

di Mazara del Vallo, sparisce insieme alla dialisi (favorendo la sanità privata con clinica); - Oncologia sparisce; - Anatomia patologica sparisce; - Farmacia ospedaliera sparisce. Risultato unico del miglioramento dei servizi sanitari del piano di riordino assessoriale e dell’odierno Atto aziendale, è quello che i reparti a struttura complessa (reparti autonomi con un proprio primario) rimangono solo in tre: - Pronto soccorso; - Medicina generale mantenuta struttura complessa; - Cardiologia mantenuta struttura complessa.

Anche per l’oncologia l’operazione che viene compiuta è l’azzeramento presso l’Ospedale di Castelvetrano e l’attribuzione a Mazara del Vallo di 4 posti letto.Orbene, il declassamento dell’Ospedale di Castelvetrano a PST e l’innalzamento dell’Ospedale di Mazara del Vallo a DEA di primo livello, non ha alcuna giustificazione nè con riferimento alla popolazione interessata dal bacino di influenza dei due ospedali, nè da ragioni logistiche, né da alcun altro elemento indicato nelle premesse, ma appare come un puro arbitrio e quindi in violazione dei principi di diritto indicati in epigrafe che costituiscono i parametri normativi per valutare la illegittimità dell’Atto aziendale e del provvedimento assessoriale di riordino sottostante che, peraltro, risulta sia stato impugnato con ricorso gerarchico da parte di un gruppo di cittadini del Belice.

Sul trasferimento dell’efficiente reparto oncologico di Castelvetrano che nel 2017 ha erogato ben 2461 chemioterapie in regime di day service, con 5839 visite e prestazioni ambulatoriali, che è punto di riferimento dell’intero territorio non solo della Valle del Belice e dovrà essere smantellato insieme all’attiguo reparto di Anatomia patologica, solo per rimpinguare o meglio creare dal nulla un reparto che esiste solo sulla carta e che non eroga alcuna prestazione nel nuovo ospedale di Mazara, non vi sono parole.

Così come il danno erariale che verrà determinato dell’abbandono di una sala “bianca” predisposta per i malati oncologici, recentemente potenziata con soldi pubblici, così come i costi del trasferimento del reparto di anestesia e rianimazione oggetto nel 2013 di spendita di milioni di euro, potrà giustificare il legittimo intervento della Corte dei Conti.  6 L’Atto aziendale della Direzione Generale dell’ASP di Trapani, dispone anche l’eliminazione della DIREZIONE SANITARIA dell’ospedale di Castelvetrano che dovrà dipendere dalla Direzione di Mazara, mentre persino Salemi manterrà autonoma Direzione sanitaria, ciò dimostra la pervicace volontà di smantellamento del Presidio sanitario della Valle del Belice a danno dell’intero vasto territorio di pertinenza.

Il nostro territorio rimane classificato come zona sismica di II grado e appare inopportuno che un piano di riordino territoriale sanitario e un atto aziendale colpiscano deliberatamente questo territorio a vocazione sismica, declassando e trasferendo pezzi della struttura sanitaria di riferimento per i 100.000 abitanti della Valle del Belice, dove esponenzialmente aumenta la popolazione nei mesi estivi. L’intera comunità della Valle del Belice che rimane a rischio sismico (con scosse sismiche attive anche di recente momento), grida alto il grido d’allarme per la privazione del diritto costituzionale alla salute, chiedendo che il Presidio Sanitario di soccorso in caso di terremoto, possa rimanere intatto senza alcuna penalizzazione, declassificazione o trasferimento di reparti, proprio per la peculiarità del territorio sismico di secondo grado e richiedendo possa procedersi a deroga per il mantenimento degli attuali standard sanitari sul territorio senza penalizzazione alcuna del Presidio Ospedaliero “Vitt.

Emanuele” di Castelvetrano che una recente petizione di circa 9.000 firme ha richiesto la modifica dell’intestazione a Ospedale “Valle del Belice” e che, a difesa dell’Ospedale, sono state depositate all’Assessorato regionale della Salute. Comunicato stampa

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