Restauro di un incunabolo, la trapanese Valeria Di Capizzi nel team di esperti

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
30 Novembre 2020 02:01
Restauro di un incunabolo, la trapanese Valeria Di Capizzi nel team di esperti

C'è anche la trapanese Valeria Di Capizzi tra i tutor del quarto programma di allenamento riservato agli operatori museali nel campo della conservazione e del restauro dell'Egitto. Un ciclo di incontri online che raduna professionisti del settore provenienti da tutto il mondo e organizzato dalla “Levantine Foundation”, associazione londinese di volontariato il cui scopo è quello di registrare e preservare eredità culturali su carta relazionati al Vicino Oriente. L'evento è organizzato in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali egiziano e finanziato dal British Council, organizzazione culturale britannica presente in 11 paesi del mondo.

Alla realizzazione della serie di lezioni, insieme alla Levantine, per l'Italia, ha collaborato la “Recanati e Restauro”, il cui direttore è Giovanni Pagani «che mi ha coinvolto nella revisione pratica di un incunabolo del 1470 della biblioteca di Padre Clemente Benedettucci», dichiara Di Capizzi ai nostri microfoni senza nascondere una certa emozione. «Per me è la seconda volta con la Levantine perché già l'anno scorso ero parte di un team partito alla volta dell'Egitto, nel monastero copto-ortodosso di Deir al-Surian dalla grande tradizione libraria, avendo la possibilità di lavorare su codici unici al mondo».

«Quello di oggi è un training molto importante e stimolante: faremo tutto a distanza tramite computer. Le tecniche di lavorazione e i concetti di base non sono gli stessi per chi lavora in questo ambito in tutto il mondo: sarà un momento di arricchimento sia per chi impara sia che per chi insegna». La rassegna è iniziata lo scorso 23 Novembre e si protrarrà fino a mercoledi 2 Dicembre ma per “La ragazza con la valigia” come ama lei definirsi in maniera ironica non è altro che un ulteriore tassello di una carriera già ricca di soddisfazioni: i restauri di due volumi del 1700 custoditi alla Biblioteca Fardelliana sul culto di Sant'Alberto e Maria SS., la “Veduta di Trapani da uno Sciupato Disegno” detta Copia Tummarello al Pepoli.

«Qui ho collaborato con il laboratorio Re.Li.C di Pagani, attraverso il quale abbiamo restaurato per enti ecclesiastici, diversi su Roma (ad esempio la parrocchia di San Pietro in Vaticano) nelle Marche, come la biblioteca e l’archivio della Santa Casa di Loreto». La strada è tracciata nel segno della modestia e strizza l'occhio all'insegnamento: «Curiosità e passione sono elementi determinanti. Ho frequentato il liceo artistico sapendo già cosa avrei voluto fare. Ho scelto di dedicarmi al restauro del libro perché è un oggetto che nasconde una molteplicità di materiali al suo interno.

Si spazia in uno strumento di azione molto ampio: dagli elementi metallici, al volume del manoscritto, alla stampa, fino ai dipinti e alle incisioni su cartaceo. Come si arriva questi livelli? Studio, impegno ed esperienza. Spostarsi da una parte all'altra dell'Italia, vivere relazioni professionali a Cambridge non fanno altro che arricchire il proprio bagaglio di competenze, distinguendo ciò che è giusto da ciò che non lo è». Mirko Ditta

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