Si potrebbe votare il prossimo 27 aprile, oppure direttamente a maggio, per eleggere i presidenti e i consiglieri dei Liberi Consorzi Comunali delle province siciliane, in pratica le ex province commissariate dal lontano 2014, anno nel quale entrò in vigore la legge Delrio. Si dovrebbe votare la domenica successiva alla Pasqua e pertanto l’indizione dei comizi elettorali avverrebbe nella prima decade di marzo. Sembra questa la prima data utile alla luce degli ultimi sviluppi relativi all’emendamento votato sul ddl Urbanistica, poi impugnato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri.
Non voteranno direttamente i cittadini con le cosiddette elezioni di primo livello bensì si svolgeranno elezioni di secondo livello e pertanto a votare saranno consiglieri comunali e sindaci, insomma le elezioni riguarderanno dei “grandi elettori”. Ma non tutti i sindaci e consiglieri comunali dell’Isola potranno essere votati, non potranno essere votati coloro che sono in prossimità di scadenza di mandato, cioè a meno di 18 mesi dalle elezioni Ammnistrative; non voteranno, inoltre, i componenti delle giunte, perché esponenti nominati e non votati dai cittadini.
Non cambierà quasi nulla per le Città metropolitane di Palermo, Messina e Catania perché anche con la consultazione di secondo livello a guidare tali Enti resteranno Roberto Lagalla, Federico Basile ed Enrico Trantino. Quindi si voterà in sole sei province Inoltre si procederà con un sistema di ponderazione del voto: un peso maggiore lo avranno i sindaci e i consiglieri delle città più popolose. Dal punto di vista politico, le elezioni di secondo livello porteranno i partiti e i movimenti a ragionare in maniera diversa rispetto all’eventualità di quelle di primo livello ove le principali coalizioni, di centrodestra e centrosinistra, sarebbero state chiamate ad un vero e proprio test elettorale in vista delle prossime elezioni regionali e nazionali del 2027, per dirla all’americana si tratterebbe di una sorta di elezioni di “midterm”.
I partiti e movimenti della coalizione di centro-destra si spartirebbero la scelta dei candidati nelle diverse province; lunedì a tal fine si dovrebbe svolgersi a Palermo una riunione di maggioranza. Le segreterie politiche dei partiti e dei movimenti però sarebbero già in fermento (ci sarebbero state alcune prime riunione preliminari) in quanto entrambi le coalizioni mirerebbero all’unità delle liste, l’obiettivo però non è certamente agevole anche perché bisogna tenere conto che in diversi Comuni le maggioranze al governo locale non sono espressione lineare delle maggioranze e minoranze al governo regionale e nazionale.
Vedi ad esempio il caso di Mazara del Vallo il cui sindaco Salvatore Quinci potrebbe vantare legittimamente ad ambire alla guida del Consorzio comunale di Trapani in questo contesto però bisognerà capire come si muoveranno i partiti e movimenti che sostengono la sua Amministrazione, da un lato forze di centro destra come Fratelli d’Italia e Osservatorio Politico, dall’altro forze progressiste, vedi i movimenti Partecipazione Politica, Libertà e lo stesso movimento che porta il nome dello stesso primo cittadino. Altro candidato alla guida dell’ex provincia potrebbe essere il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, nella cui coalizione ammnistrativa oltre ad una maggioranza di forze di centro sinistra si contano anche rappresentanti del centro-destra che appoggiano l’attuale governo regionale, questione che aveva suscitato diverse polemiche in occasione delle Amministrative del 2023 che videro la rielezione di Tranchida.
Chissà che alla fine fra i due maggiori contendenti non possa esser scelto un terzo candidato, sindaco di un Comune più piccolo della stessa ex Provincia.
Francesco Mezzapelle