Scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello coinvolto nel 2019 nell’ambito dell’operazione “Scrigno”. L’ex esponente di Pd ed Mpa, condannato a 12 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, si trovava ai domiciliari in attesa delle motivazioni della sentenza di secondo grado.
Con il raggiungimento del termine massimo di custodia cautelare, l'ex politico trapanese è stato rimesso in libertà. Lo scorso 25 gennaio, la Corte d’Appello di Palermo aveva confermato la condanna a 12 anni di carcere, respingendo il ricorso della difesa. La Procura Generale aveva chiesto una pena più severa: 15 anni per associazione mafiosa.
Paolo Ruggirello era stato arrestato nel 2019 nell’ambito della maxi-operazione “Scrigno” condotta dai Carabinieri del ROS e coordinata dalla DDA di Palermo. Secondo le indagini, Ruggirello avrebbe favorito la mafia trapanese in relazione agli appalti pubblici e avrebbe cercato il sostegno elettorale delle cosche mafiose.
Tra i suoi contatti principali figura Pietro Virga, figlio del boss Vincenzo Virga, detenuto al 41 bis. Durante il processo è emerso che, prima delle elezioni regionali del 2017, Virga avrebbe chiesto a Ruggirello 50.000 euro in cambio di mille voti. L’ex deputato ha ammesso di aver ricevuto tale richiesta, ma ha sempre sostenuto di aver finto di accettare al solo scopo di interrompere la conversazione. L’ultima parola spetta adesso alla Corte di Cassazione.