Nasce l’Unione Pescatori Italiani. Una nuova associazione per difendere i diritti dei Pescatori

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
26 Febbraio 2019 10:00
Nasce l’Unione Pescatori Italiani. Una nuova associazione per difendere i diritti dei Pescatori

Il Settore Pesca, considerato a torto, il fanalino di coda nell'ambito economico alza la testa e fa sentire la sua voce, il suo grido di dolore. Un settore quello della Pesca che sfama , o meglio sfamava, migliaia di famiglie prima che l'Unione Europea iniziasse a remare contro questo comparto. Ne abbiamo parlato col Capitano Pasquale Giorgio Giunta, pescatore non di primo pelo, in qualità di esponente dell'U.P.I. nella foto Pasquale Giorgio Giunta Qual è lo scopo di questa nuova Associazione? Si chiama UPI, Unione Pescatori Italiani, apolitica, nata spontaneamente,  per rappresentare i Pescatori, considerando che la politica si ricorda della pesca, solo perché ogni pescatore è un voto! Nasce come associazione rappresentativa di tutti i tipi di pesca, da quella industriale alla piccola pesca artigianale, quest'ultima vittima di regolamenti se pur condivisibili per le finalità, non certo accettabili nelle esecuzioni! Perché un pescatore dovrebbe associarsi con voi e non con altri? Un pescatore si deve associare con noi perché siamo apolitici , presenti in ogni marineria e regione, rappresentiamo tutti i mestieri.

Soprattutto perché con una vera unione possiamo costringere la politica a venire a patto con noi.... Non per darci campo libero nel depredare il mare, perché con il mare ci viviamo, se peschiamo l'ultimo pesce possiamo cambiare mestiere!  Vorremmo continuare a pescare e garantire un ricambio generazionale che ora non c'è! In fondo la pesca è una voce importante dell'economia, negli altri stati europei viene sì regolamentata ma al tempo stesso sostenuta, da noi demonizzata. Quali sono i vostri obiettivi? I nostri obiettivi sono di creare un direttivo nazionale rappresentativo di tutte le regioni, con delegati locali, per avere il massimo della rappresentatività, per sedere ai tavoli dove si decide sulla pesca, perché tutti si sentono autorizzati ad essere competenti sulla nostra pelle! La Legge conosciuta come 154 in cosa vi penalizza? La legge 154 è una legge iniqua, fatta dal governo Gentiloni, ma votata da tutti tranne che da Forza Italia! L'Italia ha recepito le direttive europee in materia di contrasto alla pesca illegale, esarcerbando le sanzioni economiche, con ammende che possono arrivare sino a 150.000 euro, con punti tolti dalla patente del comandante e dalla licenza di pesca.

Ammende spropositate che rovinano ma non contrastano di certo la pesca illegale! La pesca nel Mediterraneo è sotto attacco, sopratutto da parte dei paesi del Nord Europa, i quali , al contrario dell'Italia, reputano la pesca una voce importante dell'economia. Riescono ad imporre le loro regole in Europa, dove sono molto presenti, al contrario degli italiani che, come nel caso della legge 154 del 2016, penalizzano fortemente la pesca auspicandone la chiusura totale! L'Europa non basa le proprie valutazioni su base scientifica, ma prende dalla scienza quello che ritiene necessario: infatti le specie ittiche che formano la fauna del Mediterraneo sono molto diverse dalle specie atlantiche, sia come taglie che come quantità.

Diversi sono i sistemi di pesca ed anche la commercializzazione, infatti l'Italia è invasa da pesce d'importazione che spesso è spacciato per prodotto nazionale, cosa che non avviene, o avviene di meno, nei paesi del Nord Europa! A proposito della campagna pressante di Hello Fish cosa ne pensate? Ritenete sia lesiva nei vostri confronti? Uno dei nostri obiettivi è anche quello di entrare nel gradimento dell'opinione pubblica o almeno non averla contro. Adesso la disinformazione è troppa, considerando che enti come Hello Fish prendono finanziamenti pubblici per sostenere una pesca ecosostenibile, anche se poi sponsorizzano il pesce allevato asserendone una maggiore sicurezza anche dal punto di vista igienico-sanitario.

Dovremo esprimere grandi sforzi per fare cambiare l'opinione pubblica, convinta adesso, che i Pescatori sono solo distruttori del mare. Come per le quote latte esistono anche le quote per il pescato, soprattutto per quali varietà? Si esistono le quote, probabilmente l'unica cosa buona proposta dalla Comunità Europea, anche se poi nella distribuzione ha penalizzato la pesca artigianale a favore della pesca industriale, come per il tonno o il pesce spada. Adesso si pesca con una quota tonno e pesce spada, presto le lampughe, ma si parla di quote anche per gamberi, triglie e merluzzo, sardine ed alici, per queste due ultime specie potrebbe servire da calmiere per il mercato.

Parlando della piccola pesca, che interessa anche la zona di Selinunte, la vostra associazione come vuole difendere chi esercita la professione di pescatore? Anche la piccola pesca ha le proprie problematiche, con distanze e profondità da osservare, con regolamenti che stabiliscono gli equipaggi, con una situazione contributiva e cooperativistica che rende di fatto il pescatore della piccola pesca non solo un pescatore ma anche un cittadino di serie B! Se poi il pescatore della piccola pesca ha anche la sventura di vivere a Selinunte dove non c'è un porto ma una fetida pozzanghera piena di alghe putride che serve solo a raccattare voti a politucoli di mezzatacca o ad ingrossare le tasche di chi sinora ha fatto" manutenzione " allora sono proprio dei poveri disgraziati a cui UPI si ripropone di portare tutto l'aiuto di cui hanno bisogno! I pastori sardi hanno saputo "spaventare" un governo e l'Assolatte, voi come pensate di agire? Con operazioni eclatanti o preferite cercare una tavolo di confronto rispettando le "regole diplomatiche"? Non si possono fare paragoni tra i pastori sardi ed i Pescatori, anche perché la vicenda del latte sardo è venuta alla ribalta delle cronache in prossimità delle elezioni regionali, che hanno smosso la politica in cerca di voti (in particolare la Lega, di cui il ministro Centinaio è esponente), a sfruttare la visibilità offerta, con promesse non so quanto valide...

Non va dimenticato infatti che i pastori sardi furono fatti manganellare a Civitavecchia dall'allora ministro dell'interno Maroni, leghista anche lui nell'ultimo governo Berlusconi... Noi di UPI ci proponiamo di crescere prima, per poi fare uno sciopero tra Pasqua ed il 25 aprile contro la 154, contro l'importazione selvaggia e contro un' Europa che deve prendere atto della biodiversità del Mediterraneo. Si parla di pesca illegale, di pesca inquinante, nella realtà siete voi che vi occupate di pulire il mare.

Chi altro potrebbe intervenire affinché flora e fauna marina siano preservate? Il nostro è un mestiere a forte impatto ambientale, specie la pesca a strascico, inutile negarlo, tuttavia prima di demonizzare la pesca, bisogna tenere conto dell'inquinamento diffuso in un paese fortemente antropizzato come l'Italia. Basta vedere come è ridotto l'Adriatico, in cui sfocia il maggior fiume italiano, il Po, che porta in mare gli scarichi dell'Italia industrializzata, delle grandi città, causando l'azotazione delle acque, con impoverimento di ossigeno e l'abnorme proliferazione di alghe sotto forma di mucillagine, che non favoriscono certamente la riproduzione ittica! Dovrebbero, invece, intervenire lo Stato e le Regioni, per limitare l'inquinamento dei mari, adottando migliori sistemi di depurazione! Elena Manzini

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