Dal 4 all’8 febbraio va in scena al Teatro Comunale E. Sollima lo spettacolo Sea Wall di Simon Stephens interpretato da Fabrizio Lombardo Sea Wall è il dramma di una famiglia la cui felicità viene fatta a brandelli da una forza ineluttabile e incontrollabile, il fato. Il protagonista, Alex, narra la sua storia in un monologo che dura circa quaranta minuti. Ha una vita felice, Alex. Ha un lavoro da fotografo che gli consente di guadagnare bene, una moglie magnifica che ama follemente, una figlia intelligentissima e molto sensibile.
Sarà una semplice giornata al mare a cambiare la sua vita per sempre. Il mare, quel mare baciato dal sole e delle cui profondità Alex racconta all’inizio della storia, diventerà muro, ostacolo invalicabile e trasparente che lo renderà spettatore immobile e incredulo della sua tragedia, un anti homo faber. Come si può spiegare una disgrazia? Come la si può accettare? All’inizio, forse per una sorta di meccanismo di difesa, la si nega, ci si comporta come se non fosse mai accaduta, se non altro perché non ci si riesce a credere.
Ma la negazione non dura a lungo e, quando svanisce, allora ci si chiede inevitabilmente se tutto quello che ci accade abbia un senso, se valga ancora la pena credere nella vita, se c’è un Dio, se è possibile sapere perché e il perché delle cose e di tutto. Forse è possibile trovare un’amara forma di conforto nel comprendere che alcune cose hanno una logica solo nell’accettare che una logica non ce l’hanno affatto. Perché non sappiamo ora non vuol dire che non sapremo mai; eppure così, con un barlume di speranza, si conclude il dramma.