​L’uovo di Ignazio, il commosso ricordo di Francesco Saverio Calcara

Dopo la scomparsa di Ignazio Butera il giornalista e scrittore lo ricorda con un episodio emblematico

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
21 Settembre 2024 17:48
​L’uovo di Ignazio, il commosso ricordo di Francesco Saverio Calcara

La sera del 16 dicembre 1984, dopo trent’anni di chiusura, riapriva i battenti il teatro Selinus, con un lavoro di Neil Simon, “I ragazzi irresistibili” (The Sunshine Boys), una commedia alquanto sonnolenta che solo la bravura dei due protagonisti - Mario Carotenuto e Vittorio Caprioli – seppe portare a termine, come ebbe a scrivere sul ,“Nuovo Risveglio”, il compianto Ferruccio Centonze. Quell’evento concludeva, almeno provvisoriamente (il Teatro fu poi dichiarato inagibile, quando si scoprì che le poltroncine della platea non erano ignifughe, per essere definitivamente riaperto sotto la prima amministrazione Bongiorno), un lungo tormentone che, assieme ad altri, aveva caratterizzato il dibattito cittadino di quegli anni.

La serata fu turbata però da una accesa manifestazione di protesta che si svolse davanti i cancelli del teatro, per contestare i criteri che la civica amministrazione pro-tempore aveva adottato per regolamentare gli ingressi in sala. Fu scelto infatti, di selezionare il pubblico mediante degli inviti che, seppure ispirati a un certo criterio di rappresentatività delle varie componenti sociali, apparvero a molti discriminanti ed elitari. Nella foto che correda il citato articolo di Ferruccio Centonze si nota, infatti, una folla di cittadini, giovani in gran parte, dietro la cancellata del Selinus, che contesta l’ingresso in teatro del sindaco Lo Sciuto.

Tra quei ragazzi, immortalati dalla foto, in prima fila ci sono anch’io e, a pochi passi da me, con le mani attaccate all’inferriata, si distingue chiaramente Ignazio Butera. Eravamo giovani entrambi, appartenevamo a due universi ideologici differenti e contrastanti, ci eravamo spesso affrontati, con veemenza ma sempre con reciproco rispetto, su tantissime questioni; ma quella sera eravamo lì, vicini, gomito a gomito, uniti dalla stessa passione civile contro quella che ci sembrava, e forse lo era davvero, una palese ingiustizia.

A un certo punto, mentre il sindaco stava per varcare il portone che dal pronao immette in platea, Ignazio cavò fuori dalla tasca un uovo, un uovo che nelle sue mani mi sembrò bianchissimo ed enorme; con un movimento fulmineo del braccio lo scagliò con forza contro le autorità che si apprestavano ad entrare, accompagnando il gesto con un irripetibile insulto. L’uovo per fortuna non colpì nessuno ma si spiaccicò sull’architrave del portone. Per anni, le sue tracce rimasero visibili sull’ingresso del Selinus e ogni tanto, passando e osservando quella macchia, ricordavo Ignazio, la sua veemenza, la sua determinazione politica, la sua sete di giustizia, la sua vena artistica e poetica, il suo spirito inquieto che si nutriva anche di sfumature religiose e di un cristianesimo vissuto in modo affatto personale e travagliato.

Ogni tanto, prima che la malattia si aggravasse, ci incontravamo e tornavamo con la mente a quella sera, commentavamo quegli “anni formidabili” che pur, su opposte barricate, ci avevano visto accomunati, assieme a tanti amici, molti dei quali ci hanno già lasciato, dalla condivisione di alcuni valori fondamentali. Sei partito anche tu Ignazio e con te va via un pezzo di quello spirito pubblico castelvetranese che aveva reso invidiabile e invidiata questa nostra città. Possa il ricordo di quello che tu sei stato - e anche di quell’uovo birichino - aiutarci a recuperarlo e rafforzarlo.

Possa anche tu dire col Poeta: non omnis moriar.

Francesco Saverio Calcara

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