L’opinione di Giacomo Bonagiuso: ” Se nemmeno la scienza protegge l’uomo dalle idiozie sfrenate e dal velinismo, andremo a finire nel buio e nello sconforto”

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
20 Aprile 2020 15:55
L’opinione di Giacomo Bonagiuso: ” Se nemmeno la scienza protegge l’uomo dalle idiozie sfrenate e dal velinismo, andremo a finire nel buio e nello sconforto”

Era rimasta almeno lei, la Scienza, o meglio, era rimasto almeno lui, il Pensiero Scientifico, a salvarci dal velinismo, dalle frivole idiozie, dall'opinionismo sfrenato, dell'uno vale uno. Era rimasto il metodo delle "sensate esperienze e delle necessarie dimostrazioni", inaugurato da Galilei, a sgombrante il campo da atti di fede, da pregiudizi, da "idola" e da arroganze del potere costituito contro il libero pensiero. S'era acceso il rogo di Giordano Bruno, nella notte tra il 16 e e il 17 febbraio del 1600, in Campo dei Fiori, a Roma, come strenua difesa sacrificale di un monaco che intese difendere con la vita la libertà dell'esercizio critico...

E poi il Novecento, con il Principio di Verificabilità, come accesso alla comunità scientifica, e di Falsificabilità, come metodo per confutare l'esistente. I corvi sono neri, fino a che non si mostra alla Comunità democratica della Scienza, l'evidenze di un corvo bianco. Che i corvi siano neri, d'altronde, è frutto appunto di sensate esperienze, verificazioni sul campo, indagini e analisi, tutte, tutte, tutte "pubblicate", ovvero patrimonio di verifica rivolto potenzialmente a tutti. Così, incatenando oneri di ricerca, libertà di ricerca, pubblicazione democratica, verifica e analisi, onere della prova, e onere di falsificazione, la Scienza, o meglio il Pensiero Scientifico ci ha condotto a scoprire cose che cento anni fa erano pura fantasia...

nella foto Giacomo Bonagiuso Ora, la spocchia di molti baroni, e la incapacità di comunicare l'umiltà del fondamento che il Pensiero è, non ammettendo pregiudizi, atti di fede, idoli, ma solo metodo di verifica e sperimentazione, laicità, ovvero dal greco "apertura", sta inclinando pericolosamente il dorso che ha consentito a opinionisti e veline di sproloquiare in tivù. Sproloquiassero pure i nuovi mostri da Giletti o da Giordano, tanto c'era la scienza a proteggere l'umano dalla frivolezza delle Parietti, degli Sgarbi, di Grillo dei no-vax e di quelli che, galvanizzati da "Giggino", si sentivano tutti esperti in tutto, pure in "impiggiment" e minchiate consimili.

Poi, nostra "cattiva maestra televisione", come la chiamò Popper, padre di uno dei metodi logico-scientifici più incontrovertibili, sedusse i pensatori, ed essi si fecero veline, Parietti qualunque, al soldo della "fama" che già Virgilio sapeva avere toppi occhi e troppe lingue... Ora, addirittura i cartelli: "Io sto con Moontagnier", "Io sto con Burioni", "Io sto con la Capua". I cartelli, e gli hashtag, che conclamano non la democraticità della Scienza, ma il suo precipitare nel demagogico, nell'opinione fine a se stessa, e nelle scuole di nuovo credo.

Improvviso e impavido e improvvido il medioevo. E lo sconforto. Perché un Pensatore non può diventare una velina, e la divulgazione, per quanto arteria del sapere, non può prestarsi a sostituire il dubbio mastro, che è il cardine di ogni sapere, con gli assoluti. Adesso è notte, e dalla notte, solo la luce. Post tenebras, lux. Giacomo Bonagiuso

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza