L’ELZEVIRO di Giacomo Bonagiuso: Elogio del gatto

Ovvero della complessità della relazione, di resilienza di vite, di cader e di rialzarsi

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
05 Gennaio 2022 08:55
L’ELZEVIRO di Giacomo Bonagiuso: Elogio del gatto

La chiamano resilienza, ora, quella arcaica capacità di andar giù sotto i colpi della sorte, degli altri, della vita o di noi stessi, e rialzarsi.

Un po' come la febbre del gatto, che lo abbatte come uno straccio, raggomitolato nella sua cuccia, mentre attorno a lui tu ti disperi perchè reagisca alle cure, alle gocce, alle punture. Poi la febbre passa, e il gatto torna a scappare, non è più disposto al termometro. E fargli la puntura diventa complicato.

Ma il gatto, dicono, ha sette vite. La resilienza ha inventato sette vite anche per gli uomini, che sin dall'arcaico del tempo, periodicamente vanno giù, per restarci o per rialzarsi. E spesso non è la puntura, le gocce, o chi ti sta attorno, o il tuo presunto gigantismo, a colpire o rialzare. Nè la tua spersnza, da sola, a fare il miracolo della guarigione.

Spesso, ma vorrei dire sempre, rialzarsi è una serie complessa di situazioni, braccia, carezze, schiaffi, punture, e sì anche termometri e gocce, oltre naturalmente a chi per te li usa. Oltre te stesso e la tua sbandierata forza, di lá dal narciso a specchio, o di chi attraverso di solito come uno scalino per prenderti la luce migliore, imbrogliando Dio, te e chiunque passi. Oltre chi si rialza dopo le frustate e dopo i cazzotti. Oltre l'Ego. C'è o non c'è l'altro, il caso, il profumo dei limoni, la voce di mamma, la radice di papá. Un nonno in foto. Una foto nuova. Un nome che ti tiene la mano. L'inesperibile.

A tutti quelli che ce la fanno da soli, e da solo credono di andar giù e da soli di resuscitare; ai fan della resilienza come autodafè, bisognerebbe proporre la relazione, il logos che si fa duale, la misura con l'altrimenti. Che non è audience di plauso. Non è scalino per arrivare alla marmellata. E sì che ci piace l'eco e il coro, ma sappiamo pure imparare che, comunque, le vite sono sette. Non una di più. Almeno così dicono nel gatto. A cui abbiamo rubato la resilienza.

Giacomo Bonagiuso

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