L'elzeviro di Bonagiuso: Politica, sceriffi e mulinari

Bonagiuso ricorda un grande uomo come Paolo Natale ed i suoi preziosi insegnamenti che la politica dovrebbe seguire

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
19 Febbraio 2022 09:00
L'elzeviro di Bonagiuso: Politica, sceriffi e mulinari

Un grande amico e maestro, andato via troppo presto, Paolo Natale, dirigente del Comune di Castelvetrano dopo un carriera da Comandante della Polizia Municipale, coniò la parola "mulinari", destinata a chi, a contatto con un Ente pubblico, politico, commerciante, rappresentante che fosse, mostrava di amare le parole più delle concrete azioni.

Il "mulinaro", quindi, era l'alter ego del "brigante". Per Paolo Natale chi cercava di vendere vasetti, influenze, certezze, senza essersi concordato con la macchina burocratica era "un brigante di passo" che andava "scoperto e cacciato".

Questa è la sintesi di un aneddoto che raccontava sornione, tra la sigaretta sempre accesa, e una esperienza di anni e anni.

Paolo Natale, ed Ada Monteleone, mi hanno insegnato tutto quello che capisco di diritto amministrativo. Le famose "carte" che devono procedere in modo regolare affinché si potessero realizzare i fatti, e che sono il necessario corollario delle azioni politiche. In un periodo in cui, in qualche comune viciniore, ancora prima si facevano le cose e poi le delibere, Paolo Natale stigmatizzava con destrezza chi, fiato in gola, e nessuna azione concreta in campo, prometteva, dava per scontato, assegnava, senza delibere. Senza carte in regola. Senza nulla. Col vento nei mulini. Appunto.

Forse oggi la lezione di Paolo Natale la dovrebbe ascoltare più di uno in politica. Forse bisognerebbe che la politica comprendesse bene che nessuno è stato eletto per fare lo sceriffo e trovare i cattivi.

Per fare lo sceriffo esistono le forze di polizia e la magistratura. La politica deve capire bene che si eleggono rappresentanti e cariche per amministrare. Ed amministrare non può essere arte da "mulinari". La politica è azione, coordinamento. La politica no può non sapere. Non può non avere conto di tutto. E no, la politica non deve chiedere scusa nè trovare colpevoli, se non allo specchio, in se stessa.

La responsabilità vuole e impone che chi comanda abbia ragione o torto. E che si assuma la responsabilità in modo diretto. Su una nave che affonda la responsabilità è del comandante non del mozzo.

Poi verrà lo sceriffo a fare l'indagine. Se il mozzo non ha eseguito ordine in modo esatto. Ma la responsabilità è solo del comandante. E il comandante non è lo sceriffo. Questo lo comprenda anche qualche cassa di risonanza, un po' insordita da tanto vento nei mulini.

Giacomo Bonagiuso

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza