L’Elzeviro di Bonagiuso: “Così san tutto. La scuola della strada”

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
25 Agosto 2020 08:20
L’Elzeviro di Bonagiuso: “Così san tutto. La scuola della strada”

Così fan tutte, ossia "La scuola degli amanti" è un'opera lirica in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart. È la terza e ultima delle tre opere buffe scritte dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo da Ponte.   Ci siamo permessi di parafrasare titolo e sottotitolo in questo tempo feroce intra-covid, laddove i registri di allarme sociale hanno toccato punte elevatissime, e anche livelli di irresponsabilità da brivido. Si sa "sine lege" nullum crimen, nulla poena. Ovvero, se non è prevista una regola precisa non la si può violare, e quindi non si configura nessun reato.

Ovviamente. Ma perché una regola sia "rispettabile", passatemi il verbo, serve la sanzione: tutti sanno che se è obbligo avere il pos per i pagamenti, ma non è prevista sanzione per chi non ce l'ha, in realtà la norma è priva di cogenza e si affida solo alla adesione del singolo. Non ho il pos che la legge impone. E che mi fate? Nulla.   Ecco, in due parole, cosa è successo in Italia, e all'Italia, nel periodo Covid. Fino a quando i decreti avevano una forte componente penale, o anche multe salatissime, condite da controlli delle forze dell'ordine a tappeto, allora tutti si sono tappati in casa, in modo piuttosto serio.

Rispetto della ratio della norma? Forse. Paura della sanzione? Più probabile.   Come in ogni esecuzione di una norma, certo ci sono scappate anche le porcherie all'italiana con Barbara d'Urso in diretta mentre filmava un elicottero che dava la caccia ad un tipo da solo in spiaggia col cane. Summum jus summa iniuria, dicevano già i latini. Ovvero, è nella applicazione solo formale della norma che si nasconde il tradimento del diritto.   Se lo spirito della legge è vietare gli assembramenti, quel tizio, da solo col cane, in una spiaggia deserta, che assembramento stava facendo? Follie della diretta TV, le stesse follie che portano eminenti camici bianchi a dire e disdire tutto nel giro di una dichiarazione Ansa, e che conducono molti esperti d'altro a ficcarsi nel sapienziale medico, già abbastanza intorbidato dagli stessi cattedratici, e così dar fiato alla bocca tramite la più pericolosa delle formule italiche "io credo che".

  E così, viaggiamo tra chi crede che Covid non ce n'è ma i migranti ce lo portano coi barconi, fino a chi crede che il virus sta in aria e ci resta, o forse no, passando per chi ritiene dannose le mascherine e preferisce comunque non metterle visto che il virus vola e entra anche dalle orecchie.   Così, i nostri esperti d'altro sanno sempre tutto. Ogni nuovo studio che deve validarsi a cura della comunità scientifica è accompagnato dal loro "e dove sta la novità?", "ma picchì un si sapiva?",  fino al trionfale "avi chi iu lu diciva!".

Un agglomerato di tonfi del pensiero cognitivo, incoronato dal trionfo della botta di culo, della scommessa, dell'azzeccare al totocalcio. Questi sanno tutto perché giocano numeri al lotto della scienza on demand, e naturalmente prima o poi ne azzeccano a culo qualcuna. Naturalmente vagli a spiegare cosa sia un processo cognitivo, o una ricerca scientifica di tipo sperimentale.   No. Impossibile spiegarsi... Così - loro - san tutto. Perché la scuola della strada, della vita, della scommessa, della botta di culo, prevale su ogni rigore del pensiero.

Colpa certo anche di un legislatore davvero pessimo, di un governo molto altalenante, delle pressioni del.mondo che conta, cioè quello economico, e di una classe medicale che ha sub-odorato la bellezza leggera della botta di culo, in TV. Ah, certo, più gratificante del rigore e più immediata.   Giacomo Bonagiuso

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza