Le intuizioni dell’archeologo tedesco Dieter Mertens trovano conferma a distanza di trent’anni

Presentati i nuovi confini e la la nuova immagine visiva del Parco archeologico

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
26 Marzo 2025 09:00
Le intuizioni dell’archeologo tedesco Dieter Mertens trovano conferma a distanza di trent’anni

Riscrivere la mappa dell’antica Selinunte. Che restituisce le mura della città arcaica, prima della distruzione dei Cartaginesi nel 409 avanti Cristo. I nuovi scavi del Parco archeologico hanno spostato molto in avanti l’estensione della polis verso Nord, rispetto a quanto pensato finora, confermando la sua enorme importanza e potenza tra i centri di cultura greca del Mediterraneo: a fine V secolo avanti Cristo a Selinunte vivevano almeno 26 mila abitanti, il suo territorio di influenza andava dall’attuale Mazara a Monte Adranone, sopra Sambuca, a Sciacca e Eraclea Minoa, per un totale di altri 90 mila abitanti. Individuate almeno 5000 tombe in tre diverse necropoli, tutte saccheggiate nei secoli dai tombaroli.

Sono tornate alla luce porzioni di mura fortificate che chiudevano la città da Nord, e la porta, da cui passava la Via sacra verso la necropoli monumentale fuori le mura. Di fatto, era questa la via di accesso più difficile da difendere perché non protetta dai due fiumi e dal mare. Quando nel 409 avanti Cristo i Cartaginesi assediarono e distrussero Selinunte, attraversarono probabilmente anche questo ingresso: Diodoro Siculo descrive l’offensiva da Nord, dieci giorni di assedio e riporta 16 mila morti in battaglia.

ieri mattina se n’è parlato al Baglio Florio di Selinunte, in occasione della presentazione della nuova immagine visiva del Parco archeologico che recupera e declina l’elemento iconico della foglia del selinon (il sedano), rappresentata su una didracma del periodo arcaico (540-510 a.C.).

“Il Parco archeologico continua a lavorare riuscendo, con fondi propri, a riscrivere la storia di Selinunte – ha detto l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato - Il nuovo logo, la segnaletica, le visite e i servizi raccontano un Parco vitale, al servizio del pubblico, che continua ad attirare nuovi visitatori innamorati di questo lembo di Sicilia colmo di storia”.

Il Parco archeologico guidato da Felice Crescente ha lavorato sull’intuizione del grande archeologo tedesco Dieter Mertens (oggi 83enne) che, a fine anni Novanta, scavò due delle porte di accesso che guardavano al porto orientale; e aveva intuito una cinta muraria molto più ampia di quella conosciuta.

Ma Mertens, pur avviando indagini georadar sulla zona, si fermò. La sua emozione alle nuove scoperte di Selinunte, oggi è tangibile.

“In fondo sono stato io a suggerirlo: intervenire su questo luogo era un desiderio che mi era rimasto dentro – dice il grande archeologo che giunse per la prima volta in Sicilia nel 1971 - Allora mi ero accorto di questa cosiddetta “anomalia” di Galera Bagliazzo, nei pressi della necropoli monumentale. Era un luogo bellissimo, immenso, direi obbligatorio dal punto di vista difensivo della città, da quassù si ha un panorama di 360 gradi. Quando ho visto le immagini, mi sono emozionato: questa è la vera porta Nord della città, abbiamo finalmente un’idea esatta della monumentalità e della pianta urbana della città arcaica, anche l’assemblaggio dei blocchi mi sembra di grande ambizione. È veramente una grande scoperta, la più importante degli ultimi decenni”.

“Siamo partiti dall’intuizione di Mertens e dagli scavi dell’Istituto Germanico che ha dimostrato l’esistenza di un primo abitato – spiega il direttore del Parco archeologico di Selinunte, Felice Crescente –. Superando le recinzioni del Parco che risalgono a trent’anni fa, abbiamo trovato la cinta muraria e la porta monumentale di circa 3 metri, identica alle altre due scavate da Mertens, quindi riconducibile al V secolo. Il fatto che guardi alla necropoli monumentale ci porta a pensare che da qui passavano i cortei funebri”.

La porta presenta una sorta di “anticamera” controllata da due torri gettanti di guardia, una delle quali già individuata; il ritrovamento di particolari reperti fa pensare a un certo numero di botteghe artigiane che erano a ridosso delle mura.

“Di questi scavi resterà il metodo: il Parco archeologico è in grado di sostenere le campagne di scavo, sperimentando tecniche innovative” come la tomografia geoelettrica tridimensionale, più veloce ed economica del georadar, che permette di sondare il terreno fino a 4 metri.

Per questa campagna di scavo hanno lavorato i giovani archeologi di Archeofficina sotto la direzione scientifica di Carlo Zoppi dell’Università del Piemonte Orientale. “C’erano zone in cui anno dopo anno, non cresceva mai l’erba, sotto doveva esserci qualcosa, – spiega Zoppi che da giovane archeologo, lavorava già a Selinunte trent’anni fa -. Esaminando le fotografie aeree ci siamo resi conto di una traccia precisa che poteva solo indicare la presenza di mura. Ma non avremmo mai immaginato allora, di poter vedere affiorare questo tratto della cinta con la sua porta. Adesso bisognerà continuare gli scavi per portarla interamente alla luce”.

L’idea del Parco è quella di musealizzare l’intera area e renderla fruibile al pubblico, anche con la ricostruzione virtuale dell’antica cinta muraria. Sono capitoli di un progetto complessivo di fruizione che guarda al futuro prossimo: si parte dalla nuova segnaletica e dalla rilettura dell’immagine coordinata del Parco, ideata da Atelier 790, che ruota attorno all’elemento iconico della foglia di selinon, riportata su un’antica didracma (540-510 a.C.), simbolo distintivo dell’antica Selinunte. Anche la palette cromatica attinge alle ecorazioni dei templi; il logo e l’immagine grafica sono declinati sulla nuova linea di merchandising in vendita al bookshop.

Coopculture, su richiesta delle direzione del Parco, ha prodotto uno studio che razionalizza la segnaletica, individuando i punti di maggiore interesse – Collina Orientale, Acropoli, Collina di Manuzza, Malophoros e le aree intermedi – e i servizi al pubblico; suggerendo percorsi con indicazioni delle distanze, che in un Parco enorme come Selinunte, daranno ai visitatori un’idea dei tempi della visita, del grado di accessibilità, dei mezzi disponibili (navette elettriche o bici). “Visitare il Parco – ha aggiunto Scarpinato - diventa sempre più un’esperienza immersiva, affrontata da soli, complice la nuova segnaletica, o con l’ausilio di approfondite e percorsi inediti”.

Tra questi ideati da CoopCulture, le nuovissime visite alle Mura dell’Acropoli, lanciate in anteprima a febbraio con grande successo del pubblico: dal 6 aprile (prima domenica del mese a inge a ingresso gratuito) entrereranno infatti nell'offerta abituale.

Quando, dopo la distruzione cartaginese, il siracusano Ermocrate giunge a Selinunte, la rinchiude in una cinta muraria che abbraccia l'Acropoli, un territorio che corrisponde a circa un decimo dell'antica città: saranno queste mura, con il loro passaggi segreti, ad affascinare i visitatori. In un Parco che in questi giorni è un vero giardino di margherite gialle e acetosella.

Il Parco archeologico di Selinunte è aperto tutti i giorni dal lunedì alla domenica. Fino al 30 aprile dalle 9 alle 19 (chiusura biglietteria alle 18), dall’1 maggio al 15 settembre dalle 9 alle 20 (chiusura biglietteria alle 19).

Da metà luglio il Parco apre di sera per ospitare la stagione di spettacoli e concerti, secondo il calendario sul sito www.cooopculture.it da cui è possibile acquistare ogni tipologia di biglietti di ingresso e di visita al sito, È stata lanciata una open call rivolta agli artisti perché contribuiscano al cartellone con progetti innovativi e di promozione del territorio.

Scadenza 30 marzo.

Comunicato Stampa

Coop Culture

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