La Collegiata dei Santi Pietro e Paolo a Castelvetrano

Per la rubrica Storia e storie castelvetranesi Bonagiuso racconta: Chiusa, tra calcinacci e multimedia non funzionanti

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
23 Maggio 2021 10:00
La Collegiata dei Santi Pietro e Paolo a Castelvetrano

La Collegiata dei Santi Pietro e Paolo, a Castelvetrano, è un meraviglioso esempio di monumentalità pura che negli anni si è provato ad adibire ad uno scopo di fruizione non esclusivamente estetica. Pertinenza del più vasto Palazzo dei Principi Aragona, ha sede nel centro storico della Città. Il palazzo fu edificato su un preesistente castello del XIII sec., era dotato di torri, ed ha subito continue trasformazioni fino ad assumere l’aspetto di un palazzo barocco. Nel 1600 una delle torri del castello venne dismessa e sostituita proprio dalla chiesa Collegiata dei Santi Pietro e Paolo; l’altra torre, invece, è ancora visibile sebbene coperta parzialmente alla vista da una brutta superfetazione novecentesca.

La Collegiata di Castelvetrano e la Cappella Palatina di Palermo sono i due unici esempi in Sicilia di chiesa che insiste su piano superiore. La Collegiata di Castelvetrano, meravigliosamente impreziosita da stucchi di scuola serpottiana, è famosa anche per quell’occhio di luce che inonda la navata centrale in corrispondenza dei raggi del sole. Una presenza suggestiva del divino all’interno del rito e della preghiera.

Quando, a fine del 1600, i principi di Castelvetrano si trasferirono a Palermo e Napoli, si avviò ad un progressivo declino per l’abbandono del sito.

Studi recenti condotti all’interno del Palazzo Pignatelli hanno permesso di individuare i resti di fabbrica riconducibili al castello del XIII secolo, una torre angolare e le fondazioni di una torre mediana entrambi di forma ottagonale, che sono stati attribuiti da diversi studiosi al Castrum Bellum Videre, castello elencato nella lista dei Castra Exempta del 1239. Durante la seconda guerra mondiale l’intero edificio fu utilizzato come caserma e dopo la guerra, fino agli anni ottanta, fu abitato da numerose famiglie, fino a quando, morta l’ultima principessa di Castelvetrano, il Palazzo fu acquistato dalla famiglia Becchina: oggi versa in condizioni al limite del catastrofico. La Collegiata, invece, grazie all’azione congiunta delle Giunte Bongiorno, Pompeo ed Errante fu oggetto di un restauro conservativo, riapertura al pubblico e di progetti di fruizione.

In particolare, il più recente progetto multimediale, curato dagli architetti Giovanni, Domenico e Luisa Nuzzo, mirava alla creazione di uno spazio con una nuova modalità di racconto e nuovi sistemi multimediali grazie ai quali il visitatore avrebbe avuto la possibilità di partecipare attraverso una gestione creativa, multimediale, interattiva e dinamica, in merito ai temi delle politiche urbane, delle trasformazioni in atto della città, delle scelte della pubblica amministrazione.

Nel progetto era prevista la realizzazione di un allestimento adatto alle fasce più giovani, mediante una fruizione di carattere ludico-ricreativo attraverso l’utilizzo di linguaggi innovativi capaci di trasmettere i contenuti didattici e culturali in un’ottica di educainment, sia alle altre tipologie d’utenza, attraverso allestimenti di carattere illustrativo.

Nel 2014 il Comune di Castelvetrano annunciava che la Collegiata era una dei 55 enti locali italiani ammessi al livello di alta priorità del progetto Valore Paese-DIMORE, indetto dall’Agenzia del Demanio in partnerariato e con la partecipazione ed il coinvolgimento di altre entità istituzionali (tra cui il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, il Ministero per la Coesione Territoriale ed il Ministero dello Sviluppo Economico).

Durante il commissariamento, invece, proprio all’indomani di questi proclami, la Collegiata venne chiusa e l’Ufficio Turistico che era stato in essa collocato venne trasferito. La chiusura fu dovuta alla caduta di calcinacci e al cattivo stato di conservazione di alcuni putti. Il Museo multimediale, quindi, non ebbe una nascita affatto felice. Resta ancora oggi il dubbio se, isolando una parte dell’edificio, si sarebbe potuto continuarne la fruizione. Ma il Covid ha allentato ogni pressione sul monumento, e le conseguenti domande sullo stato e sulla fruizione. Si vocifera anche di software malfunzionanti o non funzionanti che impedirebbero la corretta funzione delle strutture multimediali, di fatto non utilizzate per la loro funzione.

Con la delibera 70 del 2021 il Sindaco Alfano ha avviato un protocollo d’intesa con la Sovrintendenza di Trapani, per lo sviluppo di un progetto di restauro e messa in sicurezza del luogo. È stato nominato il Responsabile Unico del Procedimento, e si attende l’esito della parte tecnica. Per i concreti lavori, ciò significa, ci sarà da attendere tempi piuttosto lunghi, posto che si riescano a reperire le risorse. Peccato.

Giacomo Bonagiuso

Foto di Mariano Ferraro

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