Il toccante ricordo dell’ingegner Peppuccio Taddeo per l’amico Raffaele Giobbe

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
29 Marzo 2021 18:47
Il toccante ricordo dell’ingegner Peppuccio Taddeo per l’amico Raffaele Giobbe

La scomparsa di Raffaele Giobbe ha suscitato profonda commozione nella comunità castelvetranese, in centinaia hanno voluto manifestare il grande affetto nei confronti di una gran persona per bene che troppo presto ha lasciato questa terra, ma che nel tempo che ha vissuto ed operato è riuscito a mettere d’accordo tutti. Abbiamo chiesto all’ingegner Giuseppe Taddeo, per lungo tempo dirigente ai lavori pubblici del Comune di Castelvetrano di tracciare un ricordo e con il cuore ancora colmo di dolore ha scritto queste bellissime parole.

  Il nostro Raffaele questa notte si è addormentato, assistito dall’amore di Giovanna, compagna di una vita, dei suoi figli Davide e Giulio e circondato dall’affetto dei suoi tanti amici e colleghi. Si è addormentato tra le braccia del Signore, si è addormentato nei nostri cuori dove lo culleremo per sempre; rimarrà sveglio nelle nostre vite, ogni giorno, a raccontarci l’amore per la vita ed il lavoro, la forza di un uomo, la bontà del cuore. Ma soprattutto rimarrà impressa in noi la figura di un grande lavoratore, raro esempio di impiegato comunale, categoria spesso negletta e mal vista dai cittadini.

Sì un burocrate, ma nel significato originale della parola ossia impiegato pubblico e non in quello per lo più usato a indicare il funzionario, pubblico o privato, che esercita le sue mansioni con formalismo eccessivo e gretto. La burocrazia potrebbe essere vista come il debito pubblico, nella contrapposizione sintetizzata la scorsa estate da Mario Draghi al meeting di Rimini. Così come c’è un debito pubblico buono – “se utilizzato a fini produttivi, a esempio investimenti nel capitale umano, nelle infrastrutture cruciali per la produzione, nella ricerca” – che si contrappone a un debito pubblico cattivo – quello che viene “utilizzato per fini improduttivi”, quindi insostenibile – così potremmo dire che c’è una burocrazia buona e una burocrazia cattiva.

La prima aiuta imprese e cittadini nella loro produttività economica e sociale, la seconda frena, blocca, inibisce l’operosità e la capacità di intrapresa. Avrete capito che non mi appassiona l’insulto alla burocrazia e ai burocrati della nostra città. Ho avuto il piacere e l’onore di essere stato a capo dell’Ufficio Tecnico per diversi anni, in cui ho visto e conosciuto diversi ed efficienti lavoratori e responsabili dei vari uffici, e tra questi, non ho dubbi di alcun tipo, è sempre prevalso Lui: Raffaele Giobbe.

Carattere mite, dalla voce flebile, ma decisa, senza tentennamenti, incapace a non dare risposte a chiunque gli chiedesse informazioni o precisi orientamenti della pubblica amministrazione. La malattia non ha dato scampo al suo sia pur forte fisico: nulla ha potuto, però, contro il suo spirito. Possiamo dire con grande orgoglio e gioia che la morte, giunta dopo una lunga agonia, ha trovato Raffaele vivo. Nel 1987 è entrato a far parte dell’Ufficio Tecnico Comunale, assieme ad un gruppo di colleghi che ancora oggi in buona parte reggono le sorti tecniche del Comune e da allora il gruppo è stato per lui una seconda famiglia, sempre a disposizione per tutte le necessità.

Amò la famiglia e gli amici, ma ebbe il culto per il lavoro. Solo pochi giorni fa, la moglie Giovanna mi chiamò dicendomi che Raffaele aveva urgenza di parlarmi: accorsi ansioso, pensando chissà a quali problemi. Ebbene lui, sebbene ormai impossibilitato finanche a parlare, assistito da un miracoloso computer che ne interpretava gli sguardi, mi chiedeva informazioni sulle sorti di una pratica che per lungo tempo aveva trattato (Contratto di Quartiere) e di cui ora non aveva più notizie, preoccupato che potesse essere stata interrotta con grave danno per il Comune.

Sì pensava al Comune e alle incombenze che aveva dovuto abbandonare. Allora pensai a quello che gli dissi in occasione di un suo compleanno, quando ormai era stato attaccato dalla malattia: Raffaele, FACCI SOGNARE !!!  E c’è riuscito. È stato un burocrate ideale, uomo di grande buon senso, che cercava sempre il dialogo, che sapeva mediare, ma che alla fine prendeva le sue decisioni con coraggio e fermezza. Un Tecnico che non amava fare discorsi (diceva sempre che preferiva caricare pratiche al computer piuttosto), ma che in questi anni è stato un costante punto di riferimento per tutti: per i Dirigenti, per i colleghi e dipendenti in genere, e perché no anche per l’Amministrazione Comunale, che farebbe bene a ricordarlo.

Ciao Raffaele, continua a guidarci. Ing. Giuseppe Taddeo

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