Il rosso che non ti aspetti: il M5S e la sinistra smarrita del PD

Una interessante riflessione politica del nostro lettore Maurizio Balsamo

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
22 Luglio 2025 07:33
Il rosso che non ti aspetti: il M5S e la sinistra smarrita del PD

Nel fluido paesaggio della politica italiana, dove le categorie novecentesche si scompongono e si ricompongono con la rapidità di un’immagine riflessa sull’acqua, affermare che il Movimento 5 Stelle si collochi oggi più a sinistra del Partito Democratico appare, a uno sguardo superficiale, un paradosso. Eppure, è proprio in questa apparente contraddizione che si cela una delle chiavi interpretative più fertili per comprendere le dinamiche profonde della nostra democrazia e le sue tensioni irrisolte.Il Partito Democratico, erede di una tradizione riformista che avrebbe dovuto rappresentare la sinistra di governo, ha progressivamente assunto un profilo liberale, moderato, compatibile, diventando garante dell’europeismo più ortodosso e di un’idea di modernizzazione che ha accettato, spesso senza riserve, la logica del mercato come principio ordinatore.

Le politiche sul lavoro, su tutte il Jobs Act, ne sono un simbolo: nel nome della flessibilità, il PD ha scelto la via di un compromesso con le esigenze produttive, sacrificando tutele che costituivano un tempo l’ossatura della sinistra.Il Movimento 5 Stelle, nato da un moto di indignazione post-ideologica, ha attraversato una metamorfosi che lo ha spinto verso battaglie sociali e redistributive. La sua storia recente è segnata da un lessico che parla di dignità, di giustizia sociale, di una politica intesa come strumento per ridurre le distanze tra garantiti e non garantiti.

Con l’introduzione del Reddito di Cittadinanza, il M5S ha inciso nella carne viva del Paese, toccando uno dei tabù della politica italiana: il diritto alla sopravvivenza, anche per chi si trova fuori dai circuiti produttivi.In questo senso, la distanza dal Partito Democratico diventa evidente: mentre il PD guarda all’Europa come spazio di compatibilità da preservare, il M5S ha mantenuto una posizione critica verso le regole di bilancio e i vincoli che soffocano le politiche espansive, allineandosi, di fatto, a quelle correnti di sinistra che riconoscono nel superamento dell’austerità una condizione imprescindibile per la giustizia sociale.Ma è sul terreno dell’ambientalismo radicale che il M5S si sposta ancora più chiaramente verso sinistra, facendosi interprete di quella “ecologia integrale” che la sinistra tradizionale fatica ad abbracciare pienamente, stretta com’è tra le necessità di sostenere l’industria nazionale e quelle di transizione ecologica.

La lotta contro il consumo di suolo, la promozione delle energie rinnovabili, l’opposizione a grandi opere considerate inutili o dannose raccontano una tensione etica verso un futuro sostenibile che richiama le migliori tradizioni della sinistra ecologista europea.Tutto ciò non significa ignorare le contraddizioni interne al Movimento 5 Stelle, la sua comunicazione talvolta confusa, la sua incapacità, in alcuni momenti, di tradurre in coerenza le proprie parole. Ma la sinistra non è solo identità: è, prima di tutto, la scelta di campo a favore dei più fragili, la critica alle disuguaglianze, il coraggio di affrontare i poteri consolidati.

E su questi terreni, oggi, il M5S mostra una radicalità che il Partito Democratico ha smarrito, nella sua ricerca incessante di equilibrio e responsabilità di governo.Questa situazione rivela una verità scomoda: nell’Italia odierna, le categorie politiche si sono spostate, mentre i simboli sono rimasti fermi. Il PD resta il simbolo di una sinistra che fatica a ripensarsi, mentre il M5S, nel suo continuo mutare, ha finito per interpretare istanze sociali, redistributive ed ecologiste che sono il cuore pulsante di una sinistra possibile.Forse, per capire davvero cosa significhi “sinistra” in Italia oggi, occorre osservare le battaglie concrete più che le sigle, ascoltare le voci delle periferie più che le retoriche dei salotti televisivi, e riconoscere che la sinistra non è un luogo ma un’azione: quella che sfida le disuguaglianze, rivendica giustizia, costruisce dignità.In questa prospettiva, sorprendentemente ma non casualmente, il Movimento 5 Stelle si rivela, oggi, più a sinistra del Partito Democratico.

Maurizio Balsamo

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