​Il Liceo Scientifico Cipolla ricorda padre Pino Puglisi nel trentennale della sua morte

La dirigente Tania Barresi ha incoraggiato gli studenti presenti a non andare via

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
06 Dicembre 2023 10:55
​Il Liceo Scientifico Cipolla ricorda padre Pino Puglisi nel trentennale della sua morte

Il Liceo scientifico “M.Cipolla”, da sempre sensibile a tematiche riguardanti la legalità, nel trentennale della morte di Padre Pino Puglisi ha ideato un percorso dal titolo “Dalla strada della microcriminalità alla strada della legalità, un cammino arduo, ma percorribile. Padre Puglisi, sacerdote di strada””, rivolto agli alunni delle classi quinte. Il percorso, articolato in diverse fasi coordinate dalle docenti A. Denaro, A.M. Maltese e R.

Signorello, ha preso il via il 3 ottobre con la prima tappa, che ha visto protagonista un luogo emblematico, il quartiere di Brancaccio. Gli studenti hanno visitato i luoghi significativi del quartiere palermitano, dove Padre Puglisi ha svolto la sua opera di contrasto alla mafia: la Chiesa di San Gaetano, e la casa del sacerdote, divenuta museo della memoria. Le guide, volontari delle associazioni locali, ci hanno raccontato la storia del coraggioso prete e la difficile relazione con la mafia del quartiere.

Inoltre interessante è stata la visita al museo "No mafia memorial", che ospita una mostra e offre un’esperienza in 3D per perpetrare il ricordo di tutte le vittime della mafia: i visitatori vengono coinvolti empaticamente, guardando fotografie, immagini e filmati che scorrono degli avvenimenti che hanno scosso profondamente la coscienza civile. Successivamente i ragazzi hanno ideato e realizzato graficamente la locandina ed elaborato due Power Point che hanno presentato durante la conferenza svoltasi il primo dicembre, raccontando le loro esperienze e le lezioni apprese durante questo percorso dedicato alla legalità, soffermandosi soprattutto sull’eredità che questo sacerdote ha lasciato alle nuove generazioni.

Interessanti gli interventi dei due relatori presenti: la dott.ssa Anna Staropoli, sociologa, e il prof. Gregorio Porcaro, braccio destro allora di Padre Puglisi. La dott.ssa Anna Staropoli, dopo essersi congratulata per il lavori presentati dai ragazzi, ha illustrato i diversi quartieri degradati di Palermo, mettendo in evidenza come la microcriminalità attecchisce maggiormente dove manca lo Stato. Si è soffermata sul concetto di KINTSUGI, antica arte giapponese usata per riparare la ceramica usando una mistura di lacca e oro in polvere.

Rispetto all’oggetto nuovo, l’oggetto riparato è più prezioso, metafora per dire che anche il quartiere più degradato, se riparato, può rigenarsi, rinascere, acquistare più valore. Il prof. Porcaro soffermandosi sulla figura di Padre Puglisi, ha voluto sottolineare come il sacerdote in breve tempo sia riuscito ad ottenere la fiducia degli abitanti di Brancaccio, diventando uno di loro, nonostante le difficoltà dovute al degrado, alla povertà culturale e alla mancanza di modelli positivi.

A tal proposito ha raccontato la storia della “bambola di sale”, una metafora che mette in relazione l’appartenenza di Padre Puglisi al quartiere tra mille sofferenze, e il senso di appartenenza della bambola al mare, nonostante provasse dolore per il suo inevitabile dissolversi nelle acque. Alla fine del loro intervento, hanno chiesto ai ragazzi di riflettere sui punti di forza e di debolezza della loro città, per migliorarne la qualità di vita. In conclusione è intervenuta la dirigente Dott.ssa Gaetana Barresi, che dopo aver ringraziato i relatori per la loro toccante testimonianza, ha incoraggiato gli studenti presenti a non andare via, ma ad attivarsi per creare condizioni favorevoli alla crescita economica e culturale della città di Castelvetrano, per smontare stereotipi radicati nella mentalità siciliana come “munnu ha statu e munnu è”, “tutto cambia per non cambiare niente”, il futuro non è mai appartenuto ai siciliani. 

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