Il leader dei diritti civili e il sogno ancora incompiuto

La professoressa Francesca Mandina ci propone un'interessante riflessione

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
04 Aprile 2024 18:00
Il leader dei diritti civili e il sogno ancora incompiuto

" Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli", sono le parole del grande Martin Luther King che il 4 aprile 1968 veniva assassinato da un comune razzista.

Martin Luther King, il leader dei diritti degli afroamericani e il martire dell' uguaglianza, aveva 39 anni, era un ragazzo anche se la vita lo aveva fatto diventare adulto presto. Il 28 agosto del 1963 aveva già tenuto, davanti al Lincoln Memorial, il discorso conclusivo del " I Have a Dream " nel quale auspicava di vedere realizzato il sogno di una nazione libera da ingiustizie ed oppressioni e soprattutto dal razzismo.Esistevano in America pure fontanelle pubbliche separate per bianchi e neri, a teatro le balconate erano separate, così come i posti negli autobus pubblici.La lotta per cambiare queste condizioni e guadagnare la parità dei diritti di fronte alla legge per i cittadini di qualsiasi razza fu la scelta di fondo della vita di Luther King e quando morì ci pensò Kennedy ad esortare gli attivisti a continuare sulla strada della pace, della fratellanza, della non violenza tracciata dal maestro dei diritti umani.E anche se le tensioni portarono ancora ad episodi di violenza, con morti, feriti e arresti, Luther King rimane il leader indiscusso dei diritti civili per gli oppressi perché riuscì a portare davvero cambiamenti enormi.Erano gli anni sessanta di un grandissimo movimento, dove anche la musica vibrava forte e arrivava dalle proteste delle minoranze.

Si cantavano gli inni disperati della pace, della speranza di "Ce la faremo", del sogno che si doveva avverare. Era la musica afroamericana che da allora divenne un patrimonio di tutti.King non ha mai smesso di sperare : " Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione dove non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per ciò che la loro persona contiene. Io ho un sogno oggi! ".Dopo tanti anni si può dire che il suo discorso è il più bel discorso pronunciato nel Novecento perché le sue parole hanno cambiato il mondo.

Il suo sogno appartiene a tutti, è di tutti. La società da allora è cambiata anche se, purtroppo, c'è molto da fare poiché il razzismo continua a serpeggiare e si manifesta ancora negli atteggiamenti e nei comportamenti umani .Indubbiamente le parole di Martin Luther King sono un monito per tutti, soprattutto per i politici. Si dovrebbe ascoltare ogni sua singola parola così piena di sensibilità e purezza, si dovrebbe osservare ogni sua singola gestualità .Parole e gesti che hanno attraversato il nostro tempo e suonano troppo forti , sono un monito e una vera opportunità per cambiare il mondo.

Sì, possiamo farcela a creare una società di uguaglianza e diritti, ma dimenticando ricorrere le parole di odio e rancore. “I have a dream”, passato alla storia, è stato e rimane un discorso ineguagliabile, un riferimento insostituibile.Anche un monito affinché la politica faccia davvero azioni concrete, dia soluzioni possibili per tutti, non dimenticando mai i diritti delle minoranze.Prof.ssa Francesca Mandina 

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