I genitori di Denise dopo l'archiviazione: " Noi non molliamo"

Le toccanti parole di Piera Maggio e Piero Pulizzi. Istituita finalmente una Commissione d’inchiesta

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
22 Dicembre 2021 09:34
I genitori di Denise dopo l'archiviazione:

Non molliamo”. Così si conclude un messaggio lanciato su face book da Piera Maggio e Piero Pulizzi all’indomani della decisione del gip di Marsala di archiviare l'indagine sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone sequestrata, e sparita nel nulla, davanti la sua casa, in via Domenico La Bruna, a Mazara del Vallo, l'1 settembre 2004. Dopo poche ore la notizia dell’archiviazione Piera Maggio aveva così scritto: “Chi ha rapito Denise deve sapere che non finirà mai, e che presto o tardi scopriremo la verità. Denise, da 17 anni, viene rapita ogni giorno”. Successivamente è arrivato il messaggio firmato anche dal marito e padre naturale di Denise nel quale si sono spiegate le ragioni dell’opposizione che era stata presenta alla richiesta di archiviazione:

La nostra opposizione alla richiesta di archiviazione è stata proposta poiché la Procura della Repubblica a firma di 3 magistrati aveva scritto che le frasi ascoltate dai Carabinieri del comando Provinciale non esistevano e che se fossero state realmente profferite sarebbero state di interesse investigativo. Noi con i nostri consulenti il Dr. Pietro Indorato, il Prof. Sartori dell'Università di Padova e l'Ing. Michele Vitiello abbiamo chiarito al di là di ogni ragionevole dubbio che quelle frasi di "interesse investigativo" erano state dette.

All'udienza abbiamo ascoltato, i Pubblici Ministeri dr. Calogero Piscitello e la dr.ssa Giuliana Rana, affermare che avrebbero preso per buono l'esistenza di quelle frasi, che però prima non esistevano, ma che ora non avevano più nessun interesse investigativo. Il G. I. P. ha pure confermato l'esistenza di quelle frasi ma ha ritenuto di archiviare. Noi staremo ad attendere come sentinelle cosa farà adesso la Procura della Repubblica a cui gli atti sono ritornati anche perché il dr. Calogero Piscitello a me e Pietro ha detto che non finirà di cercare la verità.

Noi siamo qui ad attendere la loro promessa. Non molliamo”.

Le indagini. A 17 anni dalla scomparsa di Denise Pipitone e dopo l'assoluzione definitiva della sorellastra Jessica Pulizzi, la scorsa primavera erano stati iscritti nel registro degli indagati Anna Corona (ex moglie del padre naturale della bambina), Giuseppe Della Chiave (suo zio, Battista Della Chiave, morto da alcuni anni, avrebbe detto di aver visto suo nipote su uno scooter con la piccola Denise in braccio), e due coniugi romani, Paolo Erba e Antonella Allegrini che avevano prima detto di essere a conoscenza di particolari sulla scomparsa della bimba e poi di essersi inventati tutto. Dalla Procura non sono emersi elementi sufficienti a sostenere un'accusa in giudizio, è quanto ha sostenuto il gip archiviando il caso.

Altra questione legata e’ l’istituzione della Commissione d’inchiesta parlamentare sul caso Denise il cui iter si è dimostrato un po’ lungo e complicato del previsto. Il testo della proposta dei deputati del Pd Alessia Morani e del siciliano Carmelo Miceli (sottoscritta trasversalmente da altri trenta colleghi, molti M5S e FI) era stato depositato a Montecitorio il 24 maggio scorso e da allora è stata per mesi in attesa di assegnazione. Dapprima lo stop (per improcedibilità) all’ipotesi di procedere in sede legislativa nella competente Commissione affari istituzionali di Montecitorio, modalità che avrebbe accorciato i tempi evitando il passaggio parlamentare.

Di recente sono erano emerse novità che rischiavano di far affossare la stessa Commissione ancora prima di nascere. Infatti erano stati presentati degli emendamenti di alcuni parlamentari di più partiti che chiedevano che la commissione di inchiesta non si occupassi esclusivamente o specificamente del solo caso Denise bensì della scomparsa dei minori in un vasto arco temporale. Qualcuno chiedeva che fosse istituita una "Commissione per i bambini scomparsi in Italia" invece che una solo su Denise (“sarebbe stato –hanno scritto Piera Maggio e Piero Pulizzi (in foto di copertina)- come istituire una commissione di inchiesta su tutti i casi di omicidio in Italia: impossibile”), altri una commissione d'inchiesta sulle scomparse successive al 2007 (cosa che avrebbe escluso il caso di Denise).

Perché cercare di "diluire" la commissione, sostanzialmente depotenziandola? Non è dato saperlo con certezza. C'è chi ipotizza "scambi politici", essendoci altre richieste per numerose nuove commissioni ferme da tempo.

Ieri, finalmente, in Commissione Affari costituzionali sono stati votati tutti gli emendamenti alla proposta di istituzione della commissione d’inchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone. Qui di seguito il testo finale.

“Art. 1. (Istituzione, durata e compiti della Commissione)

È istituita, ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione, per la durata della XVIII legislatura, una Commissione parlamentare di inchiesta, di seguito denominata « Commissione », al fine di indagare sulla scomparsa di Denise Pipitone.

La Commissione ha i seguenti compiti: a) ricostruire in maniera puntuale le cause e i motivi alla base della scomparsa di Denise Pipitone, avvenuta a Mazara del Vallo il 1° settembre 2004 quando la bambina aveva quattro anni; b) verificare ed esaminare il materiale relativo alla scomparsa di Denise Pipitone, raccolto a seguito delle inchieste effettuate dalle Forze dell’ordine e dalla magistratura e delle ricerche realizzate dai mezzi di comunicazione; c) verificare fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano costituito o costituiscano ostacolo, ritardo o difficoltà per l’accertamento giurisdizionale di eventuali responsabilità relative alla scomparsa di Denise Pipitone.

La Commissione riferisce alla Camera ogniqualvolta lo ritenga necessario. Alla fine dei propri lavori presenta una relazione sull’attività svolta e sui risultati dell’inchiesta. Possono essere presentate relazioni di minoranza.

Art. 2. (Composizione della Commissione)

La Commissione è composta da venti deputati, nominati dal Presidente della Camera dei deputati, in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, assicurando comunque la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare e favorendo comunque l’equilibrata rappresentanza di genere.

Il Presidente della Camera dei deputati, entro dieci giorni dalla nomina dei componenti, convoca la Commissione per la sua costituzione.

La Commissione, nella prima seduta, elegge il presidente, due vicepresidenti e due segretari. Si applicano le disposizioni dell’articolo 20, commi 2, 3 e 4, del Regolamento della Camera dei deputati.

Art. 3. (Poteri e limiti della Commissione)

La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria. La Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione né alla libertà personale, fatto salvo l’accompagnamento coattivo di cui all’articolo 133 del codice di procedura penale.

La Commissione può chiedere agli organi e agli uffici della pubblica amministrazione copie di atti e di documenti da essi custoditi, prodotti o comunque acquisiti in materie attinenti ai compiti della Commissione.

La Commissione può chiedere copie di atti e di documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso o conclusi presso l’autorità giudiziaria o altri organismi inquirenti, anche se coperti da segreto, nonché copie di atti e di documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari, limitatamente a procedimenti, indagini o inchieste effettuati nell’ambito della scomparsa di Denise Pipitone.

Sulle richieste ad essa rivolte dalla Commissione l’autorità giudiziaria provvede ai sensi dell’articolo 117 del codice di procedura penale. L’autorità giudiziaria può trasmettere copie di atti e di documenti anche di propria iniziativa.

La Commissione mantiene il segreto funzionale fino a quando gli atti e i documenti trasmessi in copia ai sensi dei commi 3 e 4 sono coperti da segreto, nei termini stabiliti dagli organi e dagli uffici che li hanno trasmessi.

La Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione a esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso. Devono in ogni caso essere coperti dal segreto gli atti, le assunzioni testimoniali e i documenti attinenti a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari fino al termine delle stesse.

Per il segreto d’ufficio, professionale e bancario si applicano le norme vigenti in materia. È sempre opponibile il segreto tra difensore e parte processuale nell’ambito del mandato.

Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria non sono tenuti a comunicare alla Commissione le fonti delle loro informazioni.

Per le audizioni a testimonianza davanti alla Commissione si applicano le disposizioni degli articoli da 366 a 384-bis del codice penale.

Art. 4. (Obbligo del segreto)

I componenti della Commissione, il personale addetto alla stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere atti di inchiesta oppure ne viene a conoscenza per ragioni di ufficio o di servizio sono obbligati al segreto per tutto quanto riguarda gli atti e i documenti di cui all’articolo 3, commi 5, 6 e 7.

La diffusione, in tutto o in parte, anche per riassunto o informazione, di atti o documenti del procedimento di inchiesta coperti dal segreto o dei quali è stata vietata la divulgazione è punita ai sensi delle leggi vigenti.

Art. 5. (Organizzazione dei lavori)

L’attività e il funzionamento della Commissione sono disciplinati da un regolamento interno approvato dalla Commissione stessa, prima dell’inizio dei suoi lavori. Ciascun componente può proporre la modifica delle norme regolamentari.

Le sedute della Commissione sono pubbliche. La Commissione può deliberare di riunirsi in seduta segreta.

La Commissione può avvalersi dell’opera di agenti e di ufficiali di polizia giudiziaria e di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie.

Per l’adempimento delle sue funzioni, la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dal Presidente della Camera dei deputati. 5. Le spese per il funzionamento della Commissione sono stabilite nel limite massimo di 40.000 euro annui e sono poste a carico del bilancio interno della Camera dei deputati. Il Presidente della Camera dei deputati può autorizzare un incremento delle spese di cui al periodo precedente, in misura non superiore al 30 per cento, a seguito di motivata richiesta formulata dal presidente della Commissione per esigenze connesse allo svolgimento dell’inchiesta”.

Francesco Mezzapelle 

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