I disoccupati del Gruppo 6 GDO scrivono a Babbo Natale

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
11 Dicembre 2017 20:54
I disoccupati del Gruppo 6 GDO scrivono a Babbo Natale

 La vicenda dei lavoratori del Gruppo 6 Gdo è nota. Dopo il sequestro e la successiva confisca in danno dell’imprenditore Giuseppe Grigoli, condannato per essere stato riconosciuto quale prestanome del boss latitante Matteo Messina Denaro, gli amministratori giudiziari hanno devastato completamente una florida azienda con centinaia di famiglie che hanno perso il lavoro e con solo una piccola parte di lavoratori che sono stati reimpiegati in altre attività. Intanto passano inesorabilmente i mesi e molti di loro vedono sempre più vicina la fine della mobilità e lo spettro della disoccupazione. Nel corso degli anni tante sono state le pacifiche proteste e le iniziative messe in campo che non hanno sortito effetti significativi. Ed allora i disoccupati del gruppo 6  Gdo hanno scelto di scrivere una letterina a Babbo Natale, chissà che non riesca lui dove hanno fallito gli uomini.

Caro Babbo Natale Quando eravamo bambini credevamo a questa bella fiaba che ci ha dato la speranza che esistesse un mondo migliore, uguale e generoso per tutti, nessuno escluso e che attraverso i tuoi pacchi – dono si potessero realizzare i nostri desideri. Oggi siamo cresciuti, tra di noi qualcuno è diventato papà, ha una famiglia, delle responsabilità, qualcun altro è fidanzato ma non può progettare il suo futuro perché quel mondo,nel tempo e attraverso le nostre esperienze si è rivelato diverso.

Caro Babbo Natale, vogliamo raccontarti una storia lunga e complicata, la nostra storia di lavoratori onesti, competenti e con grandi professionalità che prestavano il loro servizio presso una florida azienda, producendo attraverso il loro lavoro, ricchezza. L’azienda è stata poi confiscata alla mafia e passata sotto il regime dell’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata che nel tentativo di salvare azienda e lavoratori è di fatto fallita per colpa della mala gestione degli amministratori, trascinandoci in un baratro profondo.

Da questo momento è cominciato il nostro calvario, disoccupazione, promesse mancate, passerelle e riflettori puntati sui politici di turno, che attraverso uno spreco di parole hanno assicurato e poi dimenticato la disperazione delle nostre famiglie e la nostra dignità. Caro Babbo Natale una parte di quei dipendenti ha ottenuto il sussidio di mobilità per due anni che a breve scadrà, ad altri è già scaduto. Tante sono state le promesse cui sono seguite altrettante delusioni. Pensavamo, perché così ci avevano detto, potessimo essere assorbiti da una nuova azienda per la quale si erano avviate delle pratiche, ma così non è stato.

Ci avevamo promesso che saremmo stati assunti… e invece siamo stati abbandonati dalle Istituzioni e dallo Stato. Abbiamo posto in essere sit-in e proteste e umiliati dalla politica, che dovrebbe occuparsi di diritti e di lavoro, abbiamo scelto di consegnare le schede elettorali, rifiutandoci di votare, perché non crediamo più a niente e ci dispiace, ma la nostra sofferenza è più grande di qualsiasi altra scelta. Abbiamo evitato gesti clamorosi come: salire sui tetti, bloccare autostrade o ferrovie ma responsabilmente abbiamo sempre scelto la via della concertazione attraverso il sindacato per accendere i riflettori sulla nostra vicenda e ottenere attenzione e cura per la situazione che stiamo vivendo, ma le luci si sono sempre più affievolite fino a spegnersi completamente.

Caro Babbo Natale proprio per questo ci stiamo rivolgendo a Te per intercedere con tutte le istituzioni possibili, non chiediamo balocchi perché siamo cresciuti per farlo, ma chiediamo di farci il regalo più grande che possa esistere e cioè di continuare a lavorare come abbiamo sempre fatto e regalarci quella serenità che tutti i figli, compresi i nostri, chiedono ai propri genitori. Non chiediamo pacchi – dono perché di “pacchi” ne abbiamo già ricevuti abbastanza, chiediamo che i rappresentanti dello Stato si accorgano che esistiamo e trovino alternative percorribili affinché ognuno di noi possa ritrovare la propria identità sociale e dire a se stesso e ai propri familiari, quando si sveglia al mattino: “Vado a lavorare”.

I disoccupati del gruppo 6 GDO - Castelvetrano    

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza