Dalla Grecia alla Sardegna una “guerra del gambero rosso” contro i pescatori mazaresi? Recenti casi di pescherecci fermati.

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
17 Luglio 2019 11:01
Dalla Grecia alla Sardegna una “guerra del gambero rosso” contro i pescatori mazaresi? Recenti casi di pescherecci fermati.

Sta forse scoppiando una “guerra del pesce” fra l’Italia e la Grecia? Saranno in particolare i pescatori mazaresi a pagare l’alto prezzo (come già avvenuto negli ultimi decenni anni con Tunisia e Libia) di alcune questioni politiche irrisolte anche a livello europeo? Interrogativi che certamente sorgono a seguito di un ultimo strano caso avvenuto alcuni giorni fa nel porto di Heraklion ormai da alcuni anni frequentato dai diversi pescherecci di Mazara del Vallo (considerata l’accresciuta pericolosità dell’areale antistante la Libia che ha stabilito una ZEE nel 2005 mai riconosciuta dall’UE) per far carburante e trasbordare dopo circa un mese di pesca al gambero nelle acque internazionali antistanti le coste greche.

Due pescherecci mazaresi l’”Eros B” ed il “Giovanni Caterina” (Ex Kleos), hanno subito il sequestro complessivo di circa 9 tonnellate di gambero (rosso e blue grass) e 400 kg di pesce misto da parte dell’Ufficio Pesca dell’Autorità Portuale di Heraklion, nell’ambito di un controllo della pesca condotto fra l’11 ed 12 luglio a seguito dell’entrata nello stesso porto greco dei due motopesca, partiti da Mazara del Vallo lo scorso maggio, per fare carburante. Ai capitani dei due pescherecci, rispettivamente Andrea Ingargiola e Andrea Pinta, le autorità greche avrebbero contestato che la dimensione minima delle maglie di alcune reti da traino non rispettavano il quanto previsto dal Regolamento UE n.1343/2011.

Sarebbero state trovate e sequestrato in totale 4 reti da traino, a maglia romboidale, le cui dimensioni nella parte della prolunga o in una parte del corpo della rete erano inferiori alla minima prevista con le maglie più piccole nel sacco, cioè 50 mm per la maglia diamantata; sembra però che queste reti non fossero più utilizzate dagli stessi pescherecci e forse secche si erano ristrette. Il pescato, del valore complessivo di circa 40 mila euro è stato preso in consegna dalle autorità greche.

L’Autorità Portuale di Heraklion ha avviato la procedura sanzionatoria (circa 1.000 euro) mentre il gambero è stato messo e venduto all’asta per l’importo di euro 32.154,5 mentre il pesce di cattura misto (in gran parte merluzzo), a causa della mancanza di un offerente, è stato donato a diverse mense dei poveri, associazioni di volontariato e case famiglia. Ai due pescherecci, composti rispettivamente da 5 e 6 uomini, in gran parte composti da cittadini mazaresi di origine tunisina, è stato rilasciato il permesso di uscire dal porto greco, sono tornati a pescare.

Amareggiato l’armatore dei due pescherecci, Vito Grafato, da noi contattato: “non capisco cosa avvenuto visto che già qualche mese fa siamo stati, come del resto accade da alcuni anni a questa parte, già nello stesso porto. Ci hanno sempre controllato eppure stavolta hanno mostrato un atteggiamento diverso contestando la maglia di alcune reti non utilizzate per la battuta di pesca. Non vorrei che fossimo noi pescatori italiani, e siciliani in particolare, a pagare altre questioni. Facciamo già molti sacrifici per raggiungere quei mari ove lavorano marinerie di altri Paesi, vedi Egitto in primis, e non sottoposti agli stessi controlli”.

Non è escluso che le Autorità greche abbiano agito al fine di disincentivare i pescherecci mazaresi a pescare nelle acque antistanti la Grecia, il cui limite consentito per la pesca è di 6 miglia dalla costa; nel caso specifico però i due pescherecci mazaresi avevano pescato oltre le 10 miglia dalla costa. Ma i guai per i pescherecci mazaresi che pescano il gambero  rosso non si hanno solo a levante ma anche a ponente da Mazara del Vallo. Infatti, attraverso una nota congiunta del 14 luglio al Direttore della Direzione Marittima di Olbia, cap.

Maurizio Trogu, e firmata da Agci Agrital Sardegna, Associazione Armatori Sardegna e ConfCooperative Federcoopesca Sardegna, è stato segnalato che “diverse imbarcazioni da pesca a strascico immatricolate nei Compartimenti Marittimi Siciliani, esercitando la pesca nelle acque prospicienti la Sardegna senza osservare il periodo di fermo tecnico disattendendo anche la normativa nazionale di riposo settimanale o cumulativa alla fine di ogni campagna di pesca. Questa incresciosa situazione –scrivono sempre le stesse organizzazioni sindacali- sta creando grandi malumori in tutta la categoria peschereccia sarda che invece, puntualmente, osserva e rispetta la normativa sul fermo tecnico.

Il comportamento sleale delle imbarcazioni da pesca siciliane, oltre che lesivo della concorrenza, sta compromettendo la nostra risorsa demersale visto il continuo forzo di pesca senza la prevista interruzione tecnica. Per quanto sopra esposto si prega pertanto di voler intraprendere tutte le azioni di vostra competenza al fine di mettere fine a  questa situazione”. Ci chiediamo: i pescherecci mazaresi siano obbligati a rispettare la suddetta normativa visto che esercitano la pesca a gambero rosso oltre le acque territoriali, 12 miglia, quindi in acque internazionali ove vale altro regolamento, quello della batimetrica dei fondali? Anche qui vi sarebbero in atto azioni disincentive, vedi il fermo per 24 ore di alcuni pescherecci  ad Olbia.

Probabilmente a molte marinerie estere e nazionali da fastidio la supremazia storica dei pescatori e commercianti mazaresi per quanto riguarda il gambero rosso. Francesco Mezzapelle

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