Cibo spazzatura contro buone abitudini: un duello tra hamburger e cous-cous.

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
21 Luglio 2020 13:08
Cibo spazzatura contro  buone abitudini: un duello tra hamburger e cous-cous.

Diamo il benvenuto alla seconda nuova collaboratrice del nostro giornale la dottoressa Maria Giovanna Oddo che si occuperà di tematiche di vario genere sia per quel che riguarda il territorio che ad ampio spettro. Una giovane professionista dal curriculum molto interessante che ha scelto di entrare a far parte della squadra e che ci offrirà il suo punto di vista. Buon lavoro a lei e buona lettura a voi. A.Q. Una vita lunga, ma insana ed infelice. Così potrebbe andare se scegliessimo di dare ascolto ai mille e più spot pubblicitari che ogni giorno bombardano radio, televisioni, mass media e giornali e che riguardano nuove scoperte in ambito alimentare o medico/farmaceutico.

Un futuro fatto di merendine, mini porzioni e spuntini di un certo contenuto calorico e lipidico, addizionati con sapienza a coloranti, antiossidanti, conservanti, steroli e omega 3. Certo non mancano gli ausili dietetici per rimediare agli errori alimentari più gravi, ma davvero essi funzionano com’è giusto che sia? O per lo meno, cos’è bene e cosa è male per la nostra salute e la nostra alimentazione? Si sa, il fattore principale da cui dipende la salute è proprio l’alimentazione, ma, in questa moderna società sempre più votata al progresso e alle avanguardie, cos’è che assumiamo? E in che modo lo facciamo? Eclatante, in questo ambito di cultura dello “Junk food’’ (cibo spazzatura, n.d.r.) è l’esperienza personale del giovane regista statunitense Morgan Sprulock.

Il regista, infatti, per il suo film documentario “Super size me’’ (“Ingrassami”) si sottopone ad una dieta completa targata McDonald’s, in cui, per 30 giorni consecutivi, è consentito il solo consumo di menù “supersize” (“fuori misura”), trattamento famosissimo per la sua capacità di apportare in tempi rapidissimi, apporti calorici e nutritivi super elevati, così come i valori del peso corporeo. Devastante il risultato: 11 kg in più sul corpo e sintomi descritti come “McVomito” o “McNausea’’ ma soprattutto uno stato di salute paragonabile a quello di un drogato dipendente dal cibo e con enormi difficoltà di ripristino della situazione “normale”: un vero e proprio trauma.

Meno drammatica, ma pur sempre spiacevole, l’esperienza di un uomo che, ha ammesso – una volta tornato dal viaggio di nozze negli Stati Uniti – di aver assunto i connotati del “typical american fast food addicted” ovvero i tratti dell’americano medio dipendente dai fast food. Decisamente un quadro poco salutistico e gradevole. Sarà che il McDonald’s ed i suoi affini sono un ottimo metodo per risparmiare tempo e denaro spesi tra i fornelli, le corsie dei supermercati o le esclusive sale di ristoranti stellati.

Sarà che la società è ormai globalizzata dalla presenza dei celeberrimi “archetti gialli” simbolo della catena che campeggiano e padroneggiano anche negli ospedali e perfino a Buckingham Palace (la stessa regina Elisabetta acquistò personalmente un ristorante McDonald’s). La buona cucina e le buone abitudini, tuttavia, esistono e fanno anche tendenza oltre che gola. È il caso del couscous, protagonista ogni anno della festa a sé dedicata, che, nelle ultime settimane di settembre, vivacizza la cittadina siciliana di San Vito Lo Capo.

Di origine magrebina, il couscous è ormai un piatto dalla fama globale, ben inserito in molteplici varianti, nelle tavole di italiani e no. E proprio la sua versatilità e la capacità di esaltare qualsiasi preparazione, da quella tradizionale alla più stravagante e gourmand, ad attrarre sempre più turisti ed entusiasti. Un aspetto decisamente migliore, se contrapposto all’idea di monotonia di sapori proposta dai fast food. Perché non lasciarsi dunque globalizzare da un sapore esotico che tanto piace e che fa altrettanto bene alla salute piuttosto che elogiare delle pietanze di dubbia provenienza, condite solo da unto e bisunto? Le possibilità di certo sono illimitate, così come l’assortimento di gusti, cibi e varianti salutari.

Ai posteri dunque, l’ardua forchetta ed alla pancia, l’ago della bilancia! Maria Giovanna Oddo

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