“La Corte di Appello di Palermo, sezione lavoro, con sentenza depositata lo scorso mese di luglio, ha condannato la società Poste Italiane ad assumere in servizio P. S., 45 anni di Castelvetrano, oltre che al pagamento delle differenze retributive spettanti al lavoratore per oltre 50.000 euro.
L’uomo, a partire dal 2009, aveva lavorato per le varie ditte private accollatarie del servizio postale, svolgendo un servizio analogo ai suoi colleghi di Poste. In altre parole, queste ditte smistano la corrispondenza presso i vari uffici postali, che poi i portalettere provvedono a recapitare nelle case dei cittadini. Secondo la tesi del legale salemitano, avv. Francesco Salvo, si tratterebbe di interposizione fittizia di manodopera, vale a dire il dipendente della ditta privata in realtà lavorava per le Poste, in quanto la sua sede di lavoro era presso il centro di smistamento postale di Castelvetrano, sottostava all’orario di lavoro ed alle direttive di Poste Italiane S.p.A.
Purtroppo, però, all’esito del giudizio di primo grado, dopo aver portato a testimoniare tutti i direttori degli uffici Postali dove l’uomo aveva svolto la sua attività, il Tribunale di Marsala rigettava il ricorso.Per questo si decideva di ricorrere in appello per impugnare la sentenza ed effettivamente la Corte ha accolto tutte le richieste del legale del lavoratore, condannando Poste Italiane ad assumerlo in servizio a tempo indeterminato, con le mansioni di autista, oltre al pagamento delle differenze retributive spettanti in forza del C.C.N.L.
La società ha già adempiuto agli obblighi derivanti dalla sentenza, ma si è riservata di ricorrere in Cassazione".