Castelvetrano è…Paolo Fasciolo

Elena Manzini ci racconta la storia del pescivendolo dall'ugola d'oro

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
25 Gennaio 2022 09:00
Castelvetrano è…Paolo Fasciolo

Via via sto scoprendo una Castelvetrano “diversa”, un paese molto vivace, sotto ogni profilo. Un paese dove la musica ha rappresentato e rappresenta una professione oppure un hobby a cui si dedicano diverse persone. Paolo Fasciolo è una di queste persone. Apprezzato cantante, soprattutto per le canzoni degli anni ’60 e ’70, dei gruppi che molti magari non ricordano più ma che hanno rappresentato uno spaccato molto importante nell’ambito della musica italiana.

Quale è la sua professione?

Opero nel settore ittico da circa 40 anni

Ha un hobby a cui dedica molto del suo tempo libero?

Mi sono sempre appassionato alla musica: da piccolo, avevo 12 anni, quando iniziai a studiare musica nella banda del paese. Suonavo la tromba, ma ho avuto sempre grande interesse per il canto, nessun altro hobby, solo il canto.

Lei è un esperto conoscitore dei gruppi musicali italiani degli anni '60-70, ce n'è uno che reputa migliore degli altri?

Credo di no, sono tutti bravi perché ognuno ha i propri brani di successo, però sono sempre stato attratto dalla voce di Angelo dei Camaleonti, non perché li ritengo più bravi, mi piaceva il vibrato della sua voce.

Ha mai pensato che fare musica potesse diventare una vera e propria professione?

Si ho avuto qualche opportunità di fare strada, ma ero legatissimo alla famiglia ed al lavoro. Non pensavo di partire e andare fuori dall’isola, anche perché mi sono sposato giovanissimo, ho preferito farmi conoscere solo vicino al mio paese.

Cosa comunica tramite la musica?

Per me è un mezzo molto importante la musica, specialmente il canto, per trasmettere l'amore in tutte le sue forme: tema trattato spesso nelle canzoni che scelgo.

Cosa aveva e comunicava la musica degli anni '60 e '70 che oggi non ha e non da?

In primis la melodia,che associata alle parole avevano un senso: si amalgamavano bene assieme risultando piacevoli da ascoltare ma anche come un semplice sottofondo durante le giornate.

Com'era la Castelvetrano di un tempo per quanto concerne i gruppi musicali?

Sicuramente la Castelvetrano di un tempo era molto ricca per quanto riguarda la musica. C'erano tanti gruppi locali e di conseguenza tanti spettacoli. C’erano anche tante radio locali molto attive ed ascoltate. Ora è rimasta solo Rcv, la radio di mio genero Filippo Tusa.

Musica e non solo, ho appreso. Conoscitore delle importanti manifestazioni che si tenevano in passato a Castelvetrano. In quali lei ha preso parte e in che ruolo?

La mia esperienza con la musica risale alla mia adolescenza. A 13 anni ho iniziato a suonare la tromba per la banda del paese. Poi ho anche trasmesso da una delle radio locali del tempo... Spesso ero ospite di manifestazioni più o meno importanti anche recentemente (prima del Covid). La musica è stata ed è la colonna sonora della mia vita.

Consiglierebbe oggigiorno ai giovani di fare musica, di creare gruppi musicali magari rivedendo le canzoni dei gruppi musicali italiani che per alcune generazioni sono sconosciuti?

Certamente. Anzi la musica, le canzoni melodiche, potrebbero risollevare dallo stato di torpore nel quale vive la gioventù odierna. Non solo canzoni “arrabbiate” (capisco che poi rappresentino la loro realtà) ma anche qualcosa meno “pesante” li aiuterebbe a vivere con consapevolezza ma leggerezza al contempo.

Attualmente lei fa concerti? Da solo o con altre persone e dove?

Attualmente no causa Covid . Prima, invece, mi dilettavo con altri due amici in un bar durante le sere dei fine settimana per intrattenere i commensali.

Elena Manzini

Foto gallery

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza