Con Mercurio Ciaramitaro, si parla di uno sport, il pugilato, che un tempo aveva contribuito a riscattare l’Italia nei confronti di altre nazioni. Il pregio del pugile siciliano era avere un fisico d’acciaio, una grande capacità di reazione: forza e ritmo ben combinati tra loro.
Quando hai iniziato a frequentare le palestre?
Nel 1984 ho iniziato a fare pugilato,solo perché credevo di essere il più forte. In realtà non era così: dopo un po’ di tempo ho capito che per essere campioni era necessario andare in palestra, fare molte rinunce rispetto a quella che si suole chiamare "vita normale".
Avresti mi pensato di poter raggiungere risultati così importanti?
Il mio sogno era diventare campione del mondo. La mia prima medaglia è arrivata con la vittoria dei campionati Novizio B.
Cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto il pugilato?
Il pugilato mi ha dato molta popolarità, a 22 anni mi sono laureato campione italiano professionisti. Avevo tante persone che mi seguivano e mi stavano accanto, ma nel tempo ho capito che era solo per mero interesse. Il pugilato credo non mi abbia tolto nulla, in fondo forse era già scritto quello che io dovevo fare. Se il pugilato mi ha dato molto vi è stata la delusione del paese dove vivo, Campobello di Mazara. Ho fatto due mondiali, ho ottenuto 4 titoli italiani, nessuno ha mai pensato di consegnarmi una sorta di riconoscimento. Comunque sono orgoglioso di essere siciliano e di vivere un paese come Campobello di Mazara anche se in realtà sono nato a Castelvetrano, a 4 km di distanza.
Che sensazioni hai provato al tuo primo incontro importante?
E’ stata una grande emozione, ma non potevo perdere la concentrazione. Quando ho vinto il primo titolo ho preso una” borsa” 25 milioni delle vecchie lire. Adrenalina pura: ho vinto per ko all’ottava ripresa contro un avversario di ottimo livello come Michele Poddighe.
Ci puoi dire qualcosa della tua carriera sportiva?
Avrei molte cose da raccontare perché ogni incontro, ogni preparazione è un pezzo della mia vita. Ricordo quei momenti che ritengo fra i più importanti. Dopo la vittoria di cui sopra, ci fu un periodo d’oro: per due anni di fila non ho mai perso. Nel 1995 mi ha lanciato la sfida Luigi Castiglione, pugile molto tecnico e forte: sapevo però di poterlo battere. Quella sera però vi fu un diverbio col mio manager (per questione di soldi): persi le sponsorizzazioni. Un incontro durato 12 riprese, si può definire che fu una vittoria di misura ma,…vi fu un ribaltamento e la vittoria fu data al mio avversario. Un incontro ai tempi, trasmesso su Rai 1 (quindi rilevante nell’ambito del pugilato). Non mi diedi per vinto e ripresi gli allenamenti , con maggiore costanza. Nel 1997 ero deciso a riconquistare il titolo italiano pesi Gallo: avvenne a Rieti contro Antonio Melis, alla decima ripresa per abbandono da parte dell’avversario.
Le palestre non stanno vivendo un buon momento a causa dell'epidemia da Covid 19, in condizioni "normali" a che punto puoi dire che sia arrivata la boxe?
In questo momento le palestre non vivono sicuramente un buon momento a causa del Covid 19: c'è stata una chiusura totale. Penso che il pugilato sia uno sport passato. Non ci crede più nessuno perché in Italia i manager hanno fatto molte infrazioni: una delle tante erano i soldi non dichiarati sugli incontri che percepivano sia il pugile e sia il 25% che spettava a loro quindi, un “pugilato in nero”.
Credi ci sia qualche giovane siciliano in grado di poter raggiungere i tuoi risultati?
Credo che vincere quello che ho vinto io sia un po' difficile ma spero tanto che qualcuno nel nostro paese si avvicini a questo sport bellissimo e raggiunga risultati ad alti livelli. Ora non salgo più sul ring ovviamente. Sono orgoglioso di ciò che ho vinto: campione italiano pesi Mosca, campione italiano pesi Supermosca, campione italiano dei pesi Gallo, campione europeo pesi Supermosca , campione mondiale Ibf Supermosca . Raccomanderei questo sport ai giovani perché insegna la disciplina, ben sapendo che spesso non è facile per un giovane siciliano trovare qualcuno che creda in lui.
Secondo te, perché un ragazzo dovrebbe scegliere uno sport come il pugilato rispetto ad un altro magari più popolare?
Raccomanderei questo sport ai giovani perché insegna la disciplina, a conservare bene il proprio corpo non solo con l’attività fisica ma anche l’alimentazione, aiuta a concentrarsi sugli obiettivi, ben sapendo che spesso non è facile per un giovane siciliano trovare qualcuno che creda in lui.
Elena Manzini