Due castelvetranesi saranno protagonisti di uno dei luoghi di cultura più prestigiosi della Sicilia. Si tratta della scrittrice, poetessa, e docente Bia Cusumano e dello scultore Giovanni Puntrello che illumineranno la “Stanza dello Scirocco” la sala espositiva di Casa Sciascia a Racalmuto nella provincia di Agrigento. Domani, sabato 23 aprile a partire dalle ore 18.00, dopo l’introduzione di Pippo Di Falco e Angela Martorana, si parte con la presentazione del libro “Come la voce al canto” scritto da Bia Cusumano che dialogherà con Claudia Gueli, l’attore Ignazio Enrico Marchese sarà la voce narrante di alcuni passi significativi del libro.
Edito da il Filo di Arianna, nel testo l’autrice concepisce versi e annoda parole di rara e viva intensità per cantare l’Amore e raccontare il Dolore: tessere che si congiungono dando vita ad una creazione di potente, struggente bellezza, leggiadra ed audace allo stesso tempo. Con sguardo sapiente, di queste due forze ancestrali la poetessa indaga ogni Epifania, ogni sfaccettatura, ogni segreto, in un sotterraneo, incessante dialogo con la più alta tradizione letteraria di ieri e di oggi.
Siamo stati concepiti per amare e per desiderare, ci ricorda Bia, sospingendoci verso la riconciliazione con la nostra umanissima natura di creature meravigliosamente imperfette.
Al termine della presentazione del libro sarà poi inaugurata la mostra “Il volto e il suo mistero”con le sculture in pietra arenaria dell’artista Giovanni Puntrello. La mostra, impreziosita dal catalogo con i testi di Roberta Tosi, era già stata presentata con notevole successo a Castelvetrano dal critico d’arte Tanino Bonifacio. Le sculture di Giovanni Puntrello trovano così un nuovo momento di dialogo con il territorio e la scelta di Racalmuto non è certo casuale.
“Casa Sciascia Racalmuto", gestita dall’omonima Associazione, conserva parte degli arredi originali e la quasi totalità di tutto quanto lo scrittore pubblicò in volume o su riviste e periodici. Casa Sciascia è l'abitazione storica in cui il grande scrittore Leonardo Sciascia visse per quasi quarant'anni, dall'infanzia al suo trasferimento, sul finire degli anni Cinquanta, a Caltanissetta. L’edificio, frutto dell’architettura mediterranea fatta di ombre e silenzi, forme squadrate e spessi muri per proteggersi dall’assolata calura estiva, fu raccontato dal medesimo scrittore in innumerevoli interviste ed è luogo di ricordi, di giornate riflessive in cui il giovane Sciascia iniziò a coltivare prima la passione per la lettura e poi per la scrittura.
Da quelle stanze intrise di tradizione, Sciascia creò il proprio universo narrativo e l’osservatorio privilegiato sulla letteraria Regalpetra, il piccolo paese dell'entroterra siciliano, metafora della Sicilia e del mondo. E’ quindi motivo di particolare orgoglio per la nostra città che due suoi figli saranno domani protagonisti di un luogo cosi simbolicamente importante.
