Assolti gli impiegati accusati di aver smaltito la posidonia senza autorizzazione

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
19 Ottobre 2017 05:55
Assolti gli impiegati accusati di aver smaltito la posidonia senza autorizzazione

 La sentenza emessa ieri pomeriggio dal giudice monocratico Dr.ssa Maria Pia Blanda del Tribunale Penale di Marsala, segna la fine di un incubo per due funzionari comunali ed un imprenditore castelvetranese e getta una nuova luce sulla tanto vituperata azione amministrativa dell’ultimo sindaco.  Tornando ai fatti il giudice ha assolto ai sensi dell’art. 530 c.p.p. per insussistenza del fatto di reato, l’arch. Michele Caldarera, che era difeso dall’avv. Franco Messina e il Geometra Raffaele Giobbe difeso dall’avv.

Maika Giacalone, entrambi in servizio presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Castelvetrano e l’imprenditore Nicolò Clemente che era difeso dall’avv. Francesco Moceri e  che, secondo l’accusa , nel giugno del 2012, avrebbero violato le norme a tutela dell’ambiente poiché avrebbero abbandonato rifiuti scaricandoli in un terreno agricolo di via Cavallaro a Marinella di Selinunte, senza le prescritte autorizzazioni di legge. La vicenda era strettamente connessa a quella del sequestro del cantiere del realizzando nuovo ingresso del Parco Archeologico di Selinunte, che aveva visto la collocazione dei sigilli da parte del Nucleo di Polizia Giudiziaria del Corpo Forestale, poiché si riteneva che vi fossero depositati rifiuti speciali in quel sito.

Vicenda che anche in quel caso si è risolta con una sentenza assolutoria ma che è costata la perdita del finanziamento pari a circa 4 milioni di euro e la mancata realizzazione dell’opera pubblica. Gli stessi agenti si accorsero di un anomalo, a loro avviso, cumulo di alghe di posidonia che erano ammassate in un terreno agricolo coltivato ad ulivi di via Cavallaro.  I forestali, pensando che l’accumulo di posidonia fosse illegittimo, disposero l’immediato sequestro dell’area e dei fascicoli che contenevano anche le delibere di somma urgenza emesse, dall’allora sindaco Gianni Pompeo.

Nel corso del dibattimento, durato circa due anni, i legali hanno fatto emergere che i lavori risultavano  debitamente concordati dall’Ufficio Tecnico comunale con la Capitaneria di Porto competente, mediante la sottoscrizione di apposita Ordinanza, emessa proprio dalla Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo. Il Comune aveva altresì richiesto l’autorizzazione al conferimento dei rifiuti all’ATO TP 2 Belice Ambiente SpA in liquidazione ed aveva curato le prescritte comunicazioni con l’Assessorato regionale al Territorio ed Ambiente della regione Sicilia e messo in pratica tutte le metodologie e gli accorgimenti tecnici necessari alla tutela della salute pubblica.

Peraltro gli imputati avevano previsto un trattamento preventivo di essiccazione prima del definitivo conferimento all’impianto di smaltimento, proprio al fine di tutelare le attività commerciali, turisti e residenti che avrebbero avuto notevoli disagi dalla permanenza delle alghe spiaggiate e puzzolenti sulla banchina e sulla spiaggia attigua al porticciolo di Marinella di Selinunte  Il deposito temporaneo ai fini dell’essiccazione delle foglie di posidonia, era  stato disposto attraverso atti formali e apposite comunicazioni, peraltro previste da consuete note dal Dipartimento dell’Ambiente dell’Assessorato Territorio ed Ambiente che di anno in anno, consolidano il rapporto istituzionale con riguardo alla ripetuta emergenza dell’ammasso periodico nello specchio d’acqua del porticciolo di Marinella di Selinunte e agli annuali lavori di rimozione, stoccaggio e smaltimento.

Inoltre a seguito del deposito temporaneo nel terreno di via Cavallaro, era stata incaricata per lo smaltimento una ditta e si era regolarmente proceduto al conferimento del cumulo di posidonia presso l’impianto individuato per il recapito finale del rifiuto. Va precisato che il conferimento in discarica della posidonia avvenne, a seguito di preventiva caratterizzazione effettuata, su incarico del Comune di Castelvetrano, sul materiale stoccato nell’area individuata ai fini del deposito temporaneo, solo successivamente al dissequestro dell’area, avvenuto in data 8.10.2012, in quanto la misura cautelare del sequestro, disposta il 9.6.2012, a distanza di poco più di un mese dall’inizio dei lavori, aveva impedito alla ditta affidataria di procedere all’effettuazione delle operazioni di avvio allo smaltimento, così come progettualmente previsto ed autorizzato.Il giudice ha accolto in pieno le tesi difensive degli avvocati e ha assolto i tre imputati. foto di F.

Leone

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