Al Liceo scientifico Cipolla:"La forza della parola nella lotta contro la mafia"

Incontro con il giornalista Daniele Piervincenzi e con il referente provinciale di LIBERA, Salvatore Inguì

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
23 Aprile 2023 08:00
Al Liceo scientifico Cipolla:

«La mafia sarà vinta da un esercito di maestri »: così sentenziava lo scrittore Gesualdo Bufalino. La Dirigente Tania Barresi ha sintetizzato con questa frase le riflessioni emerse nei giorni scorsi  durante l’incontro con il giornalista Daniele Piervincenzi e con il referente provinciale di LIBERA, Salvatore Inguì, a sottolineare che la cultura è l’unico mezzo che contrasta la mafia.

Nei giorni della legalità, da Cosimo Cristina a Mauro De Mauro, da Mauro Rostagno a Giovanni Spampinato, da Giuseppe Fava a Mario Francese, da Peppino Impastato, a Giuseppe Alfano, i volti e le storie degli eroi che si sono sacrificati per una società giusta, sono stati presentati dagli alunni delle classi quinte coinvolte nel progetto” La forza della parola nella lotta contro la mafia”; le loro storie ci hanno ricordato quanto sia importante trasmettere il valore della libertà di esprimere il proprio pensiero, come affermato dall’art.21 della nostra carta costituzionale.

Il giornalista Daniele Piervincenzi ha evidenziato quanto la parola riesca a contrastare il fenomeno mafioso più della “pistola fumante”, riferendo esperienze personali e professionali, e di colleghi che si sono trovati nelle stesse condizioni, minacciati ed aggrediti da membri di clan mafiosi. Oggi la mafia per mettere a tacere “giornalisti scomodi”, usa strategie indirette come quella di screditare il giornalista colpendolo non solo nella sua immagine professionale, ma anche nella sua integrità morale mediante querele e contenziosi.

Anche il referente di LIBERA, Salvatore Inguì, intervenuto nella discussione, ha ribadito il concetto che la mafia “non toglie ai ricchi per dare ai poveri”, luogo comune diffuso soprattutto nelle fasce meno abbienti del tessuto sociale, ma in realtà ha fatto sempre i suoi interessi a danno di tutti. E’ stato sottolineato che bisogna demistificare l’immagine che la mafia e il mafioso hanno assunto nel tempo, grazie anche a fiction e produzioni televisive “commerciali”, che a differenza dei programmi di inchiesta, ci regalano “il mito” della mafia come “soluzione ai problemi sociali”, una sorta di “welfare mafioso”.

Ciò in un contesto sociale degradato costituisce un forte richiamo per il reclutamento di forze nuove da avviare alla micro/macro criminalità. Ai giovani studenti è affidato il ruolo di operare una svolta, un processo di evoluzione e non di rivoluzione, poiché l’evoluzione, sebbene lenta e graduale, non comporta un ritorno al passato, cosa che potrebbe accadere con atti rivoluzionari. L’incontro si è concluso con un dibattito in cui gli alunni hanno saputo mettere in luce aspetti latenti e complessi del fenomeno mafioso inducendo i presenti a ulteriori importanti riflessioni sotto la guida dei due relatori che hanno avuto parole di apprezzamento per i lavori e per le domande poste dagli allievi.

L’incontro è stato impreziosito dall’intervento di Suor Franca, educatrice presso lo Zen di Palermo e all’interno delle carceri femminili, che ha lavorato con la giornalista Federica Angeli, oggi sotto scorta per minacce a seguito delle inchieste svolte nel campo del racket mafioso.

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