Agricoltura e non solo…prodotti ittici per le carenze nutrizionali

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
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19 Ottobre 2019 09:05
Agricoltura e non solo…prodotti ittici per le carenze nutrizionali

Il mare, grande risorsa alimentare troppo spesso violentata dall’essere umano, fornisce prodotti che possono risolvere molte carenze nutrizionali. L'acido docosaesaenoico (DHA) e l'acido eicosapentaenoico (EPA) sono grassi omega-3 a catena lunga trovati in pesci grassi d'acqua fredda come il salmone dell'Alaska, le sardine, le acciughe e alcune altre creature marine, tra cui il krill. Insieme ai test sulla vitamina D, si consiglia vivamente di misurare il livello di omega-3 almeno una volta all'anno, poiché la mancanza di questo nutriente vitale può causare problemi di salute in più di un modo.

Uno dei motivi per cui DHA ed EPA sono così cruciali è perché sono in realtà elementi strutturali delle cellule. Se non si ha abbastanza DHA ed EPA, la capacità del corpo di riparare e mantenere strutture cellulari sane è gravemente compromessa L'omega-3 a base marina è particolarmente importante per la salute del cuore. Secondo un'analisi del 2016, livelli ematici più elevati di DHA hanno dimostrato una riduzione del rischio di infarto fatale del 10%. Gli studi hanno anche dimostrato che, se assunti dopo un attacco cardiaco, i grassi omega-3 possono migliorare la probabilità di sopravvivenza.

Un ampio studio italiano ha scoperto che i sopravvissuti all'attacco cardiaco che assumevano 1 grammo di grasso omega-3 al giorno per 3 - 5 anni avevano una riduzione "clinicamente significativa" del rischio di morte, infarto e ictus. I grassi omega-3 a base animale, in particolare il DHA, proteggono e sostengono la salute cardiovascolare: I risultati di cinque anni di studio della The North American Menopause Society (NAMS), lo studio VITAL (che sta prendendo in considerazione sia l'omega-3 che la vitamina D) hanno mostrato che l'integrazione di olio di pesce riduce il rischio di infarto.

Risultati presentati nel mese di settembre 2019 a Chicago. E’ emerso che le persone nella cui dieta consumavano meno di una porzione e mezza di pesce a settimana il trattamento ha dato i massimi benefici. Un interessante studio pubblicato il 25 settembre 2019, suggerisce che il pesce è un'ottima fonte di una varietà di sostanze nutritive, tra cui ferro e zinco e che molte carenze di micronutrienti potrebbero essere risolte commercializzare e consumare pesci locali anziché esportarli.

Nella maggior parte delle aree del mondo, la maggior parte del pesce è catturata da aziende internazionali e successivamente venduta ad altre nazioni, in genere più ricche, mentre le popolazioni locali spesso finiscono per rinunciare alle loro diete originarie a favore dei cibi trasformati. Un esempio la Mauritania dove il 90% del pesce è catturato da flotte straniere e non raggiunge il mercato locale. In altre aree, come la Namibia, anche se la maggior parte delle flotte da pesca sono di proprietà locale, il pesce viene esportato.

(fonte: https://www.organicconsumers.org) Elena Manzini

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