È sabato e come ogni sabato, come ogni domenica, come quasi ogni notte, all’angolo tra Via Vittorio Emanuele e Via Gioberti, a Castelvetrano, si apre in strada l’inferno. Una birreria da strada, con un esercito di macchine con le radio a volumi bestiali, con gente di ogni età che urla, ride, grida, ogni tanto spacca a terra una bottiglia, e poi urla ancora, alza il volume delle autoradio fino a far tremare i muri delle case, o i vetri, oppure fa sentire tutta la potenza della marmitta smarmittata.
Sono le due, le tre, le quattro. Di notte. E di ogni notte festiva, prefestiva! Alla fine, a turno, in una specie di patto non scritto, tutti gli abitanti di Via Vittorio Emanuele, in questo angolo maledetto, ci si trova a telefonare al 112, l’attesa, la centralinista, e chi dell’Arma ci risponde, esordisce con “sì, lo sappiamo, stiamo mandando la volante”. Questo non è né un elzeviro né un articolo, ma una implorazione, al signor Sindaco Dottore Alfano, o a chi di competenza, per vietare la distribuzione in ogni ora della notte di codeste bevande alcoliche che radunano assembramenti bestiali di gente che non ha voglia di dormire, né gliene importa un fico secco del riposo degli altri.
Questa non è economia, né vivere il centro storico, questa è barbarie. Basterebbe un timer. Dalle ore due della notte non si distribuiscono più bottiglie, vetri, birre e altro, ad esempio. Forse così gli avventori di questo inferno cambierebbero posto, magari andando dove non c’è gente che dorme, a far baldoria, a far vedere quanto sono potenti le casse acustiche dei loro impianti stereo o quanto fastidio possano dare le marmitte smarmittate dei loro motorini. E noi non dovremmo ogni notte festiva, prefestiva, disturbare il 112, e distogliere una volante da imprese certo più edificanti.
Giacomo Bonagiuso
