Intervista dell'on. Bica al prof. Marco Enrico Ricotti, esperto di rilievo nel campo dell'ingegneria nucleare

Il Professor Ricotti è Ordinario di Ingegneria Nucleare presso il Politecnico di Milano, Dipartimento di Energia

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
09 Ottobre 2024 12:09
Intervista dell'on. Bica al prof. Marco Enrico Ricotti, esperto di rilievo nel campo dell'ingegneria nucleare

"Ho avuto l'opportunità di raccogliere un’intervista al Professor Marco Enrico Ricotti, esperto di rilievo nel campo dell'ingegneria nucleare, riguardo la questione del deposito nazionale di scorie nucleari. Il Professor Ricotti è Ordinario di Ingegneria Nucleare presso il Politecnico di Milano, Dipartimento di Energia. Di seguito, riporto integralmente l'intervista per fornire ai cittadini una visione completa e trasparente su questo importante tema", così dichiara il deputato regionale On. Giuseppe Bica.

Intervista al Prof. Marco Enrico Ricotti

Qual è la sua opinione sull'idea di costruire un deposito nazionale di scorie nucleari? "Il mio pensiero è molto semplice e diretto: l'Italia deve realizzare un deposito nazionale per gestire al meglio e in sicurezza i propri rifiuti radioattivi. Tutte le nazioni che hanno centrali nucleari, in funzione o in dismissione, e anche i Paesi che non hanno centrali atomiche ma usano sorgenti radioattive nella sanità nell'industria e nella ricerca, hanno il proprio deposito nazionale. Noi siamo da tempo in infrazione con l'Europa per questo. È una dimostrazione di civiltà, di competenza e di consapevolezza, non solo di sicurezza."

Quali sono i principali fattori da considerare nella selezione di un sito per il deposito di scorie nucleari? "I fattori principali sono identificati da normative e linee guida internazionali e nazionali. E poi c'è l'esperienza operativa di depositi in decine di Paesi, europei e non. In estrema sintesi, si devono preferire zone non troppo sismiche, lontane da mari e fiumi e da importanti presenze di falde sotterranee (l'acqua è uno dei principali problemi, nei secoli), a debita distanza da importanti infrastrutture e grandi insediamenti abitativi. Ma in sostanza, molti dei problemi possono essere risolti con una progettazione ingegneristica adeguata. Ricordo sempre che depositi di rifiuti radioattivi sono situati in Giappone (Paese altamente sismico) e nella zona dello champagne in Francia."

Come è possibile coinvolgere la comunità locale in un progetto di questa portata? "La comunità locale deve essere coinvolta, perchè sarà lei a partecipare alla scelta e anche a trarne i principali benefici, in termini occupazionali e socio-economici. Il primo modo di coinvolgerla è con l'informazione: chiara, diretta, capillare, trasparente, non ideologica, scientificamente e tecnicamente fondata. Non solo a parole! Una delle iniziative più importanti, efficaci e interessanti è la visita ai depositi nazionali già realizzati e operativi: in Spagna, Svizzera, Francia, Slovenia, Finlandia, solo per fare qualche esempio. Vedere e parlare con le persone del luogo che hanno già fatto questa esperienza, vale più di mille discorsi."

Quali sono i rischi e quali sono i vantaggi associati alla gestione di un deposito nazionale di scorie nucleari? Cosa ne pensa della fattibilità di un deposito di scorie nucleari nella provincia di Trapani? "I rischi sono praticamente nulli (mai nessun incidente di rilievo si è mai verificato nei depositi di rifiuti radioattivi nel mondo). I vantaggi sono quelli tipici associati al fatto di ospitare una importante infrastruttura, di rilievo per tutta la nazione: in termini economici (posti di lavoro diretti, indotto) ma anche di possibilità di impiegare i fondi associati per iniziative di interesse della comunità locale (da nuovi servizi a supporti economici e strutturali per i bisogni locali).

Con il Parco Tecnologico che potrà essere realizzato nell'area del deposito, poi, si potrà dare impulso sia all'economia e all'industria locale, sia ospitare centri di ricerca o iniziative di livello nazionale e internazionale, attraendo persone e attività in quell'area. Ma la comunità locale dovrà indicare cosa preferisce ospitare."

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