La forza del cambiamento è collettiva, non individuale

Un commento sulla vicenda del maturando di Padova è un individualismo sterile che attraversa la società contemporanea

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
13 Luglio 2025 08:00
La forza  del cambiamento è collettiva, non individuale

Un giovane maturando del Liceo Scientifico Fermi di Padova ha rifiutato, in prima istanza, di sostenere la prova orale in segno di protesta contro il sistema dei voti, sostenendo che essi non attesterebbero l’effettiva maturità (salvo poi giungere ad un compromesso e rispondere a qualche domanda per chiudere l'esame con 65). È vero, il sistema scolastico attuale non rispecchia la scuola della Costituzione, ma piuttosto quella del mercato; è un sistema perfettibile sotto molti aspetti che meriterebbero ampia trattazione a parte.Ma ciò che voglio sottolineare con fermezza adesso è altro: questo gesto non è una forma di lotta, ma l’emblema di un individualismo sterile che attraversa la società contemporanea.

Invece di costruire reti solidali per trasformare collettivamente lo status quo, ci si ritira nella posa teatrale del “cavaliere solitario” – e mi scuso per l’espressione, che suona persino nobile se applicata alla stravaganza di un ragazzo che, nella migliore delle ipotesi, è viziato e in cerca di attenzioni, o, nella peggiore, ingrato verso i sacrifici di chi lo ha condotto fin lì.Questo narcisismo da palcoscenico non è lotta, è spettacolo. Ed è l’antitesi dello spirito con cui nel ’68 studenti e lavoratori occuparono scuole e fabbriche, unendo le braccia e le menti contro un sistema di sfruttamento che non si combatteva con gesti isolati, ma con la costruzione di comunità, assemblee, dibattiti infiniti, pratiche di solidarietà quotidiana, scioperi e occupazioni.Non bastano slogan per cambiare la scuola, né basta rifiutare un esame per sentirsi rivoluzionari.

Questo mondo potrà cambiarlo solo una gioventù che comprenda che la trasformazione è un processo collettivo, che le rivolte non si annunciano con selfie e gesti teatrali, ma si costruiscono con l’organizzazione, la disciplina di chi sa che il nemico non si abbatte con un rifiuto solitario ma con la forza delle idee e dell’unità nella lotta.Il rifiuto sterile diventa complice del sistema che pretende di contestare. È tempo che i giovani ritrovino il coraggio di lottare davvero, non per un attimo di notorietà, ma per strappare dalle mani del capitale il diritto a una scuola che educhi a essere uomini e donne liberi, consapevoli, in grado di costruire un futuro degno per tutti.

Maurizio Balsamo

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