Nei giorni scorsi sono usciti dei pezzi su un noto quotidiano on line, ed alcuni post ripetuti su facebook dall’estensore dell’articolo, mentre altri sono già in lavorazione a cura di un altro prestigioso giornalista con il preciso scopo non tanto di stabilire una verità dei fatti, quanto raccontare una storia prescindendo dall’obiettività e dall’0nestà intellettuale. Il diritto di critica giornalistica, che riceve diretta tutela dall’art. 21 della Costituzione Italiana, deve necessariamente trovare quel punto di equilibrio nel necessario bilanciamento con i diritti individuali della persona riconosciuti dall’art.
2 della stessa Costituzione e soggiace a tutti i limiti individuati nei principi di legge. Infatti, il diritto di cronaca giornalistica trova i suoi presupposti legittimanti nell’utilità sociale dell’informazione, nella verità oggettiva e nella forma civile dell’esposizione dei fatti e della loro valutazione, ovvero in una forma non eccedente rispetto allo scopo da conseguire e tale da escludere un deliberato intento denigratorio. Questi concetti che dovrebbero ispirare qualsiasi cittadino, ancor di più chi ritiene di dovere fare informazione, specie se gode di una testata giornalistica di tutto rispetto, vengono regolarmente calpestati ogni volta che l’argomento da trattare riguardi la città di Castelvetrano.
Non voglio alimentare inutili polemiche ma dopo anni di esperienza professionale nel campo della informazione mi convinco sempre di più che quanto sta accadendo nella mia città non può essere casuale e anelo che la magistratura prima o poi riuscirà a fare piena luce. Mi riferisco in particolare ad un articolo pubblicato qualche giorno addietro, dove in violazione di ogni legge sulla privacy veniva pubblicata per intero una relazione del Ministero delle Finanze (relazione Dagnino) del 2012 che aveva ad oggetto una valutazione dell’operato dell’amministrazione Pompeo negli anni 2007/2011, nella quale venivano fatte una serie di critiche all’operato di quel sindaco con l’indicazione di nomi di persone e dipendenti pubblici, soggetti non impegnati in politica, ma semplici lavoratori nella pubblica amministrazione.
Al redattore dell’articolo non gli è sembrato vero pubblicare integralmente detta relazione nel tentativo oramai svelato di screditare chiunque pur di dare la notizia. Mi stupisce come lo stesso, venuto stranamente in possesso di detta relazione la cui pubblicazione non era obbligatoria, non abbia pubblicato le osservazioni e le contro deduzioni fornite dall’Ente al MEF ( Ministero dell’economia e delle Finanze), il parere legale richiesto ed acquisito dal sindaco Errante proprio in virtù di detto accertamento, e le azioni messe in campo da questi per superare le illegittimità riscontrate (modifica dei contratti dei dipendenti a tempo determinato e dell’addetto alla comunicazione istituzionale, recupero delle somme dal segretario generale e dai dirigenti, modifica nella valutazione delle posizioni organizzative, modifica pianta organica).
Né lui, né il suo direttore, quest’ultimo che stimo ed apprezzo come persona e come professionista, hanno ritenuto di approfondire la problematica. Come mai non si sono posti la domanda perché dal 2012 ad oggi né Pompeo, né i funzionari ed il segretario dell’epoca siano stati chiamati a rispondere di quei fatti? Non cadrò nell’errore di pubblicare atti giuridici complessi e di difficile lettura (24 pagine di parere legale, 20 pagine di controdeduzioni, una decina di delibere, altrettanti provvedimenti dirigenziali e sindacali dal 2012 in poi etc.) ma potrebbe essere utile informare il cittadino-lettore che lo stesso MEF dopo i chiarimenti resi dal Comune di Castelvetrano ha ritenuto superati i rilievi 1,2,3,4,5,6,7,8,21 e 25, e che per le altre criticità riscontrate, ritenute illegittime, il Comune ha adottato i provvedimenti per superarle.
Mi rendo conto che quanto appena detto non fa notizia e non produce click eppure in Comune queste carte dovrebbero averle! Domande e fatti tutti volutamente omessi dal giornalista-pubblicista ciò in violazione di ogni norma deontologica e forse in violazione di norme penali. Secondo alcuni forse tutto deve andare così, ma chi scrive non ci sta a fare il siciliano che vive all’insegna del “Calati iuncu chi passa la china”. Chi scrive ha la coscienza a posto perché sa di non aver violato alcuna legge, né quella morale, né quella degli uomini, ed è determinato a continuare a farlo senza alcun timore, da qualunque parte possano venire i veleni, siano esse organizzazioni criminali, o para statali, o giornalistiche.
Una domanda mi assale , come mai se uno scrive la verità, se uno rivolge delle critiche o svela dei disservizi compiuti da un politico è un bravo giornalista, se le stesse osservazioni, critiche o disservizi vengono compiute da funzionari dello Stato, diventa invece oggetto di denunce alle autorità, di richieste di documentazioni per svelare chissà quali intrighi, e in assenza di alcun addebito, diventa vittima di tentativi di mascariamento o di chissà cos’altr0? Se fossi solo proseguirei dritto per la mia strada, avendo una famiglia da salvaguardare, oltre a proseguire dritto come un treno mi riservo di tutelare la mia onorabilità attraverso gli strumenti che la magistratura ordinaria mette a disposizione di ogni cittadino.
Alessandro Quarrato