Selinunte: i santuari lungo il fiume Modione (II parte)

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
07 Maggio 2018 09:16
Selinunte: i santuari lungo il fiume Modione (II parte)

Nei giorni scorsi avevamo pubblicato la prima parte di questo interessante dossier, per chi se lo fosse perso potrà leggerlo qui: https://www.primapaginacastelvetrano.it/selinunte-i-santuari-lungo-il-fiume-modione-i-parte/ Oggi la seconda parte : L'uso del tempio di Demetra ed il condotto idraulico che attraversa tutto il santuario non hanno alcuna connessione tra di loro. Infatti non si comprende l'utilità di tale condotto nello svolgimento del culto, mancando installazioni idonee per tale tipo di attività (ovviamente alimentate da tale canale).

La vaschetta presente, non è da identificarsi come vasca cultuale bensì come come vasca per la decantazione del flusso delle acque. Seguendo l'andamento del fiume si può notare lo sviluppo dell'area della necropoli all'interno delle mura di cinta urbane. Balza subito all'occhio il cosiddetto "Tempio M", posto sul versante occidentale del Selìnos, in linea con la zona della Mannuzza, ha una struttura di difficile decifrazione, in un certo senso enigmatica. In base ad alcune ricerche ad opera di archeologi tedeschi, gli allineamenti stradali per l'impianto del VI a.C .fanno comprendere un collegamento tra la città ed i santuari del Modione all'altezza della platia (piazza) a cui potrebbe essere connessa una porta di accesso.

Il "Tempio M" è posto sul prolungamento diretto della strada dei quartieri a nord ovest di Mannuzza, probabilmente dove l'attraversamento del fiume era più idoneo non essendosi il Selìnos ancora ramificato. "Tempio M" che ancora oggi da adito a diverse discussioni ed interpratazioni da parte degli esperti. La prima a portarlo alla luce fu Jole Bovio Marconi, ne diede interpretazione poi Concetta Masseria. Quest'ultima lo interpretò come fontana monumentale con cisterna, bacino e gradini d'accesso.

Altri esperti lo interpretano come tempio su podio con scalinata d'accesso ed altare all'estremità orientale, altri come fontana, "una krene naomorfa", altri come tempio  della metà del VI secolo a.C. Guardando attentamente l'edificio si può comprendere che la sua posizione è condizionata all'addossarsi del pendio che la sovrasta, dove vi era l'origine della sorgente della Gaggera (impropriamente identificata nell’abbeveratoio alle spalle delle Case Messana). L'abbeveratoio è sostanzialmente una costruzione "moderna" collegata all'insediamento agricolo di Case Messana.

Alcuni studiosi hanno, anche in questo caso, dato varie interpretazioni: o un grande altare simile a quello della Malophoros, ovvero una fontana monumentale alimentata da un piccolo canale proveniente dall'abbeveratoio. Ma la "testa dell'acqua" (la fonte originaria) è da individuarsi al di sopra del muro di contenimento che delimita ad ovest il "tempio M" come indicano la vegetazione palustre e l'andamento  nord-sud dei resti delle canalizzazioni di Case Messana, dei santuari del Meilichios e Malophoros.

Viene però da chiedersi come mai i selinuntini decisero di costruire proprio in una zona, in condizioni orografiche difficili: cosa fatta di proposito, andando il "tempio M" ad incunearsi a ridosso di un anfratto naturale della collina. Aspetto questo di primaria importanza per quanto concerne la funzionalità del complesso stesso. Stessa cosa si può dire spostandoci verso il temos di Demetra Malophoros dove è possibile notare una serie di terrazze che degradano da ovest ad est verso il corso del Modione.

Il dislivello altimetrico tra la posizione della sorgente alle spalle del "tempio M", sia verso la vallata orientale del fiume, sia a sud verso Case Messana e il temenos di Demetra Malophoros, porta ad indivuare lo scorrere nell'antichità delle acque dolci dall'altura alimentando il fiume ed i condotti posti verso Malophoros. Per identificare l'insediamento come tempio (tempio M) ci si trova davanti anche alla questione del dislivello: un dislivello di oltre 5 metri tra nell’articolazione del sacello tra parte occidentale e  pronao (parte costituita dallo spazio davanti alla cella templare.

Per estensione il pronao definisce la parte anteriore di un qualsiasi edificio, anche moderno, che abbia forma simile a quella di un tempio, con facciata colonnata e frontone; può essere inteso anche come atrio o vestibolo). E' molto significativo in termini spaziali e proporzionali dell'impianto poichè correlato ad una pavimentazione di lastre spesse su un altrettanto spesso  strato di argilla impermeabile. Non è di poca importanza la conformazione argillosa del versante: i costruttori greci inserirono le fondamenta dell'edificio all'interno del banco argilloso (tagliato accuratamente) risparmiandone  l'area centrale più a monte.

L'acqua (sia quella della sorgiva che quella del fiume) è l'elemento naturale attorno a quale ruota tutta l'articolazione del monumento. Significativa è la figura femminile che compare su litre e dracme selinuntine in argento con la ninfa Eurymedousa (figlia di Cletor o Acheloo e principessa di Ftiotide (nel nord della Grecia). Zeus l'ha sedotta sotto forma di formica. Il loro figlio fu chiamato Myrmidon). Selinunte e l'acqua, Selinunte e il Selìnos. Il paleoalveo del fiume sembra toccare la struttura del "tempio M", dove la sua portata era ben più ampia di adesso.

Dalle carte redatte a fine '800, inizi '900 risulta evidente come il corso del Selìnos lambiva i santuari,  finché le sue acque non raggiungevano il mare.   Elena Manzini   Fine

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